Pescara: Rampigna, ecco lo scheletro della pescarese del III secolo d.C.

Dal campo Rampigna a Pescara riaffiorano i resti di una donna del III-IV secolo d.C. e frammenti di una ceramica di lusso di 2500 anni fa. Il sindaco Masci: “Ecco le radici antiche di Pescara”.

I resti di una donna del III-IV secolo d.C. e alcuni frammenti in ceramica di 2500 anni fa sono stati scoperti ieri, giovedì 4 giugno 2020, nella zona del campo Rampigna a Pescara, unitamente a un ulteriore tratto della cinta muraria della Fortezza Cinquecentesca.

“Un’emozione incredibile”, scrive sul suo profilo Facebook il sindaco Carlo Masci. “Pescara, la città moderna, da tutti definita senza memoria, poggia su radici antiche di duemilacinquecento anni di storia. Quelli che vedete sono i resti dello scheletro della più antica cittadina pescarese rinvenuta, datati III-IV secolo d.C., periodo Tardo Romano, e di una ceramica di lusso del V-IV secolo a.C.. Oggi, a seguito dei saggi che ho organizzato al Campo Rampigna con la Soprintendenza, diretti dell’archeologo Andrea Staffa, abbiamo fatto queste incredibili scoperte che ci permettono di rileggere la storia di Pescara, una città che cinquecento anni prima della nascita di Cristo commerciava beni di lusso con la Grecia e che, in epoca romana, aveva un insediamento abitativo anche a nord del fiume”.

I collaboratori dell’archeologo Andrea Staffa, che dirige i lavori, precisano che si tratta di una donna vissuta a Ostia Aeterni, porto romano sull’Adriatico, e morta in un’età anagrafica che solo successivamente sarà possibile verificare grazie ai necessari test chimici.

Ma il pomeriggio di ieri ha visto anche riaffiorare un ulteriore tratto della cinta muraria della Fortezza Cinquecentesca di Pescara, della quale soltanto di recente erano già stati rinvenuti parti del bastione San Vitale. Negli anni passati anche i test geofisici avevano ipotizzato la presenza di reperti archeologici sotto quello che un tempo era il vecchio stadio del capoluogo.

Sempre dal campo di Rampigna sono affiorati frammenti in ceramica di circa 2500 anni fa, presumibilmente parti di vasi o anfore, stratificati nel sottosuolo e oggi ben visibili.

I lavori continueranno nei prossimi giorni.