PMF, infermiera Covid: “I pazienti e i parenti sono i veri eroi”

“I veri eroi  sono stati i parenti e i pazienti. Il ricordo più bello: il primo paziente uscito dalla terapia intensiva, il più brutto, il primo deceduto e il modo in cui è stato portato via”, così Milena Gigante, infermiera Covid del S.S. Annunziata di Chieti, ospite di Pronto Medicina Facile di Paolo Castignani.

Il ruolo fondamentale degli infermieri al centro della puntata di Pronto Medicina Facile. “Gli eroi dimenticati”, elogiati per il lavoro svolto durante l’emergenza Covid ma trascurati troppo spesso dalle istituzioni. Ospiti in studio il presidente dell’Ordine delle Professioni infermieristiche di Chieti e ricercatore dell’Università di Bari, Giancarlo Cicolini e il vice presidente Cives nonché infermiere del reparto malattie infettive del policlinico di Chieti, Fabio Cellini. Si è parlato del ruolo degli infermieri nella pandemia e all’interno degli ospedali, soprattutto del loro rapporto prezioso e diretto con i pazienti. Eppure gli infermieri italiani, sono i meno pagati d’Europa e aspettano riconoscimenti professionali. Particolarmente toccante, la testimonianza di Milena Gigante, infermiera della terapia intensiva al S.S. Annunziati di Chieti. “La paura del contagio è stata un aspetto comune a tutti noi all’inizio, ha detto Milena – intensi i momenti di vestizione e svestizione. Ma la paura di fronte ai pazienti quella no, non ce la potevamo permettere perché siamo dei professionisti. Attraverso gli occhi percepivamo la paura dei pazienti per questo ci sfogavamo tra di noi, parlando e anche piangendo. Poi la paura è scemata ma ha lasciato dei segni”. Milena Gigante parla anche della sua vita familiare: “Tornavo a casa ma non potevo abbracciare i miei bambini per il timore di essere “untori” ed è difficile dover spiegare a un bambino di 7 anni perché la mamma non ti può baciare. Un giorno, tornando a casa, con le piaghe causate dalle varie protezioni che non ci sono mai mancate, mio figlio mi voleva abbracciare vedendo le ferite e io gli ho dovuto dire di no, è stata una coltellata per me”. Il ricordo più bello?: “Il primo paziente Covid dimesso da rianimazione, ci siamo sciolti tutti in un pianto di gioia. Il momento più doloroso, il decesso del primo paziente e quando ho visto il modo in cui i necrofori lo hanno portato via, in quel momento ho avuto la tentazione di mollare tutto. Io credo che i veri eroi siano stati e siano i pazienti e i parenti che non hanno potuto assistere i propri cari.”

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