Grandi rischi bis, rinvio a giugno. Esplode la rabbia in aula

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“Dovrebbe essere una città intera a chiedere la verità, e invece siamo qui in 5: tutti parenti delle vittime del sisma”.

Lo sfogo di Vincenzo Vittorini al termine dell’udienza sul processo Grandi Rischi bis fatta slittare dal giudice Giuseppe Grieco al 21 giugno prossimo – a un passo dalla prescrizione che cade a ottobre – esce dalla sfera personale e si rivolge a tutta la comunità. Gli aquilani per Vittorini, che nel sisma ha perso la moglie e la figlia, sono colpevoli di essere indifferenti alla ricerca della verità su quanto accaduto durante la riunione della commissione Grandi Rischi il 30 marzo del 2009. Quella che avrebbe rassicurato gli aquilani inducendoli a restare a casa la notte del sisma.

Esplode la rabbia dei familiari. Imputato d’eccellenza in questo processo è l’ex capo del dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso con le accuse di omicidio colposo plurimo e lesioni. Bertolaso non si è presentato nell’affollatissima aula C del tribunale dell’Aquila.

E’ a questo punto davvero fondato il timore che la prescrizione metta la parola fine al filone parallelo al processo sulla Commissione Grandi Rischi, che ha visto in Cassazione la richiesta di conferma delle assoluzioni per i 6 esperti della commissione e della condanna con rinvio per i soli fini civili, aggiungendo nuove parti civili, per l’ex vice capo della Protezione civile Bernardo De Bernardinis. All’indomani della sua candidatura a sindaco di Roma, nel fuoco delle polemiche proprio per il suo essere imputato all’Aquila, Bertolaso aveva annunciato di voler rinunciare alla prescrizione. Ecco la risposta del suo avvocato Giuseppe De Napoli.

L’inchiesta satellite intende chiarire se i sette componenti dell’organo scientifico consultivo della presidenza del Consiglio rilasciarono le dichiarazioni rassicuranti che li hanno portati alla condanna in primo grado e all’assoluzione in secondo perché indotti a farlo proprio dal capo dipartimento, sulla scorta dell’espressione “operazione mediatica” che compare in una telefonata intercettata con l’ex assessore regionale Daniela Stati, poi divenuta di dominio pubblico.

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