Soccorso alpino, la tragedia sul Velino non ha insegnato nulla

Erano nella cattedrale di Avezzano ai funerali dei quattro dispersi sul Monte Velino, Gianmarco Degni, Valeria Mella, Gian Mauro Frabotta e Tonino Durante, quando i componenti della squadra del Soccorso Alpino di Avezzano sono dovuti intervenire per recuperare due alpinisti bloccati sul Velino, dopo un volo di 70 metri.

Neanche il tempo di recuperare le forze e portare il loro ultimo saluto ai quattro dispersi, su cui si sono concentrate le loro forze nell’ultimo mese, che la squadra del Soccorso Alpino e Speleologica di Avezzano, coordinata da Fabio Manzocchi, è dovuta intervenire di nuovo per recuperare due alpinisti di Magliano dei Marsi, località in prossimità di Avezzano. I due alpinisti, entrambi di 22 anni, si erano recati sul Monte Velino, in particolare sul versante del Monte Rozza per l’arrampicata. Tuttavia mentre erano tra Monte Rozza e Monte Felice, a quota 2.000 metri, nella fase di discesa, i due alpinisti che erano sprovvisti di ramponi, hanno fatto fatica ad affrontare il manto nevoso e sono volati giù lungo la scarpata per 70 metri. I due, sotto shock e in difficoltà, hanno allertato il 118, che ha immediatamente attivato il Soccorso Alpino, così alcuni tecnici hanno lasciato il funerale in corso nella cattedrale di Avezzano e si sono recati sul luogo dell’incidente a bordo dell’elicottero del 118 dell’Aquila. Giunti in quota i tecnici del Soccorso Alpino e il medico del 118 hanno soccorso i due giovani alpinisti, che fortunatamente non hanno riportato traumi.

“È un momento di grande dolore per tutti noi del Soccorso Alpino – ha precisato il presidente regionale Daniele Perilli, presente con i suoi ai funerali dei quattro dispersi – e siamo vicini ai familiari delle vittime e a tutta la città di Avezzano. Occorre lavorare affinché simili tragedie non si ripetano, anche diffondendo la cultura della prevenzione in montagna. Fortunatamente l’intervento di oggi tra Monte Rozza e Monte Felice ha avuto un epilogo positivo, ma ricorda che la montagna può nascondere tante insidie che non vanno mai sottovalutate”.