Ucraina: da turista a profuga, le storie nel centro di accoglienza di Penne

A Penne 40 profughi ucraini accolti nell’oasi del lago: donne e bambini in fuga dalla guerra. C’è anche chi in Italia 20 anni fa era venuta come turista, e ora è tornata come rifugiata.

Ilona era già stata in Italia da turista nel 2004, ora è tornata con sua figlia da profuga ospitata con altri cittadini ucraini nel centro Bellini dell’Oasi del lago di Penne. Il sindaco Gilberto Petrucci al Tg8 spiega che il Comune, di concerto con la Prefettura di Pescara, ha messo a disposizione il Centro Bellini nell’oasi del lago di Penne per ospitare soprattutto donne e bambini fuggiti dalla guerra in Ucraina.

Sono 40 le stanze fruibili. Sono arrivati ieri: c’è chi come Ilona, racconta che questa distesa verde le ricorda il paesaggio nel suo Paese ma grazie a Nataliya, mediatrice culturale e soprattutto volontaria nell’aiutare i suoi connazionali, parla degli spari, delle bombe, della situazione sempre più difficile nella sua terra.

E c’è la storia di Daria che vive tra Kharkiv e Kiev, in una città che accoglie le persone che fuggono dai centri più grandi, dalle bombe e dagli attacchi dei Russi. Daria è arrivata in Italia con la figlia. Il marito e il papà sono rimasti in Ucraina, il fratello di 19 anni è già sotto le armi.

Damiano che è una delle persone che con altre cooperative gestisce il centro ed è commosso da alcune storie raccontate proprio all’arrivo a Penne. Delle 40 persone arrivate, la metà rimane nella struttura della città vestina, l’altra si ricongiunge alle famiglie che vivono in Abruzzo e in altre regioni italiane.  Il sindaco Petrucci sottolinea la grande solidarietà dimostrata da tutta la cittadinanza che vuole aiutare chi è sfuggito all’orrore della guerra.

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