Istituzioni e Social: Di Primio contro i leoni da tastiera

Istituzioni e Social: Di Primio contro i leoni da tastiera. In una lunga nota sul suo profilo Facebook il sindaco di Chieti si scaglia contro chi si lascia andare ad insulti gratuiti.

#vivafacebook #abbassofacebook. Questi gli ashtag con i quali il sindaco di Chieti presenta la sua lunga riflessione, sul suo profilo Facebook, in merito a certe derive tipiche dei social, dove istituzioni o personaggi pubblici vengono, loro malgrado, sottoposti alla gogna di chi dissente, spesso in modo inurbano, lasciandosi andare a commenti e considerazioni che vanno al di là della civile educazione. Sono i cosiddetti “leoni” da tastiera, riassunti in modo mirabile da un personaggio di Maurizio Crozza, fenomeno, purtroppo, sempre più diffuso riguardante una nuova categoria umana, quella di gente che, dietro lo scudo di un monitor e di una tastiera, si sente libera di insultare liberamente chi vuole, in particolare personaggi noti o che ricoprono cariche istituzionali. Nel caso specifico il sindaco di Chieti Umberto Di Primio, dopo aver spiegato l’utilità di un proprio profilo Facebook, la cui funzione  si é resa particolarmente evidente, ad esempio,  nel periodo in cui la città é stata colpita da una terribile ondata di maltempo, annuncia che da oggi in poi non risponderà più a nessuno e che si limiterà a pubblicare comunicazioni importanti  a servizio di quei 22 mila utenti (tra facebook e Twitter), per la gran parte cittadini di Chieti, che lo seguono. Questo il suo post:

” Leggo sulla mia pagina, -libera perché di un uomo realmente libero e senza padroni, libera perché permette a chiunque di scrivere commentare e persino offendere o minacciare (tanto c’è chi archivia)- post con proclami (a volte infantili, a volte farneticanti) che sarebbe troppo facile cancellare con una sola parola.  Vedo post carichi di risentimento (immotivato e spesso alimentato dall’ignoranza) di chi gonfia il petto dietro una strumentale interpretazione delle parole o s’affida alla superficiale conoscenza dei fatti, ma non manca di dare giudizi. Sarebbe uno scherzo sgonfiare tanta prosopopea con sole due precisazioni.  Io ho deciso di non commentare, ne polemizzare (finché posso e finché non si esagera) quindi, è inutile provocare e sbraitare se non riscontro/commento (quasi fosse un obbligo) ogni scritto che appare sulla mia pagina. Ho scelto di stare su FB non per farmi i fatti degli altri, non perché non ho altro spazio o luogo dove esprimermi, non perché non ho il coraggio del confronto vero, quello oltre la tastiera (quanti leoni virtuali, ma pecore nella realtà d’ogni giorno), non perché non ci siano altri canali d’informazione (i giornali le TV nel nostro Paese abbondano). Ho scelto di stare su FB perché (ad oggi) grazie a questo social, riesco a raggiungere e comunicare immediatamente è direttamente con quasi 19.000 persone (oltre 22mila se aggiungiamo Twitter). Riesco con un post a dare le informazioni che riguardano la città e la mia attività pubblica politica e di amministratore (mai credo d’aver pubblicato un post che riguardasse la mia vita privata). Questo è uno strumento per comunicare, non la fogna dove vomitare tutto. Questo è un social non uno psicologo cui affidare il proprio disagio. Questa è una community, non un sacco da prendere a pugni.  Scusate, credo sia giusto ascoltare tutti, così come credo sia giusto pretendere rispetto (per tutti), ma non c’è nessun diritto/dovere di corrispondere alle stupidaggini o alle offese. Mi tuffo nella mia vita reale, quella fatta di problemi e di successi. Quella che ti giudica per quel che sei e che  fai.  Insomma, viva Facebook, abbasso Facebook. “

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