Fossacesia-Mozzagrogna: lavoratori in schiavitù e senza vaccinazioni anti-Covid, due arresti

Facevano lavorare e vivere in condizioni disumane cittadini bulgari non vaccinati contro il Covid. Due persone sono state arrestate dai carabinieri di Atessa, su disposizione del gip del tribunale di Lanciano.

Si tratta di un cittadino bulgaro, D.T, 39 anni, attualmente detenuto nel carcere di Vasto, e di un imprenditore agricolo di Mozzagrogna, G.P.L, di 61 anni, attualmente agli arresti domiciliari.

Approfittando dello stato di bisogno e della situazione di vulnerabilità di undici persone, tra le quali diverse donne, provenienti da un piccolo paese che si trova a nord della Bulgaria, al confine con la Romania, le facevano lavorare e vivere in condizioni disumane e con paghe da fame.

I bulgari giungevano in Italia, via mare, dalla Grecia fino a Brindisi o a Bari e poi proseguivano in autobus fino a San Severo dove venivano prelevati dal loro connazionale che li trasportava fino a Fossacesia. Nella località rivierasca della provincia di Chieti venivano ospitate fino a undici persone, tutte sprovviste di vaccinazione anti Covid-19, in un locale di proprietà dell’imprenditore agricolo, fatiscente e con gravi carenze igienico-sanitarie.

I militari della Compagnia carabinieri di Atessa, al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Lanciano, all’alba dello scorso 30 ottobre, hanno messo la parola fine a questa situazione di sfruttamento arrestando i due uomini che, in qualità di caporale e di datore di lavoro, sono ritenuti responsabili in concorso di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e sono anche accusati di numerosi reati in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro.

Nell’operazione che ha riguardato una vasta area coltivata nei comuni di Fossacesia e Mozzagrogna sono stati impegnati venti militari del Nucleo Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro di Chieti, del 5° Nucleo elicotteri carabinieri di Pescara e con  l’ausilio dell’Ispettorato del Lavoro di Chieti.

Le indagini, condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile di Atessa, sono iniziate nel mese di settembre del 2021 con servizi di osservazione e pedinamento e hanno consentito di scoprire che i lavoratori stranieri erano tutti sprovvisti di un regolare contratto e lavoravano in condizioni di sfruttamento in cambio di una retribuzione palesemente al di sotto di quanto stabilito dai contratti collettivi regionali e nazionali.

La tempestività della Procura e del Tribunale di Lanciano ha permesso ai carabinieri che monitoravano quotidianamente i movimenti del bulgaro di arrestarlo nei pressi di San Severo prima che l’uomo, che era già in possesso di un biglietto per la Grecia, si imbarcasse dal porto di Brindisi e facesse perdere le sue tracce.