Elezioni 25 settembre: D’Alfonso disponibile a ricandidarsi illustra la riforma della giustizia tributaria

<Sarà il mio partito a decidere le candidature alle elezioni del 25 settembre. Sono comunque disponibile e pronto a proseguire il lavoro già avviato in Parlamento>: così il senatore Luciano D’Alfonso che oggi a Pescara ha illustrato i contenuti della riforma della giustizia tributaria al vaglio delle commissioni del Senato

Il presidente D’Alfonso si mette a disposizione del partito Democratico in vista delle elezioni del 25 settembre e, dopo la caduta del governo guidato da Mario Draghi, annuncia che presto ci sarà l’approvazione della Riforma della Giustizia Tributaria e del processo tributario a Camere sciolte nelle Commissioni congiunte Finanze e Giustizia del Senato. D’Alfonso, insieme a Luciana Cunicella, Componente della Giunta Esecutiva Centrale dell’Associazione Magistrati tributari,  ha illustrato le principali novità del disegno di legge delega che, dopo due mesi di lavori parlamentari, completerà nei prossimi giorni l’iter della sua approvazione, nonostante lo scioglimento delle Camere disposto dal Capo dello Stato che ha, al tempo stesso, dettagliato il necessario disbrigo degli “affari correnti”. Tra i punti essenziali: i magistrati tributari a tempo pieno e non più part time, accesso alla magistratura tributaria anche ai laureati in economia oltre che ai laureati in giurisprudenza, premialità fiscale per chi ha sempre pagato le tasse.

Il senatore D’Alfonso spiega che <Secondo le indicazioni fornite dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e ribadite ieri pomeriggio in Consiglio dei Ministri, anche la riforma della Giustizia tributaria rientra a pieno titolo tra gli interventi indispensabili per l’attuazione nei tempi concordati degli obiettivi del Pnrr, cui sono condizionati i consistenti e irripetibili fondi europei di sostegno che andrebbero altrimenti persi: “la Giustizia Tributaria è uno dei dossier che il Parlamento può portare a conclusione poiché scritto sull’agenda negoziata con l’Europa. Sull’attesa riforma della magistratura tributaria e del suo rito processuale, il PNRR aveva previsto una serie urgente di obiettivi tesi a eliminare le criticità riscontrate nella giustizia tributaria italiana e su cui si è concentrato il lavoro congiunto delle Commissioni Finanze e Tesoro (6 ͣ) e Giustizia (2 ͣ) del Senato della Repubblica>.

Queste le principali novità contenute nel disegno di legge:

1. Costruire un’adeguatezza numerica dei magistrati tributari a tempo pieno, poiché il carico ingestibile di contenzioso tributario in giacenza è causato da una magistratura part time attualmente in esercizio e da un numero non proporzionato di magistrati “assegnati”, anche evitando l’età pensionabile così come scritta nel DDL e concependo il trasferimento dagli altri ruoli magistratuali;

2. contemplare l’accesso al concorso prefigurato dalla norma, almeno in fase di prima attuazione, dovrebbe contemplare come regola di accesso anche la laurea economica e non solo quella in giurisprudenza;

3. rendere il giudice tributario indipendente ed autonomo attraverso una evoluzione significativa dell’Organo di autogoverno dei magistrati tributari;

4. poter ricorrere (oggi non previsto), in materia di sentenze, al giudice monocratico per il quantum di contenzioso fino a 3000 euro;

5. scrutinare con intelligenza “Premialità fiscale” e, su un altro piano, “Pace fiscale”, poiché con una riforma comunque rilevante in ragione dell’inserimento anche in Italia del giudice tributario dedicato e legittimato da selezione concorsuale a regime, l’Ordinamento non può non affrontare la razionalizzazione delle giacenze di contenzioso risalenti e corrispondenti a regole in via di modificazione strutturale.

D’Alfonso aggiunge che <Il numero dei magistrati tributari assegnati sarà coerente rispetto ai carichi di lavoro: 100 assunzioni entro il 2023 e altri 476 assunti mediante concorso tra il 2024 e il 2030. Perché questa riforma vede la sua grande trazione e motivazione, nelle giacenze, negli arretrati: è per questo che abbiamo introdotto l’emendamento per il superamento di oltre 50mila liti pendenti in Cassazione assai risalenti, per consentire alla giustizia tributaria di ripartire nel segno della qualità e del rispetto della dignità dei contribuenti che domandano giustizia in tempi ragionevoli e uniformità di trattamento”.

In altri termini – come evidenzia il Comitato Intermagistrature – risulta evidente che i prospettati interventi normativi debbano essere accompagnati e integrati con incisive disposizioni legislative per la definizione agevolata delle controversie pendenti avanti la sezione specializzata, che consenta l’impostazione di un programma triennale di smaltimento dell’arretrato e di stabilizzazione operativa con ragionevoli probabilità di successo”.

Nel corso dell’incontro con i giornalisti, il senatore D’Alfonso illustrerà alcuni dei nuovi istituti che mirano a eliminare le criticità del processo tributario italiano, dall’introduzione della prova testimoniale all’istituzione del massimario delle sentenze al rinvio pregiudiziale in Cassazione.

E’ necessario rendere disponibile una vera e propria funzione nomofilattica per garantire l’uniformità interpretativa, perché evita disparità di trattamento e perché serve a deflazionare il contenzioso, nella misura in cui rende prevedibile la giustizia tributaria.

Un sistema, insomma, quello della giustizia tributaria che si riforma per uscire dal caos e dall’ingorgo e per dare ai contribuenti maggiori garanzie di rapidità e di certezza dei diritti e dei doveri nella delicata materia fiscale>.