Dragaggio del Porto di Ortona: “Tutelare il mare e le dune”

Per il Coordinamento Dune Bene Comune il progetto sul dragaggio del porto di Ortona depositato in Regione per la V.I.A.,  la Valutazione di Impatto Ambientale, è assolutamente carente nell’esaminare l’impatto su dune e mare.

Il Coordinamento spiega gli effetti che i 750.000 metri cubi di sedimenti per il ripascimento tra lido Riccio e il Foro e scarico a mare davanti a Ortona avrebbero sull’ambiente.

In una nota il Coordinamento Dune Bene Comune afferma che “La prima bocciatura non pare aver insegnato nulla, il dragaggio non si trasformi in problema ambientale. È stato appena depositato in Regione il progetto di variante per il dragaggio del porto di Ortona per svolgere la procedura di Verifica di Assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale. Ora ci sono 45 giorni per presentare osservazioni.

Un primo progetto, che prevedeva lo scarico di un’enorme mole di sedimenti nel tratto di mare antistante Montesilvano e Silvi, approvato improvvidamente dal Comitato VIA nel 2018, fu bocciato sonoramente dal TAR nel 2019 dopo un ricorso dell’Area Marina Protetta di Cerrano, non essendo stato valutato adeguatamente l’impatto sull’area protetta a livello comunitario.

Ora si prova a far ripartire il progetto con una variante ma, a giudizio del Coordinamento Dune Bene Comune, la lezione non pare essere servita visto che il progetto modificato è, a giudizio degli attivisti, estremamente carente sull’analisi degli impatti sulle dune della Stazione di Tollo, dove avverrebbe un ripascimento con il materiale dragato, e sul tratto di mare di fronte ad Ortona, dove verrebbe gettata una buona parte dei sedimenti.

I dati ci dicono quanto sia rilevante il progetto dal punto di vista dimensionale:

-il totale di materiale scavato cresce fino a superare i 750.000 mc (756.664 mc per la precisione);

-la gran parte, 486.550 mc, verrà destinata a ripascimento del tratto costiero Lido Riccio – Stazione di Tollo – Foce Foro. Di questi, 143.550 mc saranno usati per un ripascimento a terra, che non era previsto nel vecchio progetto, e 343.000 mc per un ripascimento con scarico nel tratto di mare immediatamente antistante il tratto di litorale;

-a ripascimento o immersione in mare andranno anche 60.000 mc che nel progetto del 2015, per la loro scarsa qualità, erano stati destinati ad una vasca di colmata nel porto. Ora, con nuove analisi svolte a febbraio 2020, sulla base di un nuovo Decreto del 2016, secondo i proponenti sarebbero invece compatibili con il ripascimento della spiaggia o l’immersione in mare;

-come detto l’intervento a terra, avverrà, a differenza di quanto previsto precedentemente, con rilevanti lavori direttamente in spiaggia, con l’utilizzo di tubi, mezzi meccanici ecc, in un’area assolutamente delicata e vulnerabile dove sono presenti enormi valori naturalistici per la presenza di specie di piante dunali ormai rarissime;

-la restante parte, ben 270.000 mc, verrebbe scaricata in mare di fronte al porto di Ortona in un sito diverso rispetto a quello, vicino all’Area Marina Protetta di Cerrano, che fu causa della precedente bocciatura del progetto.

Come detto a nostro avviso il progetto è estremamente carente:

A)nessuna attenzione alle dune presenti alla Stazione di Tollo, e, soprattutto, alle precauzioni da adottare per evitare che siano danneggiate durante lavori che saranno mastodontici (nella foto il ripascimento avvenuto anni fa nell’area di Lido Riccio, già antropizzata, che fa comprendere il possibile impatto su una spiaggia).

Non viene allegato al progetto alcun rilievo (planimetrie ecc) di dettaglio della distribuzione della vegetazione dunale né sono citate misure di precauzione (delimitazione area di cantiere ecc);

B)bisogna approfondire la questione dei 60.000 mc divenuti “idonei”, cioè di fatto trattati come se fossero in classe A, con nuove analisi del febbraio 2020 che non ci paiono essere allegate alla variante di progetto. Inoltre in una delle relazioni si parla di sedimenti di due punti esaminati aventi caratteristiche peggiori, di classe B, pure nelle analisi di febbraio 2020, ma che poi, grazie ad un cavillo del Decreto del 2016, sono state trattati come se fossero della classe migliore;

C)non vi è una caratterizzazione adeguata del sito di scarico a mare, nonostante la presenza di specie marine importanti. Ricordiamo che l’immersione a mare di enormi quantità di sedimenti può comportare impatti importanti sull’ambiente, a cominciare dal soffocamento degli organismi bentonici.

Appare sorprendente che dopo una sonora bocciatura che ha ritardato i lavori di anni, solo per aver insistito in una direzione sbagliata, ora ci si ripresenti con elaborati di così scarso dettaglio.

Tra l’altro il TAR aveva annullato le conclusioni del precedente giudizio per cui anche la procedura stessa dovrebbe comportare la rivalutazione dell’intero progetto. Ovviamente presenteremo le osservazioni affinché mare e dune siano tutelate effettivamente. Tutti possono farlo entro il 2 novembre 2020″.

 

Frontespizio del progetto:

Estratto dal progetto con il confronto tra vecchio e nuovo intervento (quantità sedimenti):

Estratto tavola progettuale con modalità di intervento a terra:

Estratto della tavola con il sito di immersione in mare davanti ad Ortona:

Immagine di un precedente intervento di ripascimento a Lido Riccio (nella foto in apertura dell’articolo)

Immagine delle dune della Stazione di Tollo con, in primo piano, il Giglio di Mare:

Il progetto depositato in Regione: http://www.ambiente.regione.abruzzo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1750:lavori-di-escavazione-per-approfondimento-dei-fondali-del-porto-di-ortona&catid=5:procedura-va&Itemid=3

La sentenza del TAR L’Aquila: http://www.torredelcerrano.it/wp-content/uploads/2019/06/Sentenza-TAR-scarico-fanghi-Porto-Ortona.pdf