Asl Pescara: rimozione dg Mancini, per la Corte d’Appello è illegittima

Pescara - Armando Mancini direttore generale della Asl di Pescara.

La Corte di Appello dell’Aquila, il 6 maggio 2021, ha respinto il ricorso della Regione Abruzzo e confermato l’illegittimità della rimozione di Armando Mancini da direttore generale della Asl di Pescara.

A comunicare la decisione dei giudici della Corte di Appello è lo stesso Armando Mancini, mediante un comunicato stampa, nel quale ricorda che  il 2 ottobre del 2019 il presidente della Giunta regionale Marco Marsilio lo aveva dichiarato decaduto dall’incarico di Direttore Generale della ASL di Pescara e che un anno dopo, il 24 settembre del 2020, il Tribunale di Pescara ha stabilito  illegittimità del provvedimento. La Regione ha presentato ricorso in appello e il 6 maggio scorso è arrivata la sentenza.

Nella nota Mancini afferma che “La Corte di Appello di L’Aquila il 6 maggio 2021 ha respinto il ricorso della Regione Abruzzo, confutando tutte le osservazioni mosse alla sentenza di Primo Grado e ribadendo che la mia decadenza era totalmente immotivata, anche nel merito (cioè il raggiungimento degli obiettivi). Condannando nuovamente (ed ulteriormente) la Regione Abruzzo.

Si tratta di una sentenza esecutiva ed estremamente chiara: non vi erano motivi reali, nell’ottobre 2019, per dichiararmi decaduto dall’incarico che stavo svolgendo e che sarebbe dovuto terminare tre mesi fa, in marzo 2021.

All’epoca della mia “dismissione”, circa 20 mesi fa, i lavori del Distretto Sanitario di Pescara SUD erano in fase avanzata e dovevano essere terminati totalmente entro il 2020. Il Nuovo Pronto Soccorso era terminato anche nella impiantistica e bisognava iniziare con gli arredi e le apparecchiature (non era ipotizzabile, ovviamente, la necessità di una seconda “camera calda” per il COVID). I lavori per l’Ampliamento dell’Hospice, con raddoppio dei posti, erano stati aggiudicati ed affidati alla Ditta Elettroidraulica-Sorgentone,

Nel nostro Atto Aziendale, Penne aveva una Medicina con 52 posti; un Pronto Soccorso autonomo; reparti di Ortopedia ed Artroscopia, Ginecologia ed IVG, Chirurgia Generale, con posti letto e non solo Day Surgery. L’Ospedale di Popoli manteneva il Pronto Soccorso, Riabilitazione, Medicina, Chirurgia Generale, Ortopedia, Endoscopia Digestiva, Rianimazione.        I Reparti di Chirurgia di Penne e Popoli erano stati riconosciuti ed individuati con delibera quali Centri di Elezione Aziendale per interventi di Colecistectomia, Ernia Inguinale e Chirurgia della Parete Addominale.

A Pescara, luogo ove vi è il maggior numero di parti in Abruzzo, era stato istituito il Servizio di Parto Indolore, con un protocollo condiviso tra anestesisti ed ostetrici e l’assunzione di personale specializzato: avrebbe dovuto iniziare le attività nell’Ottobre/ Novembre 2019.

Era pronto per essere approvato (e portato al Tavolo Ministeriale) dalla Regione il DEA di II Livello Chieti- Pescara: insieme alla Centrale Unica del 118 avrebbe fornito, all’area delle due Province, dei servizi di elevatissima qualità per le situazioni di Emergenza Urgenza.

Senza dubbio, il sopraggiungere della pandemia ha creato innumerevoli problemi e distratto forze e risorse umane. E debbo dire che sia il Settore Sanitario che quello degli Uffici Tecnici hanno dato il meglio di sé, con competenza e professionalità di alto livello. A loro va sempre la mia gratitudine.

Ma non è possibile ignorare che la ASL di Pescara è stata lasciata senza vertice in un momento in cui era necessaria la massima coesione e rapidità di governo. E tutto ciò senza un motivo, in modo illegittimo ed ingiusto, come la Corte d’Appello ha ribadito cinque giorni fa. Lascio a chi legge ogni amaro commento”.