Governo senza ministre PD, appello anche dall’Abruzzo

Il contributo al dibattito sull’assenza di ministre del PD nel Governo Draghi arriva anche dall’Abruzzo: lettera aperta di due esponenti del partito.

La lettera è firmata da Chiara Zappalorto, assessore comunale a Chieti e dirigente regionale del PD, e da Francesca Buttari, assessore comunale a Francavilla e dirigente provinciale del PD.

L’appello al PD affinché promuova e sostenga le leadership delle donne:

“Non abbiamo Ministre del Partito Democratico nel nuovo Governo. Accade per la prima volta. Sembra che si sia aperto un vaso di pandora, in realtà è successo semplicemente che in una situazione di limitate possibilità, il PD ha scelto solo uomini. La comunità politica delle donne democratiche ha reagito con forza e sconcerto, prendendo atto di una situazione all’interno del nostro partito che non tiene conto di storie e competenze e chiedendo, prima di tutto, la convocazione di una direzione nazionale, che è stata convocata per giovedì 27 febbraio con un unico punto all’ordine del giorno ‘l’affermazione di un partito pienamente di donne e di uomini al centro di una nuova fase politica’.

Alle loro voci vogliamo aggiungere la nostra, a sostegno di tutte le donne democratiche e per dare un impulso nuovo anche nel ragionamento interno alla nostra Regione.
La situazione della donna in politica è profondamente cambiata, siamo molte di più, molto spesso abbiamo più consenso, abbiamo più capacità di lavoro, ma quando un ruolo prescinde dalla quantità di lavoro o dal consenso, di solito gli uomini scelgono altri uomini.
È necessario fare un passo in avanti e uscire dallo stato di autocommiserazione o, ancor peggio, di rassegnazione che ci ha portato fin qui.
Abbiamo un’occasione: ci accingiamo a eleggere le rappresentanti delle conferenze provinciali delle donne, luoghi democratici di rappresentanza. È necessario, però, che non diventino ‘riserve indiane’, perché il mondo non va da questa parte, bensì spazi politici in grado di promuovere e sostenere la leadership femminile. La ferita brucia. È arrivato il momento di non accontentarci di ruoli che spesso ci vengono offerti per cooptazione, ma di puntare alla leadership: per essere determinanti, dobbiamo sederci allo stesso tavolo, e in questo percorso, noi donne lo siamo. Ma dobbiamo sapere esprimere un reale convincimento e, insieme, scegliere e sostenere le migliori.
È necessario però che ci credano anche gli uomini. Per questo a loro ci rivolgiamo perché favoriscano questo percorso, non ostacolarlo offre una grande possibilità al nostro Partito.
Questo restituirebbe valore a un elemento fondamentale di credibilità della comunità democratica e progressista, quella del Partito democratico prima di tutto. Come possiamo candidarci a essere la forza politica più aperta ad affrontare l’enorme prezzo pagato dalle donne durante la pandemia, se al nostro interno non siamo in grado di garantire un equilibrio autenticamente plurale?
E come possiamo favorire l’utilizzo delle risorse dei fondi del Recovery plan e di Next generation Eu per colmare finalmente le differenze di genere, come Draghi nel suo discorso invita a fare? Dobbiamo riappropriarci di scelte politiche che ci ricongiungono con i valori fondanti della nostra comunità. Dobbiamo farlo ora.
A tutte le nostre colleghe, dirigenti e amministratrici, a tutte le iscritte, chiediamo di non lasciare che questo episodio sia compensato da un ‘contentino’ o possa essere considerato isolato. Non ci fermiamo al solito ‘apriamo una riflessione’ perché ci sono tutti gli elementi per cambiare strategia, per costruire insieme una leadership femminile che incida nelle scelte future che aspettano l’Italia. A una strada meno coraggiosa, corrispondono solo altre cocenti delusioni”.