Bussi: Tar Lazio accoglie ricorso Regione, Arta e Comune per gara d’appalto

Il Tar Lazio, con sentenza n. 347/2020 ha dichiarato illegittimo l’annullamento di ufficio con cui il Ministero dell’Ambiente aveva azzerato la gara di appalto, da lui stesso aggiudicata anni prima, sull’area delle discariche abusive a nord dello stabilimento di Bussi.

Il Tar ha così accolto i ricorsi di Regione Abruzzo, ARTA Abruzzo, Comune di Bussi e dell’aggiudicataria DEC-Deme, con una decisione che si conclude con la condanna dello Stato a 15.000 euro di spese di lite. I giudici amministrativi parlano addirittura di “sviamento di potere” per qualificare la condotta del Ministero dell’Ambiente.

“Vittoria davanti ai giudici del Tar per la Regione Abruzzo contro l’annullamento dell’aggiudicazione del bando di gara per la bonifica delle discariche 2a e 2b di Bussi sul Tirino. I giudici amministrativi hanno rilevato innanzitutto la legittimazione attiva della Regione Abruzzo nel giudizio in esame, non solo quale ente esponenziale della comunità locale ma anche quale parte del rapporto costituito con l’accordo di programma stipulato nel 2017. Un atto tra Solvay spa, allora proprietaria delle aree in esame, il Ministero dell’Ambiente, la Regione Abruzzo e il Comune di Bussi sul Tirino, era stato infatti stipulato proprio al fine di garantire il completamento della Procedura di Gara in esame.
Con un milione e mezzo di euro inoltre la Regione si era obbligata a coprire ogni ulteriore spesa derivante dalla Procedura di Gara nonché dall’esecuzione e del collaudo dei servizi e lavori oggetto di aggiudicazione, aspetto che non è stato poi contestato dal Ministero in sede di ricorso. Secondo il Tar il provvedimento di annullamento adottato dal Ministero appare tardivo in quanto adottato oltre il termine di 18 mesi”.

E’ il presidente Marsilio a commentare la sentenza del Tar e le prospettive.

“Il Tar ha opportunamente ritenuto di affrontare le questioni che appaiono rilevanti nella conformazione della successiva attività amministrativa, evidenziando in particolare la contraddittorietà e l’irragionevolezza dell’agire del Ministero dell’Ambiente e la circostanza che l’esigenza della rapidità nella conclusione dell’iter amministrativo propedeutico alla bonifica di un sito cosi dannoso per l’ambiente non pare aver caratterizzato l’operato del Ministero.
In conclusione, delle tre “criticità” che il Consiglio superiore dei Lavori pubblici avrebbe rilevato, secondo la prospettazione del Ministero dell’Ambiente la prima appare superata così dalla considerazione che, allo stato, l’interesse pubblico sotteso al provvedimento ministeriale di autotutela non può più risiedere oggi nella violazione delle norme della gara pubblica, trattandosi di una gara già conclusa e aggiudicata; mentre le altre due, poiché concernono la progettazione definitiva, dovranno essere risolte nel prosieguo dell’istruttoria e con il parere finale del Consiglio stesso, fermo restando che dovrà tenere conto in modo motivato e circostanziato delle considerazioni della parte privata.
“Si tratta di una sentenza importante che conferma la posizione della Regione Abruzzo tesa a bonificare la discarica nel più breve tempo possibile – ha sottolineato il presidente Marco Marsilio – adesso bisogna riavviare subito il discorso politico istituzionale attraverso il confronto tra la Regione, la Provincia e i Comuni interessati, in particolare quello di Bussi. Ringrazio gli avvocati Stefania Valeri e Marianna Cerasoli, dell’avvocatura regionale, per il lavoro svolto e il risultato ottenuto che consentirà ora di intervenire celermente. Mi auguro infatti che Il Ministero dell’Ambiente desista e non continui in una battaglia giudiziaria amministrativa che non farebbe il bene nell’ambiente nelle aree inquinate”.

“In attesa di leggere a sentenza del TAR che accoglie il ricorso presentato dal Comune e dalla Regione Abruzzo avverso l’annullamento della Gara per la Bonifica della aree 2A e 2B da parte del Ministero dell’Ambiente, non posso esimermi dall’esprimere soddisfazione per la decisione del tribunale amministrativo. L’annullamento della Gara aveva nei fatti negato la possibilità di dare immediato avvio alle opere di bonifica, mortificando l’aspettativa del paese e dell’intero territorio abruzzese. Mi auguro oggi che alla luce della sentenza del TAR il Ministero, valutando la prevalenza dell’interesse pubblico alla bonifica, in tempi rapidi riavvii tutto quanto previsto dell’Accordo di Programma”. Lo dichiara il sindaco di Bussi Salvatore Lagatta alla luce della decisione del Tar Lazio.

“Abbiamo vinto una grande battaglia per l’ambiente e per l’Abruzzo, convintamente al fianco della Regione e contro un Ministero che in maniera ingiustificata aveva revocato alla nostra terra 50 milioni di euro”. E’ questo il commento del Direttore Generale ARTA, Maurizio Dionisio alla sentenza del Tar Abruzzo che ha bocciato l’annullamento dell’appalto per la bonifica del sito dei veleni di Bussi già disposto dal Ministero dell’Ambiente.

“Il Ministro dell’Ambiente Costa chieda scusa e rifletta anche sul suo operato e se è in grado di governare adeguatamente la sua struttura ministeriale. Nonostante gli appelli e le puntuali segnalazioni che avevamo fatto, evidenziando tutte le lacune dell’attività ministeriali, ha deciso consapevolmente di difendere gli errori dei suoi dirigenti e non l’ambiente e la salute dei cittadini” così Augusto De Sanctis del Forum H2O che aveva criticato duramente l’operato del Ministero divulgando una serie di documenti che sono stati poi alla base dei ricorsi e della sentenza del TAR di oggi che annulla il provvedimento con cui il Ministero dell’Ambiente aveva bloccato la gara da 40 milioni di euro che avrebbe permesso una bonifica rapida delle discariche 2A e 2B a Bussi da oltre 100.000 mc di rifiuti.
Il ministero dell’Ambiente per 8 mesi si era rifiutato di darci la documentazione sulla gara. Grazie alle nostre fonti abbiamo però scoperto documenti di gravità inaudita che oggi il TAR censura in maniera durissima, con passaggi in cui rileva che il comportamento del Ministero è connotato da “sviamento di potere”, “contraddittorietà e irragionevolezza” in circostanze addirittura “eccentriche”.  Anche il Forum H2O commenta il pronunciamento del Tar.

“A questo punto – conclude il Forum – serve un’immediata inchiesta interna sull’operato dei due dirigenti del Ministero dell’Ambiente Lo Presti e Distaso. Sarebbe ovviamente surreale un ricorso al Consiglio di Stato e speriamo che anche l’Avvocatura, che aveva dato un parere stringato e superficiale, dia lo stesso suggerimento al Ministro. Auspichiamo infine che la procura della Repubblica di Pescara batta finalmente un colpo sui ritardi ultradecennali delle bonifiche a Bussi, magari partendo proprio dalle conclusioni a cui sono pervenuto i giudici del TAR.”

«La bocciatura del TAR – questo il commento del delegato del WWF Italia per l’Abruzzo Filomena Ricci – rappresenta l’ennesimo colpo di scena di una vicenda che si trascina ormai da oltre 13 anni, quando furono rinvenute varie discariche abusive a partire dalla prima nei pressi della confluenza dei fiumi Tirino e Pescara. La situazione di aperto contrasto tra il Ministero dell’Ambiente, da una parte, e la Regione Abruzzo e il Comune di Bussi, dall’altra, non rende sicuramente più facile la bonifica che dovrebbe invece essere l’obiettivo principale di tutte le amministrazioni nell’interesse esclusivo della salute dei cittadini e dell’ambiente. Ora si torna al punto di partenza con l’aggiudicazione della gara che torna valida, sempre che non intervengano ulteriori sviluppi nella battaglia legale. Il dato di fondo rimane però sempre lo stesso: le discariche furono scoperte nel 2007, il sito di bonifica di interesse nazionale è stato istituito nel 2008, dal 2007 al 2018 vi è stata anche una gestione commissariale per l’area… ma la bonifica ancora non è stata fatta!».

“Nei prossimi giorni il ministero valuterà l’ipotesi di un ricorso al Consiglio di Stato avverso alla sentenza del Tar su Bussi. Nel frattempo, voglio ricordare al presidente Marsilio che il ricorso si riferiva ad una gara annullata ma, come egli sa benissimo, sul sito di Bussi sta già operando il gruppo Edison, attualmente individuato come responsabile della contaminazione”. Così in una nota il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Morassut. “Le attività per la bonifica del sito di Bussi sul Tirino – continua Morassut – sono dunque in corso, e questa credo sia la questione principale per l’interesse dei cittadini e delle istituzioni, non certo il successo o meno di un ricorrente privato nell’ambito di un ricorso”. “Quanto alla collaborazione istituzionale che il Presidente giustamente invoca – aggiunge Morassut – ricordo che da mesi il Ministero dell’Ambiente ha formalmente chiesto alla regione Abruzzo di individuare il sito alternativo (all’interno del Sin di Bussi) sul quale impiegare le somme pari a circa 50 milioni di euro relative alla gara annullata e recuperate in contabilità speciale. Mi auguro che a prescindere dalle fortune dei ricorsi dei privati le istituzioni collaborino per portare avanti il risanamento del sito di Bussi”.