Coronavirus Abruzzo, operaio Sevel con febbre negativo al tampone

Coronavirus Abruzzo: negativo al tampone l’operaio della Sevel che era andato a lavorare in autobus con 38 di febbre. Lo rivela il governatore Marsilio.

L’operaio di Gissi che era stato respinto ai cancelli della Sevel perché febbricitante è stato rintracciato ieri stesso, su impulso del Presidente della Regione e della Asl competente, e sottoposto a tampone. Tampone che, nella trada serata di ieri stesso (smentendo le calunnie di chi continua a dire che per i referti si devono “attendere 15 giorni”) ha dato esito negativo. Va chiarito che nel viaggio di ritorno l’operaio ha viaggiato da solo a debita distanza dal conducente, su mezzi che l’azienda sanifica ogni giorno. Che il medico curante aveva riscontrato come lo stato febbrile fosse rapidamente cessato, tanto da non ritenere necessario alcun coinvolgimento della Asl che, come detto, è intervenuta per puro scrupolo e al fine di tranquillizzare tutti. In ogni caso, la Regione Abruzzo, tramite l’assessore Febbo, ha richiamato l’azienda e i sindacati al rispetto rigoroso dei protocolli di sicurezza stipulati tra le parti e consegnato alla Prefettura, procedendo anche a verificare se nel caso in specie il protocollo sia stato applicato correttamente o se esiste una ‘falla’ nel sistema consistente nella determinazione della procedura di presa in carico e gestione dei casi respinti all’ingresso. Il confronto tra le parti è in corso, la Regione e la Asl continueranno ad assicurare la massima attenzione, vigilanza e collaborazione per garantire la sicurezza dei lavoratori, delle aziende e dei cittadini.

“Il protocollo Sevel ha funzionato, quello della Regione no”. È quanto sostiene la segreteria Uilm di Chieti-Pescara sul caso dell’operaio vastese della Sevel di Atessa bloccato all’ingresso perché febbricitante sul bus dei pendolari e risultato negativo al tampone Covid-19. “Il protocollo sottoscritto da FCA e organizzazioni sindacali, di cui lo stabilimento Sevel è capofila – dice Nicola Manzi, segretario Uilm – avrebbe dimostrato tutta la sua efficacia se, rilevata una temperatura superiore a 37,5 gradi, a un lavoratore non è stato concesso l’ingresso nello stabilimento, come stabilito dalle linee guida del Governo. Quello che forse andrebbe perfezionato è proprio il protocollo del trasporto pubblico su cui ha competenza la Regione Abruzzo. Insistiamo su una pianificazione capillare dei trasporti, sui controlli dei mezzi e su un’unica strategia da programmare insieme con la vicina Regione Molise, chiedendo di mettere al primo posto la salute dei lavoratori pendolari, autisti e addetti alla sanificazione dei mezzi. Ci chiediamo – prosegue Manzi – di chi sia la responsabilità della falla, considerando che si è palesata proprio nelle misure previste per la gestione del trasporto pubblico, ricordando che la Regione ha parlato del problema trasporto lo scorso 24 aprile, al tavolo con le parti sociali convocato a 3 giorni dalla riapertura della Sevel e del suo indotto, che danno lavoro a oltre 20 mila addetti. Solo ora, a rischio sfiorato, sembra che l’assessore Mauro Febbo abbia preso coscienza della necessità di capire come attuare misure di messa in sicurezza. E’ necessario integrare il protocollo sul trasporto pubblico con ulteriori procedure che riducano il rischio contagio, altrimenti la falla rischia di diventare una voragine”.

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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.