Tangenti sulle chiese, gli auto-incarichi di Marchetti

Chiese tangentiTra i particolari contenuti nelle ordinanze di custodia cautelare e nelle intercettazioni telefoniche dell’inchiesta sulle presunte tangenti nella ricostruzione degli edifici di culto del centro storico dell’Aquila, emerge il presunto raggiro nei confronti di don Renzo Narduzzi, il parroco storico della chiesa di Santa Maria Paganica, deceduto lo scorso mese di dicembre.
Secondo l’accusa sostenuta dai pubblici ministeri David Mancini e Antonietta Picardi, gli imprenditori coinvolti avrebbero “falsificato la firma di don Renzo Narduzzi e retrodatato l’atto della scrittura privata sottoscritta dal sacerdote per il conferimento dei lavori a Santa Maria Paganica”, i cui interventi di restauro, lo ricordiamo, ammontano a 19 milioni di euro, l’importo sul quale sarebbe stata calcolata la tangente dell’1%, pari a 190 mila euro.
In un’intecettazione, infatti, l’imprenditore Vinci afferma: “Siccome è dissociato.. lo abbiamo quasi accompagnato con la mano a firmare”, con riferimento al sacerdote in pessime condizioni di salute.
Per il gip don Renzo “era inabile ad apporre la propria firma”.
Sempre secondo l’accusa Vinci si avvicina ai lavori post sisma su Santa Maria Paganica grazie all’amicizia con il vice parroco don Rizzo.
A trovare le imprese disposte a costituire con l’imprenditore un’Ati per i lavori alla Chiesa sarebbe stata la Mancinelli, funzionario della Direzione regionale dei Beni culturali. Sarebbe stata lei ad intascare la mazzetta da 10mila euro in un ristorante di Carsoli che l’imprenditore Vinci avrebbe consegnato all’ex direttore regionale dei Beni culturali per l’Abruzzo, Marchetti, ex vice commissario alla ricostruzione post sisma dei beni culturali.
La Mancinelli, secondo l’accusa, avrebbe avuto anche un ruolo nell’attività di pressing nei confronti dell’ex premier Enrico Letta e di suo zio Gianni Letta, su incarico dell’ex vescovo ausiliare Giovanni D’Ercole, per far diventare la Curia soggetto attuatore al posto del Ministero dei beni culturali.

IL SITO WEB FANTASMA E GLI AUTO-INCARICHI DI MARCHETTI (Servizio ANSA)

Il vice commissario per i beni culturali, Luciano Marchetti, ai domiciliari, che a soli due giorni dalla scadenza del suo mandato, per assicurarsi incarichi professionali “privati”, si autonomina direttore dei lavori per gli interventi di recupero della storica chiesa aquilana delle Anime Sante, insieme a quella di Santa Maria Paganica al centro dell’inchiesta. Lo stesso Marchetti che nell’ultimo giorno da dirigente pubblico all’Aquila firma un mandato di pagamento di 40 mila euro per un sito Internet fantasma nel quale si sarebbe dovuta rappresentare l’attività di tutela dei beni culturali. Spuntano nuovi particolari nell’ambito dell’inchiesta della Procura della repubblica dell’Aquila denominata “Betrayal” su presunte tangenti nella ricostruzione di beni culturali ed ecclesiastici all’Aquila che ha portato all’arresto di cinque persone, tra imprenditori e dipendenti pubblici. Tutto questo mentre il giorno dopo la nuova bufera giudiziaria nel territorio colpito dal terremoto del 6 aprile 2009, polizia e guardia di finanza hanno cominciato l’esame delle carte sequestrate nel corso delle 25 perquisizioni effettuate ieri mattina insieme ai cinque arresti, di cui due in carcere e tre ai domiciliari. Carte che vengono definite interessanti per cui sono attesi ulteriori sviluppi. Il giorno dopo il nuovo shock il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, esclude che ci sia un “sistema L’Aquila” e si dice convinto che “ormai senza complicità nelle istituzioni è difficile delinquere”, sottolineando che “il problema non è solo la politica ma la dirigenza pubblica e la cosiddetta parapolitica, questo sta dimostrando il Paese”. Tuttavia sull’Aquila si mostra sereno perché “con le regole chiare e certe si può contrastare il fenomeno, abbiamo creato una fitta rete anche con gli enti locali e il Comune sta facendo il suo con una grande azione di trasparenza e legalità”. Come Cialente, anche la senatrice del Pd Stefania Pezzopane rivendica l’azione del Comune, riferendosi al braccio di ferro con la Curia che voleva diventare soggetto attuatore per bandire le gare d’appalto del proprio patrimonio. Le vicende del sito web fantasma e dell’autoincarico di Marchetti vedono come figura centrale la funzionaria della Direzione beni Culturali Alessandra Mancinelli, in carcere insieme all’imprenditore Massimo Vinci. Infatti, quando per l’opposizione del direttore regionale dei Beni Culturali, Fabrizio Magani, è saltato il pagamento per l’autoincarico, la Mancinelli, insieme al tecnico del Mibact Giuseppe Di Girolamo, indagato, anche lui molto vicino a Marchetti, pensa ad una selezione a 5 con 4 altri tecnici consenzienti e per questo indagati, che quindi viene “confezionata” per far vincere Marchetti. Questa volta con la firma di Magani l’ex vice commissario ottiene l’incarico. Anche nel caso del sito fantasma si organizzata una gara “facendo in modo che venissero invitate ditte che non avevano i requisiti richiesti dal bando”, così da determinare la vittoria della ditta International Outsourcing, come si legge nell’ordinanza del Gip Giuseppe Romano Gargarella. L’obiettivo era “mandare deserta la procedura di gara e concedere il lavoro con affidamento diretto alla ditta International Outsourcing per la somma di 39.970 euro”. Dagli atti risulta anche che la Busova ben cinque mesi prima avesse siglato un contratto con l’Automitica Officina di Vincenzo Altorio, fidanzato della Mancinelli, anch’egli indagato, “per la somma di 29.607,49 euro”.

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