Cialente: ” So di esser scomodo anche per il Pd”

Cialente Massimo” So di essere scomodo anche per il mio partito dal quale, tuttavia, non intendo uscire. Il non invito al summit regionale del Pd? Più che parlarne come di offesa personale al sottoscritto ritengo debba essere di slancio per comprendere tante dinamiche partitiche e non per le quali rischia di fare le spese L’Aquila e la sua ricostruzione”. Così al nostro microfono il sindaco del capoluogo di regione Massimo Cialente: lo abbiamo raggiunto telefonicamente per chiedergli a caldo un commento sulla vicenda del “non invito” al vertice del Pd, tenutosi a Pescara nei giorni scorsi, convocato dal neo segretario Rapino e destinato a ridisegnare ruoli e nomi all’interno della rinnovata segreteria organizzativa del partito. Incalziamo Cialente per capire se e in che misura corrisponda al vero la notizia di una sua imminente uscita dal Pd, anche alla luce di questa ultima vicenda: ” Ma vede, il punto forse non è questo sebbene sia un dato di fatto che io abbia una concezione della politica ancora vecchio stampo ossia tra la gente e per la gente anche a costo di rimetterci la faccia. Un modo di far politica in effetti diverso dalle correnti più nuove e giovani. Il fatto è che io non intendo cambiare, piuttosto torno a fare il medico in ospedale!”. E se dalla segreteria del partito, così come lo stesso Cialente ci conferma, a spiegazione della mancata convocazione del sindaco aquilano forniscono la motivazione tecnica “dell’errore del server all’atto dell’ invio degli inviti via mail”, ci colpisce il modo in cui Cialente ci saluta augurandoci la buona domenica e ricorrendo ad un tempo verbale che ha tutto il sapore del passato, della delusione, forse dello strappo: “Avrei potuto fare ancora molto continuando a ritenere il lavoro di squadra all’interno di un partito, a maggior ragione se governa una regione e una nazione, l’unico modo per rinascere e nel caso de L’Aquila ricostruire”.

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