Roma, tavolo di crisi per la ex Blutec di Atessa

Si è svolto oggi al Ministero dello Sviluppo Economico il tavolo di crisi sulla Ingegneria Italia, la ex Blutec di Atessa (Chieti).

Al tavolo, presieduto dal vice capo di gabinetto Giorgio Sorial, hanno preso parte i rappresentanti di Invitalia, l’azienda, le istituzioni locali e le organizzazioni sindacali. La Ingegneria Italia ha confermato le trattative in corso con la Ma srl del gruppo Magnetto, Sorial ha annunciato che la cessione del ramo di azienda sarà monitorata. Il tavolo è stato convocato appositamente per discutere della situazione dello stabilimento di Atessa, dopo l’incontro dei lavoratori con il ministro Di Maio, al quale era stata segnalata la questione degli stipendi e i dubbi riguardo al futuro dello stabilimento.

“Il prossimo tavolo – ha detto Sorial – deve essere inteso già convocato per la fine di febbraio, per procedere con la definizione di un processo di cessione atteso da più di un anno. C’è particolare attenzione nei confronti di questo stabilimento, la cui produzione e gli eventuali fermi condizionano un intero cluster industriale regionale ed un settore importante a livello nazionale”.

La mobilitazione alla ex Blutec, azienda appartenente al settore dell’automotive, aveva innescato una serie di stop in altri stabilimenti della Val di Sangro connessi alla produzione dei furgoni Ducato, come la Sevel.

Poco dopo la fine dell’incontro romano l’Unione sindacale di base-Federazione regionale Abruzzo ha emesso il seguente comunicato:

“Oggi si tenuto presso il MISE l’atteso incontro sul futuro dello stabilimento ex-Blutec, oggi Ingegneria Italia srl, dove sono impiegati anche i lavoratori di CSA (azienda che è parte integrante di Ingegneria Italia srl). Presenti al tavolo del vice capo di gabinetto Sorial i vertici aziendali, tutte le organizzazioni sindacali presenti nello stabilimento e il presidente vicario della Regione Abruzzo Giovanni Lolli.
Grazie alle frequenti mobilitazioni degli operai, ormai è noto a tutti il clima incandescente che si respira nell’azienda fornitrice di telai e altri componenti del Ducato per Sevel FCA. Clima reso incandescente dalla superficialità e dalle continue mancanze della nuova proprietà che negli ultimi mesi non è stata puntuale col pagamento degli stipendi, che non riesce a garantire ai propri lavoratori ticket, TFR e Metasalute. Pendenze che gravano sulla trattativa per la cessione dell’attività verso Magneto. Gravi anche le condizioni degli impianti, la sicurezza per i lavoro in ex-Blutec non è affatto garantita e in queste condizioni critiche il rischio di non riuscire a soddisfare per tempo le esigenze dei clienti è molto alto.
Di tutto questo si è discusso questa mattina al MISE. L’azienda conferma che la cessione a Magneto avverrà in continuità e senza ripercussioni sull’occupazione, contraddicendosi poco dopo annunciando che nella cessione non rientra CSA. La nostra organizzazione sindacale ha subito evidenziato il problema avendo come assoluta priorità il futuro di tutti i lavoratori impiegati nel sito, impegnandoci nel tutelare quindi anche i lavoratori CSA. Il Ministero ha preso atto della nostra segnalazione impegnandosi a vigilare per trovare una soluzione per tutti i lavoratori, compresi gli operai CSA. La delegazione USB ha consegnato al Ministero un documento ufficiale con delle richieste specifiche e dettagliate per facilitare una rapida risoluzione della vertenza: in primis chiediamo al Ministero di vigilare e fare chiarezza sulla reale concretezza della trattativa con Magneto (MA srl); l’eventuale cessione non deve assolutamente incidere sui lavoratori, né sul numero di dipendenti impiegati, né in termini di diritti e salario, e questo deve valere anche per i dipendenti CSA; i versamenti di TFR e contributi pensionistici devono essere garantiti nel momento del passaggio di proprietà; è necessario e fondamentale un piano serio di investimenti per il futuro dello stabilimento, che metta al primo posto la sicurezza sul posto di lavoro.
Il tavolo si riunirà nuovamente nel mese di febbraio. Ad oggi le nostre incertezze restano, continueremo a vigilare per il futuro lavorativo dello stabilimento, per il futuro di 200 operai e delle loro famiglie”.