Pescara: la marineria piange il suo “capitano”, Mimmo Grosso sconfitto dal Coronavirus

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La marineria di Pescara piange il suo storico rappresentante, Mimmo Grosso: è stato sconfitto dal Coronavirus. Era ricoverato in ospedale, le sue condizioni si sono aggravate negli ultimi giorni anche a causa di patologie pregresse. Aveva 58 anni. Una vita spesa per il mare, il fiume e il porto.

Un uomo di mare, forte, abituato alle tempeste, ai marosi, a sfidare le onde e le maglie della burocrazia. Da sempre in prima linea, Mimmo Grosso, già presidente degli armatori di Pescara, conosciuto per le sue battaglie per il dragaggio del porto di qualche anno fa, per i pescatori e in prima linea nelle vicende annose riguardanti il fiume e il canale impraticabili e pericolosi per gli stessi marittimi a causa di fanghi, sabbie e della dimenticanza degli uomini. Non te lo aspetti, eppure il nemico invisibile non era nulla di tutto questo, ma il Coronavirus che Mimmo aveva contratto e di cui ne scherzava come era solito fare con la sua ironia, persino su Facebook. Lui che proprio dal social tuonava “Restate a casa!”. Era ricoverato all’ospedale di Pescara. Da qualche giorno i suoi post erano, però, sempre più rari fino a quando, ieri sera, non è arrivata la tragica notizia della scomparsa di Grosso a 58 anni. Già affetto, secondo le prime indiscrezioni, da alcune patologie pregresse che non gli avevano certo impedito di andare in mare come solo un vero capitano sa fare, Mimmo non ha saputo vincere il Coronavirus. Ma la sua non è stata una sconfitta, perché Mimmo ha vissuto per la sua gente e si è battuto come uomo di mare sa fare. Un carattere forte, impetuoso come sa essere il mare in tempesta che più e più volte ha affrontato. Come ha affrontato burocrazia, politica, istituzioni negli anni duri in cui la marineria di Pescara è stata costretta alla via crucis del dragaggio mancato, del fiume impraticabile, della resa e dei pescherecci ormeggiati impossibilitati a prendere il largo a causa dei bassi fondali. Per Mimmo la sicurezza del porto e dei suoi marittimi ma anche degli armatori e di tutte le persone che di mare vivevano, era la priorità. Solo poco più di un paio di settimane fa ci contattò telefonicamente per fare un reso conto del già fatto e di ciò che aveva intenzione di chiedere per i lavori del nuovo porto, gli indennizzi del fermo pesca, affrontare la situazione della categoria in tempo di Coronavirus, guarda caso, e mettere in campo altre idee per rivitalizzare la Pescara del mare e del fiume. Arriva il cordoglio dell’attuale presidente degli Armatori Francesco Scordella e di tutti coloro, tra armatori e pescatori, che lo conoscevano e anche tra politici, autorità portuali ed esponenti delle istituzioni. Grosso non aveva peli sulla lingua, più volte si è recato nei palazzi del “potere” per chiedere, anzi pretendere il dovuto per la categoria che a Pescara conta un cospicuo numero di pescherecci, senza contare l’indotto. E Mimmo ce l’ha fatta con tutta la marineria, le sue vittorie le ha avute: il dragaggio, il ritorno in mare dei pescherecci, il ristoro, ma non era soddisfatto appieno perché troppe cose sono rimaste irrisolte e sono tornate come prima. Proprio per questo assieme agli altri armatori e allo stesso Scordella voleva continuare a battersi. La sua ironia era la sua peculiarità, il suo modo di porsi, di farsi ben volere da tutti, persino quando si litigava, perché le liti, in famiglia, non mancano mai, poi amici come prima ed ha avuto forza e la diplomazia di rompere le maglie della burocrazia. Perché da uomo di mare era abituato ad attraversare le tempeste e a uscirne indenne, anzi, a fare uscire indenne prima tutti gli altri, poi come la legge del mare vuole, lui, capitano, l’ultimo ad abbandonare la nave. Il peschereccio di Mimmo, Nausicaa, ha sfidato le onde, il freddo e il caldo, le difficoltà della marineria e del porto impraticabile, ha chiamato a raccolta la “ciurma” nelle sue battaglie, anche con azioni eclatanti ed ha ottenuto risposte. Ma non si è arreso, Mimmo, nemmeno quando dopo anni la situazione del porto canale è tornata ad essere difficile. Ha seguito il progetto per il nuovo porto ma non è riuscito a vederne la conclusione che dovrà avvenire, si spera, in tempi rapidi. La marineria pescarese si stringe attorno alla famiglia di Grosso, non solo, anche tutti i cittadini che lo conoscevano. Conoscevano l’uomo, il combattente, il comandante, il pescatore e l’armatore, perché Mimmo era tutto questo e per anni ha rappresentato la sua categoria nei tavoli istituzionali. Di Mimmo si ricordano le “battute” in dialetto, i racconti delle avventure in mare, il lavoro duro di pescatore, l’essere “fumantino” al momento giusto per poi ritrovare la razionalità che gli ha permesso di rapportarsi con politici, istituzioni, autorità marittime e portuali.

Tanti i servizi realizzati dal Tg8 insieme a te perché attraverso i media volevi informare, denunciare, raccontare e tenere al corrente la tua gente e i Pescaresi della situazione del cuore della città marinara. Ciao Mimmo, che il mare ti sia lieve, perché chi come te ha combattuto fino alla fine e chi come te ha vissuto, non ha perso mai. Buon vento, Capitano. 

Il ricordo del senatore Luciano D’Alfonso, già presidente della Regione Abruzzo:

Mimmo Grosso ha rappresentato con alcuni altri saggezza e capacità di combattimento per le ragioni dell’economia del mare.
Sempre in prima fila componendo generosità e parole puntualissime.
Ha seguito da protagonista tutte le fasi di dolore e di svolta della marineria pescarese.
Con i suoi amici di sempre è riuscito a far prevalere il merito delle questioni e dei problemi della marineria. Me lo sono trovato interlocutore rigoroso per 20 anni nei diversi ruoli rivestiti.
Tre passioni lo hanno sempre avvolto e coinvolto : il lavoro di qualità, la rappresentanza delle ragioni della sua gente di mare e la certezza della sua famiglia.
Ho imparato molto da Mimmo perché mi ha subito colpito la sua capacità di parola : assomiglia agli artigiani dell’entroterra sempre pronti ad educare con la parola giusta. Lo abbiamo visto anche combattente contro le prepotenze del diritto europeo.
Mi ricordo quando venne trattenuto a forza nella Contea Spalatino Dalmata e il Presidente della Contea noto’ la forza di spiegazione di Mimmo Grosso.
I mari e le terre d’Abruzzo perdono un gigante della rappresentanza sociale.

Armando Foschi, Guerino Testa, Riccardo Padovano si uniscono al cordoglio e stanno arrivando, man mano che la notizia si diffonde, tanti attestati di solidarietà verso la famiglia e pensieri e ricordi di un uomo che ha vissuto del e per il mare e che al mare è tornato.

Il ricordo del sindaco di Pescara Carlo Masci :

Un’altra tragica giornata quella di ieri. Questo maledetto virus si è portato via anche Mimmo Grosso, un nome che a Pescara voleva dire Mare, Fiume, Porto. Un capitano coraggioso, sempre in prima linea per far valere i diritti dei Pescatori. Un carattere forte, deciso, indomito, un vero Uomo di mare. Quante battaglie vissute insieme per il dragaggio, per il porto insabbiato. Era un simbolo, legato a un mondo antico che sa di sale e di sacrificio, ma anche di amore grande per la famiglia, di fratellanza per gli amici, portatore di valori veri, di sentimenti senza maschera, capace di guardare avanti e di immaginare il futuro come solo i condottieri sanno fare. Pescara oggi si scopre più povera, piu triste, più sola. Ti faccio una promessa, Pescara avrà il suo Porto, quello per cui ti sei battuto anche nel letto di ospedale, perché tu non hai mai mollato, sempre a testa alta pur se fiaccato da questa malattia sconosciuta, vigliacca e assassina. Ciao Mimmo, continua a combattere dal cielo per Pescara, a difendere la tua gente e la città che hai tanto amato!’

Il servizio del Tg8

Coronavirus: sirene e applausi per addio a Mimmo Grosso. Feretro sfilato su lungofiume e fermato davanti banchina nord:

Le sirene dei pescherecci e un lungo applauso da parte di un centinaio di persone presenti hanno tributato l’ultimo saluto a Mimmo Grosso, storico leader della marineria cittadina, deceduto ieri a Pescara, all’età di 58 anni, in seguito a contagio da Covid-19 unito ad altre patologie pregresse.

Il feretro, a bordo di un carro funebre, intorno alle 15 di oggi pomeriggio ha sfilato sul lungofiume cittadino, per poi fermarsi per una decina di minuti ai margini della banchina nord, dove parenti, amici, armatori e lavoratori del mare gli hanno reso l’estremo saluto.

Presenti anche il sindaco Carlo Masci, il consigliere regionale Guerino Testa, il presidente Sib Riccardo Padovano e l’attuale leader degli armatori pescaresi Francesco Scordella. Sulle mura esterne del mercato ittico sono stati affissi diversi striscioni con le scritte “Anche il mare piange il suo eroe”, “Mimmo la lotta è dura senza te” e “Tutta la marineria ti ringrazia”.

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