Covid Abruzzo: “Il vaccino fa la differenza”

Il Direttore dell’Unità Operativa Complessa Malattie Infettive di Pescara Giustino Parruti sottolinea la necessità di accelerare sulla terza dose per gli anziani.

La terza dose di vaccino contro il covid traina la campagna in Italia. Ad oggi sono già il 35,4% gli italiani vaccinabili che l’hanno ricevuta. E questa settimana si attende una decisione su un’ulteriore estensione agli under 60. Sono intanto 5.822 i positivi registrati nell’ultimo bollettino Covid e 26 le vittime. Tasso all’1,3%, +6 intensive.

“Accelerare su terze dosi e convincere gli scettici del vaccino”, ha sottolineato Parruti.

Con l’aumento dei positivi al Covid 19 degli ultimi giorni l’Abruzzo supera l’incidenza dei 50 casi settimanali su 100mila abitanti, uno dei parametri monitorati dal Cts, il Comitato tecnico scientifico, per il cambio di colore delle fasce di rischio delle regioni italiane. Tuttavia, a fronte di un indice Rt tra i più alti d’Italia, in Abruzzo resiste bene il sistema sanitario con un basso tasso di ospedalizzazione dei ricoverati sia in area medica, dove la soglia di rischio individuata è del 15%, sia in terapia intensiva, il cui limite è fissato al 10%.

Rispetto a novembre del 2020, quando l’Abruzzo si apprestava a entrare in zona arancione e i numeri dei bollettini sanitari quotidiani dipingevano un quadro a dir poco scoraggiante, esattamente un anno dopo è la variabile dei vaccini ad aver cambiato lo scenario, segno evidente che la copertura vaccinale è efficace e funziona, come sottolinea anche il dottor Giustino Parruti, direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive dell’ospedale Santo Spirito di Pescara e responsabile del Covid hospital, per il quale diventa sempre più necessario accelerare sulla somministrazione delle terze dosi e convincere gli scettici del vaccino.

I positivi aumentano perché siamo in presenza di una variante molto contagiosa, ma il sistema tiene bene grazie ai vaccini. Sul fronte dell’ospedalizzazione i numeri parlano di posti letto attualmente occupati da non vaccinati e anziani con un ciclo di somministrazione remoto (perciò è necessario che si vaccinino prioritariamente gli ultrasettantenni).