Strada dei Parchi, la posizione dei sindacati

E’ del tutto evidente che un’organizzazione sindacale non ha la funzione di entrare nel merito della legittimità di un provvedimento di revoca di una concessione disposto dal Governo almeno ufficialmente per “gravi inadempienze” da parte dell’impresa

E’ un compito che notoriamente è demandato alla politica e alla magistratura come peraltro abbiamo avuto modo di constatare ieri attraverso la sospensione del provvedimento disposta dal TAR del Lazio fino a tutto il 7 settembre, giorno in cui si terrà l’udienza camerale. Così come è altrettanto evidente che pur occupandoci prioritariamente delle sorti dei lavoratori che operano sulle due arterie A24 e A25 che collegano l’Abruzzo alla capitale (e non ci riferiamo soltanto ai lavoratori autostradali della società Strada dei Parchi ma anche a coloro che lavorano in aziende in appalto e che si occupano ad esempio della sicurezza e della vigilanza contro il rischio di incendi in prossimità delle tante gallerie che attraversano la montagna), è altrettanto evidente che siamo altresì consapevoli della necessità di rendere antisismiche e di mettere urgentemente in sicurezza due arterie autostradali aperte ufficialmente nel 1969 e che quindi a distanza di oltre 50 anni e con le loro 54 gallerie, 147 viadotti e 6 ponti, meritano una particolare attenzione delle Istituzioni anche alla luce degli eventi sismici che hanno interessato nel recente passato questa regione. Pur tuttavia non possiamo fare a meno di constatare che la notizia della revoca della concessione decisa dal Consiglio dei Ministri attraverso il decreto legge 85 del 7 luglio 2022 con il quale è stata data efficacia immediata alla risoluzione della convenzione siglata il 18
novembre 2009 tra Anas e SDP, ci ha colto un po’ tutti di sorpresa soprattutto per le modalità e per la tempistica con le quali si è materializzato il provvedimento di revoca.
Non siamo stati minimamente e preventivamente informati di questa decisione altamente impattante sui lavoratori e sull’organizzazione del lavoro se non a cose fatte e potendo acquisire i particolari e i dettagli solo attraverso la lettura e l’approfondimento del Decreto. E si è trattato oggettivamente di uno scenario imbarazzante quello che si è verificato venerdì scorso, primo giorno di entrata in vigore del provvedimento di revoca della concessione e nel quale i lavoratori a partire dagli stessi operatori addetti alla riscossione dei pedaggi su A24 e A25 e che si sono visti avvicinare e filmare nelle loro operazioni e funzioni lavorative da funzionari ANAS sopraggiunti senza alcun preavviso unitamente alle forze di polizia, come se fossero dei malviventi o se stessero commettendo dei reati.
Entrando più nel merito rispetto alle conseguenze specifiche sui lavoratori derivanti dal provvedimento di revoca, siamo a constatare che l’attribuzione ad Anas di ‘temporanee funzioni di surroga’ nei confronti di Strada dei Parchi, rischia di creare situazioni di grave incertezza tanto per i dipendenti, quanto per gli utenti, non essendo la stessa società ANAS (appartenente ufficialmente al Gruppo Fs italiane) organizzata per gestire infrastrutture viarie a pedaggio, né in termini di struttura organizzativa né in termini di contratto collettivo nazionale di lavoro che nel caso di ANAS non prevede le figure professionali specifiche di intericomparti della gestione che caratterizza il settore autostradale e il CCNL.

In definitiva il provvedimento non è stato preceduto da quel necessario confronto preventivo con le parti sociali indispensabile proprio a dirimere queste incongruenze e a garantire i livelli occupazionali complessivi, nonché tutele economico-normative senza soluzione di continuità. Paradossalmente o se vogliamo fortunatamente e con questo concludo, questa sospensiva imposta dal Tar potrà servire a favorire quel confronto tra le parti invocato peraltro dalle
stesse segreterie nazionali di Cgil Cisl e Uil del settore trasporti ed edilizia attraverso la richiesta inoltrata ai Ministri competenti Giovannini per il Mims e Orlando per il lavoro e dalla quale è scaturita la convocazione fissata per il prossimo 15 luglio.