Nuova Pescara: “Per vedere le città con gli occhi della mente bisogna guardare il territorio…”

“Per vedere le città con gli occhi della mente bisogna guardare il territorio nel quale sono inserite e nel quale vivono, crescono, si snaturano o, come spesso accade, letteralmente scompaiono”. Inizia così una lettera che riceviamo e pubblichiamo a firma di Tommaso Di Biase, responsabile di “Territorio, infrastrutture e città” del PD della Provincia di Pescara

 

Guardare il territorio cambiando punto di vista, cioè alzandosi in volo. Come fanno i personaggi del romanzo più bello e surreale di Bulgakov, Il Maestro e Margherita. Questo bisognerebbe fare per illuminare il cammino delle nostre utopie urbane.

Nella condizione attuale, un buon governo delle città si può ottenere solo se tiene conto e comprende la dimensione territoriale della quale sono parte, superando quella ristretta dei singoli municipi che la compongono, i quali rimangono imprescindibili per la loro prossimità con i cittadini.

Per questo motivo, all’interno di un vasto territorio urbano come quello adriatico, la fusione di tre soli municipi, anche se importanti, non risolve il problema di un governo adeguato e efficace di queste città o dell’unica nuova città che deriverà dalla prevista fusione. Non esprimerà un governo come quello richiesto, in buona sostanza, dai cittadini che hanno partecipato al referendum consultivo sulla grande Pescara e che si è svolto ben otto anni fa, nel 2014.

Oggi, bisogna prenderne atto, il processo di formazione della nuova Pescara stenta ad andare avanti. Nonostante gli appelli calorosi di associazioni e di soggetti sociali ed economici, nonostante i cospicui finanziamenti promessi dai ministeri competenti sollecitati dal Senatore D’Alfonso e da altri. La sua costituzione prevista dalla Legge Regionale n. 26 del 2018 per il 1° gennaio 2022, slittata al 2023, sembra che verrà ulteriormente rinviata dalla giunta regionale al 2027, centenario della nascita della città di Pescara.

Il rinvio al 2027 è in tutti i sensi surreale, anche perché in cinque anni può succedere di tutto, come si è visto nella storia recente del nostro paese e del mondo.

Allora provo ad avanzare un’idea per arrivare subito ad un risultato concreto dal quale partire o ripartire. Un risultato in linea con quanto detto finora.

E’ un fatto che per posticipare l’istituzione della nuova Pescara al 2027 si dovrà modificare la citata Legge Regionale. La mia proposta è di approfittare dell’occasione per apportare alla stessa Legge una modifica più ampia, una modifica che non tradisca l’indicazione data dai cittadini attraverso il referendum: dare all’area urbana adriatica un governo unitario dei servizi e delle competenze di livello territoriale.

La proposta è semplice, in luogo della fusione dei tre municipi, verrebbe istituito un nuovo Ente (di 2° livello), analogo alla città metropolitana, costituito da tutti i Comuni dell’area (sulla base di adesioni volontarie) a partire dai tre Comuni coinvolti fin dall’inizio, cioè Montesilvano, Pescara e Spoltore.

Le funzioni del nuovo Ente, eletto con lo stesso sistema e gli stessi organi delle Città Metropolitane (previsti con Legge n. 56/2014), saranno:

  1. a) piano strategico del territorio metropolitano; b) pianificazione territoriale generale, strutture di comunicazione, reti di servizi e infrastrutture; c) sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici, organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano; predisposizione di documenti di gara e stazione appaltante per i comuni aderenti, monitoraggio dei contratti di servizio ed organizzazione di concorsi e di procedure selettive; d) ambiente, ecologia, mobilità e viabilità; e) promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale; f) promozione e coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione in ambito metropolitano; (ulteriori funzioni attribuite dallo Stato o dalle regioni, in base ai princìpi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza.)