Covid: ex Usca e hub, Abruzzo riorganizza gestione pazienti

Il nuovo modello di gestione sanitaria territoriale dei pazienti Covid è stato illustrato questa mattina a Pescara dall’assessore alla Salute, Nicoletta Verì

L’assessore regionale alla Salute ha spiegato che: “È vero che sono in aumento i casi Covid ma come sappiamo non richiedono una complessità di assistenza e per questo abbiamo delineato l’assistenza dei pazienti sul territorio dei pazienti positivi”.

“Dopo la chiusura delle Usca come stabilito dalle linee di indirizzo ministeriale, abbiamo capito che non potevamo dare in carico solo al medico di famiglia la gestione dei pazienti Covid e per questo abbiamo – ha spiegato l’assessore Veri – riorganizzato la gestione. Per questo ribadisco che il medico di medicina generale dovrà essere il punto fondamentale di questa rete ma nei giorni in cui lui non sarà presente sarà affiancato da una unità di medici composta dagli ex medici Usca che hanno continuato attraverso un contratto a lavorare. E dunque ci sarà una continuità assistenziale e dunque il paziente nei giorni in cui il suo medico è assente, può chiamare la continuità assistenziale degli ex Usca e dunque rivolgersi ad un team di medici che saranno a disposizione per consigli e cure adeguate per i pazienti. Verranno aperti degli ambulatori Covid dedicati dove si potranno eseguire quei test diagnostici che serviranno come primo elemento di risposta al Covid per vedere se poi il paziente deve essere ricoverato oppure seguire un altro iter. Questa rete è fondamentale perché così facendo avremo la possibilità di
ridurre gli accessi ai pronto soccorso, temendo presente che a breve avremo nuove linee di indirizzo per isolamento, incubazione e gestione delle persone alle prese con il Covid”.
L’assessore Veri ha poi concluso dicendo che “è in atto anche, considerando l’aumento dei positivi, una riorganizzazione delle aperture degli hub vaccinali visto anche l’aumento di richieste di vaccinazioni”.

Il direttore dell’Agenzia Sanitaria Regionale Pierluigi Cosenza ha detto a sua volta che: “La riorganizzazione vuole dare più responsabilità al
territorio. I positivi aumentano ma essere positivi non significa avere una malattia anche perché solo i fragili vanno in ospedale e questa riorganizzazione serve proprio per allenatore la pressione negli ospedali e nei pronto soccorso. Avere un malato di Covid asintomatico o con pochi sintomi fa si che la persona possa curarsi a casa, a domicilio e cosi far lavorare gli ospedali normalmente senza ridurre l’ordinaria
amministrazione e gli interventi programmati”. Il Direttore del Dipartimento regionale di Sanità Claudio D’Amario ha inoltre spiegato “siamo in una fase della patologia Covid diversa da sei mesi fa. La fase pandemica sta andando verso la fase epidemica-endemica. Questo è uno scenario che ci accompagnerà ancora per qualche anno e per questo c’è stata la riorganizzazione. Se oggi le cose vanno meglio non e perché il
virus è più buono, ma perché siamo noi che ci siamo vaccinati. La malattia esce fuori dall’emergenza e passa ad un aspetto domiciliare ed ambulatoriale perché altrimenti crollerebbe il sistema ospedaliero. La trasmissibilità ci ha imposto di rimodulare la riorganizzazione della gestione dei positivi che vede una gestione nuova che ristruttura il modello assistenziale. Meno acuzie e più cronicità e per questo il responsabile del triage deve essere sempre più il medico di famiglia”.