D’Alfonso su caso Muraglia e le nomine in Regione

“Le rimozioni di alcuni funzionari regionali politicamente arbitrarie, o quanto meno discutibili”. Lo ha dichiarato stamani il deputato del PD Luciano D’Alfonso in merito alle nomine in Regione. Non si è fatta attendere la replica del capogruppo regionale di FI Mauro Febbo

Ci sono i casi precedenti, vedi Mascitelli e Mancini, e ci sono quelli attuali, vedi la mancata riconferma di Angelo Muraglia, direttore sanitario della ASL di Lanciano Vasto Chieti. Parla di squadrismo culturale di Marsilio, Luciano D’Alfonso, che oggi in conferenza stampa ha aggiunto che “mai nessun presidente di regione si è mai permesso di trattare male un sindaco”.

“Indosso i panni dell’oppositore, ricostruendo le anomalie del destino lavorativo del direttore sanitario della Asl di Chieti Angelo Muraglia mettendolo a confronto con una vicenda riguardante le ferrovie abruzzesi”: così ha esordito l’on. Luciano D’Alfonso in una conferenza stampa tenuta oggi a Chieti.

Il riferimento è alla vicenda di Muraglia, il cui contratto è scaduto senza che la Regione Abruzzo ne disponesse la proroga nonostante una precisa richiesta del Comitato dei Sindaci. “Tutto parte da una questione – ha spiegato il deputato del PD – se si fosse voluto consentire a Muraglia la prosecuzione del suo lavoro, si poteva rinnovargli il contratto prima dei 65 anni, con la stessa determinazione messa per cacciare i direttori Armando Mancini (Asl di Pescara) e Alfonso Mascitelli (Agenzia Sanitaria Regionale): si trattava solo di cambiare verso e invertire la volontà contrariante. Va ricordato che quelle delibere furono dichiarate illegittime dal giudice, con risarcimento danni per il quale si sta aspettando una iniziativa della Corte dei Conti che noi provvederemo ad aiutare”. E ancora: “Muraglia era in esercizio, si poteva assumere un atto per tenerlo fino al 67esimo anno, come feci io da presidente della Regione con il direttore sanitario della Asl di Teramo, ascoltando il Comitato dei Sindaci senza squadrismo reattivo e randellante”.

D’Alfonso si è poi focalizzato sulla risposta di Marsilio al sindaco di Vasto Francesco Menna in merito alla vicenda Muraglia: “Una lettera che realizza delle manganellate al sindaco, dicendogli che non si deve permettere di affrontare le tematiche della sanità. Non condivido né la forma né la sostanza, non si è mai vista una replica simile. Nessun presidente ha mai trattato così un sindaco. E’ stata un’inutile prova di squadrismo culturale che arriva da un tale che nulla sa della comunità regionale, e che ha utilizzato la ventosità elettorale favorevole per diventare presidente della Regione Abruzzo. Si ricominci a rispettare i sindaci, che sono figure da santificare e ringraziare, e si affrontino le questioni serie”.

Il deputato dem ha poi fatto un parallelo tra il caso Muraglia e quello di Enrico Dolfi, assunto dalla giunta Marsilio quale direttore della divisione ferroviaria di TUA: “Dolfi, laureato in Scienze della comunicazione ed in altre prossimità accademiche, ha partecipato ad una selezione come direttore della divisione ferroviaria di TUA, nella quale fantasiosamente non si prevedeva la laurea in ingegneria; adesso è diventato esperto tecnico del presidente. Perché Dolfi viene convocato per questo sopravvenuto compito, lasciando scoperto il settore ferroviario di TUA, e a Muraglia non viene rinnovato l’incarico? A questo punto propongo di recuperare Muraglia per firmare la perizia di variante per la piattaforma logistica ferroviaria di Saletti, un’opera fondamentale attesa al pari della necessaria perizia di variante da 4 anni, visto che Dolfi non lo fa perché distratto, naturalmente non dalle attività dell’iniziale lavoro di lobbista per Bombardier, ma dalle esigenze fiduciarie del presidente della Regione in scadenza”. E Infine: “Un errore Muraglia lo ha fatto: non indovinare le frequentazioni e gli accreditamenti per mettere nello zaino quella cosa speciale che si chiama fiduciarietà, di cui Dolfi è ben provvisto, prima durante e dopo”.

Febbo: D’Alfonso solo depistaggi sulla mancata nomina di Muraglia

“La tanto attesa conferenza stampa di D’Alfonso sulla mancata conferma di DS della Asl 02 di  Chieti si è tramutata in una ridicola collezione di brutte figure. -inizia così il comunicato del capogruppo FI in Regione Mauro Febbo- Non potendo contestare l’operato del Direttore Schael in quanto norme specifiche e datate nonché sentenze anche recenti della Cassazione hanno confermato la impossibilità di superare il limite dei 65 anni per ricoprire incarichi di vertice delle Asl, il fuggiasco ex Presidente della Regione si è limitato a menzionare altre questioni e personaggi. Forse però l’esilio romano non lo ha tenuto aggiornato sui fatti specifici richiamati. Infatti sulla questione della sue nomine a DS nella Asl di Teramo non ha saputo delle successive conseguenze giudiziarie (ed economiche) di quegli atti, come forse non sa delle definizioni dei  casi Mancini e Mascitelli, per cui puerile e pretestuoso il richiamo alla Corte dei Conti. E comunque questioni che nulla hanno a che vedere con la questione Muraglia e le decisioni obbligate della dirigenza Asl 02. La difesa d’ufficio del sindaco/presidente Menna non  trova alcuna rilevanza visto il giusto richiamo del presidente Marsilio a Menna che chiedeva la sottoscrizione di atti illegittimi e del direttore Schael di smentire clamorosamente Menna sulla bugia dello stesso  di un pronunciamento che mai c’è stato da parte del comitato ristretto dei sindaci. D’Alfonso anche questa volta ha perso  una occasione per fare dimenticare i suoi tragici 52  mesi di governo regionale, culminati in una fuga clamorosa, ma gli abruzzesi ricordano tutto”. Così conclude il capogruppo FI in Regione Mauro Febbo