Grande Pescara, Spoltore contro

Il sindaco di Spoltore Di Lorito torna sulla questione della ‘Grande Pescara’ e parlando dei dati relativi alla raccolta dei rifiuti ribadisce il ‘suo’ no.

 

‘Spoltore, con una raccolta differenziata che nel 2015 supera il 70%, si differenzia dai comuni di Pescara e Montesilvano, così come si evince dal documento stilato dalla Confcommercio Pescara, in cui viene sottolineato il peso della tassa dei rifiuti sulle attività economiche. Un divario che è uno degli esempi che mi vede contrario alla nascita di un’unica realtà territoriale, meglio nota come ‘Grande Pescara’. Cosa succederebbe se Spoltore, con una tassazione bassa e una percentuale di raccolta differenziata superiore agli altri due comuni coinvolti nella fusione, venisse inglobata in questa nuova grande realtà amministrativa? C’è il rischio che i problemi aumenterebbero, cancellando in un attimo ciò che di buono è stato fatto finora’.  Così il sindaco di Spoltore Di Lorito torna sulla questione della ‘Grande Pescara’ e prendendo al balzo i dati relativi alla raccolta dei rifiuti ribadisce il ‘suo’ no.

1 Commento su "Grande Pescara, Spoltore contro"

  1. ..sembra che tutto il problema insito in un grande progetto quale è quello della “Grande Pescara”, per il sindaco di Spoltore si riduca (semplicisticamente e in maniera estremamente puerile e “provincialistica”) nell’incidenza – peraltro del tutto presunta in quanto i rapporti dovrebbero essere fatti in maniera totalmente, contabilmente e statisticamente, diversa – alla … raccolta dei rifiuti!!!.. Incredibile davvero per una persona che dovrebbe rappresentare la “faccia” politica e amministrativa di un territorio!!.. In realtà, è del tutto evidente che il “ragionamento” fatto dal sig. Di Lorito corrisponde a quella che in termini logici viene definita una “semplificazione” pretestuosa, inammissibile e comunque, del tutto irrilevante rispetto ad un grande progetto di gestione del territorio..
    Ma la verità, quella realmente vera, è che i piccoli politici locali, soprattutto quelli di Montesilvano (ricordate quella sorta di flash mob ridicolo all’interno del Palazzo municipale da parte di consiglieri del comune di Montesilvano di qualche mese fa) e di Spoltore temono per le loro poltrone e non si potrebbe supporre diversamente, considerato che il referendum consultivo ha detto chiaramente che i cittadini (e credo che alla fine della fiera contino solo loro e non già quelli che DICONO di rappresentarli facendo invece solo il loro personale interesse economico e di piccolissimo squallido potere) VOGLIONO la realizzazione della Grande Pescara, unico centro urbano metropolitano che qualificherebbe l’intero territorio e gli stessi cittadini!..
    E’ appena il caso di ricordare che, a dispetto della contrarietà degli amministratori di Spoltore e di Montesilvano, i cittadini dei tre comuni hanno espresso il 70% dei voti favorevoli alla “Grande Pescara” a Pescara, il 52,23% a Montesilvano ed il 51% a Spoltore, tenendo anche conto che non tutti, per ragioni diverse, si sono espressi (molti erano erano stati tenuti prudentemente all’oscuro della consultazione e non si erano potuti fare dall’inizio un’idea in merito)..
    Quanto, poi, alla storia dei costi (l’esempio fatto dal sig. Di Lorito è…calzante, ma al contrario!) è stato calcolato che proprio moltissimi dei costi relativi al mantenimento degli organi politici(!) verrebbero eliminati con un risparmio di ben 1,3 mln di euro!!.. (di qui la preoccupazioni di consiglieri, amministratori e quant’altri gravitanti intorno alla gestione amministrativa dei tre comuni..si pensi solo alle consulenze tecniche che verrebbero drasticamente ridotte intorno ad una sola area amministrativa!..)
    La “nuova città” – sostiene uno studio fatto dai promotori del progetto – conterebbe una popolazione comunque inferiore ai 250.000 abitanti e, quindi, in base alla previsione normativa, gli organi politici (ed i relativi staff) sarebbero numericamente gli stessi di quelli previsti a tutt’oggi per il solo Comune di Pescara (32)
    «Una ulteriore economia», si legge nello studio, «si otterrebbe anche attraverso la diminuzione quantitativa degli organi tecnici» per un risparmio di 5 milioni di euro l’anno.
    Peraltro, si evince dalle posizioni di quanti rappresentano realmente i cittadini e cioè associazioni e movimenti di opinione, al netto solo delle “piccole” posizioni provincialistiche di quelli che oggi siedono (con evidente “sodddisfazione”!) sulle “comode” poltrone delle tre (forse dovremmo dire in realtà solo due) amministrazioni comunali, la soddisfazione dei risultati referendari e la sollecitazione all’attuazione della volontà popolare, la quale, in tutta evidenza, è la sola detentrice delle scelte del territorio..con buona pace dei cosiddetti “professionisti della politica” !!..

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