Pescara calcio: soliti errori ma soprattutto lacune strutturali

Pescara calcio: soliti errori in difesa, ma soprattutto difetti strutturali a centrocampo. Un dato di fatto: rosa assemblata male. A Salerno, quarto ko dell’era Breda dopo le sette sconfitte della disastrosa gestione Oddo.

Mediana senza nerbo né sostanza. Non si vince un contrasto. Bisognerebbe innervare il reparto, il cuore pulsante di una squadra, con un paio di innesti che garantiscano struttura, interdizione e aggressività.

Non solo: si porta troppo palla, nessuna delle mezze ali attacca lo spazio per dettare il passaggio. Insomma, centrocampo piatto.

I nodi vengono sempre al pettine. Siamo sicuri che Busellato, unico vero incontrista presente in rosa, non sia più utile alla causa come sembra ?

Al termine del girone di andata, il dato è piuttosto chiaro: organico assemblato male.

Gli stessi moduli, che in realtà sono solo freddi numeri, lasciano il tempo che trovano. La parola chiave, specie in una situazione così delicata, è compattezza. A fare la differenza è sempre la distanza tra i reparti.

Sotto questo profilo, il primo impatto di Breda è stato molto positivo. Difendere bene per attaccare meglio. Nulla a che vedere con la gestione precedente in cui non si è visto nè gioco, nè tantomeno un minimo di organizzazione.

Tuttavia, nelle ultime settimane non è più così. A certificarlo i numeri: peggiore difesa con 32 reti subite ( 19 con Oddo ) come Reggiana e Entella, un solo gol realizzato nelle ultime 5 gare ( Scognamiglio a Reggio Emilia ) e prima linea a digiuno dal match interno col Monza dello scorso 19 dicembre ( a segno Galano e Ceter ). In totale appena 15 reti, peggio ha fatto solo il Cosenza con 13.

Se poi si aggiunge la mancanza di cattiveria agonistica o di concentrazione come accaduto a Salerno nel primo tempo, allora diventa tutto tremendamente complicato.

A nostro avviso, la strada per salvarsi è una sola: difendersi in modo compatto e ripartire. Fino a Reggio Emilia, l’undici di Breda aveva dimostrato di esserne capace.

Un atteggiamento diverso, ovvero propositivo o aggressivo non è affatto congeniale alle caratteristiche di un organico oggettivamente lacunoso.

Con un centrocampo privo di sostanza e interdizione, alzare la linea difensiva che non è un fulmine di guerra sul piano della velocità, sarebbe un suicidio. 

All’Arechi, sarebbe stato fondamentale tenere il più lontano possibile dall’area di rigore gente come Djuric e Gondo.

I campani hanno una sola giocata ma estremamente redditizia: palla lunga, sponda del bosniaco e tutti che da dietro accorciano per andare a catturare le seconde palle.

Come ovviare ? Senza schiacciarsi, questo sì, trovando il giusto compromesso/equilibrio ma soprattutto vincendo i duelli individuali in difesa e a metacampo dove, però, come già detto, questa rosa accusa gravi lacune strutturali. Se poi vengono meno anche garra e determinazione…

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