Pescara calcio: all’Adriatico non si vince più, con la Spal (1-1) altra delusione. Nella ripresa biancazzurri piatti e mai pericolosi. A prescindere dalle lacune strutturali, servono nuove soluzioni. A fine gara Baldini perde il controllo e si contraddice chiamando in causa due maestri come Galeone e Zeman. Senza considerare le domande correttamente rivolte. Non sarà mica il tecnico di Massa a decidere quali devono o non devono essere poste. Ci dispiace, ma non funziona così. Poi uno è libero o meno di rispondere. Ci mancherebbe! Ma sempre col dovuto rispetto.
La prodezza di Bentivegna illude. Nella ripresa la Spal cambia abito tattico, passa dalla difesa a 5 (blocco basso) al 4-2-3-1. Leggermente più intraprendente, l’undici di Francesco Baldini pareggia i conti (gran punizione di D’Orazio subentrato a Spini), sfiora il vantaggio (piazzato fotocopia dello stesso D’Orazio) e, nel finale, cestina con Rao la palla del match.
Nel secondo tempo il Pescara crea una potenziale occasione in contropiede con Bentivegna e nulla più.
Contro avversari che si chiudono non è mai facile. In simili partite servirebbe quella qualità che l’attuale rosa non ha. Non c’è peso offensivo. E non è un mistero.
Fin quando è stata sorretta da un’ottima condizione fisica e da una buonissima organizzazione, la squadra è andata decisamente oltre le aspettative esprimendo tutto se non di più del suo potenziale. Il mercato di gennaio, è acclarato, non ha colmato le lacune strutturali del reparto offensivo.
All’Adriatico gli avversari, che nel frattempo hanno memorizzato pregi e difetti dei biancazzurri, chiudono tutti i varchi, aspettano e ripartono.
A maggior ragione, visto che “siamo questi” come ha affermato ieri per la prima volta lo stesso Baldini, urgono soluzioni e idee nuove.
Che potrebbero passare anche per un cambio di modulo. I laterali bassi sono essenzialmente dei quinti, soprattutto gente come Pierozzi e Moruzzi. In attesa che Letizia torni al 100%.
Perché non provare col 3-4-2-1? Magari con gli esterni più stretti, quasi trequartisti che poi a pensarci bene lo sono, per non costringerli a profondi ripiegamenti e sfruttarli, invece, negli ultimi 30 metri.
Una cosa è chiara. Soprattutto all’Adriatico il Pescara fa una fatica immane a creare gioco e occasioni. Del resto, i numeri non mentono mai. L’ultima vittoria risale al lontano 21 novembre. Nelle successive sette gare, tre sconfitte, appena quattro pareggi e soltanto tre gol segnati contro Entella, Ascoli e Spal.
A fine partita Baldini perde totalmente il controllo e si contraddice chiamando in causa maestri come Galeone e Zeman. Quindi, adesso il materiale è quello che è mister? Prima molti erano da serie A ed ora non lo sono più? Più semplicemente, in questi mesi non le pare di aver esagerato?
Venerdì prossimo (ore 20,30) nuovo appuntamento casalingo. Ospite dei biancazzurri la Lucchese in serie utile da 4 partite, due successi e altrettanti pareggi.
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