Pescara calcio, il pari con l’Entella è quasi una sentenza

Pescara calcio, solo un pari con l’Entella. Un risultato inutile, quasi una sentenza. Primo tempo assai deludente. Squadra molle, senza garra e non solo. Sarebbe come infilarsi nel porto delle nebbie. Questa volta, infatti, scelte e strategia non sono state all’altezza.

Liguri virtualmente spacciati ma per questo spensierati e tutt’altro che in disarmo. A sorpresa il neo tecnico Gennaro Volpe, promosso dalla “primavera” e subentrato a Vivarini, si affida al 4-4-1-1. Fasce blindate con De Luca e Settembrini pronti in fase di non possesso ad allargarsi sulle corsie laterali. Rigoni, che regista non è, schermato ora da Schenetti, ora da Morosini. Pescara incapace, insomma, di costruire gioco pur essendo a centrocampo in superiorità numerica.

L’unico play di ruolo, Valdifiori, utilizzato inopinatamente, perché non al meglio, solo nell’ultimo quarto d’ora, ma decisivo con lo spunto e l’assist per il pareggio siglato da Rigoni che, invece, a prescindere dal gol ha sulla coscienza il momentaneo vantaggio firmato da Schenetti.

Di fatto, la prima frazione è stata regalata. Ripresa, invece, di ben altro tenore. Più ritmo, più velocità nella circolazione del pallone, tante conclusioni. Il portiere dell’Entella, Daniele Borra, sugli scudi ma anche la mancanza di un attaccante in grado di concretizzare.

E qui torniamo ai tanti errori commessi alla vigilia del campionato ma soprattutto a gennaio. E già perché malgrado la disastrosa gestione Oddo (primo errore capitale del club), nella sessione invernale con la squadra fuori dai play out dopo la vittoria di Reggio Emilia, sarebbe bastato affiancare a Odgaard un attaccante di categoria, soprattutto pronto, invece di ingaggiare tanti giocatori che, tranne Dessena, hanno disatteso le aspettative. Due anni di errori reiterati. Ma alla fine il pallone ha un’anima e ti presenta il conto.

Il pari con l’Entella è quasi una sentenza. In chiave play out, a tenere ancora in vita il Delfino c’è solo l’aritmetica ma nelle prossime 4 partite l’undici di Grassadonia attualmente a quota 29 punti dovrà fare bottino pieno e sperare che l’Ascoli (37) ne faccia meno di 9. Ricordiamo che tra quart’ultima e quint’ultima, per far sì che si disputi lo spareggio, il gap non deve essere superiore a 4 punti.

Tutto ciò è soprattutto un atto di fede. Stiamo oggettivamente parlando di qualcosa assimilabile ad un vero e proprio miracolo calcistico. Del resto, nell’arco della stagione i biancazzurri non sono stati capaci di vincere due gare di fila.

(commento di Massimo Profeta)