Covid: anche in Abruzzo prove generali dell’estensione del super green pass

Oltre un milione in tutta Italia gli attualmente positivi: in Abruzzo ieri si è toccato il picco di 3.926 nuovi positivi. Da domani, lunedì 3 gennaio, altre Regioni passeranno in zona gialla a causa della variante Omicron: sono Lombardia, Piemonte, Lazio e Sicilia. Mentre il governo pensa a nuove misure per frenare la quarta ondata, anche in Abruzzo prove generali di super green pass

Ipotesi estensione del Super Green Pass anche a tutti i luoghi di lavoro, ma su queste fronte mancherebbe ancora un accordo all’interno della maggioranza. Intanto si spinge sulla campagna vaccinale e sulle terze dosi. Ad ora ne sono già state somministrate 19.629.779 dosi.

In Europa sono stati superati i 100 milioni di contagi: si tratta di un terzo delle infezioni di tutto il mondo. Da Natale i casi nel Vecchio Continente sono aumentati del 60%.

“Lasciare a casa da scuola 3 milioni e mezzo di bambini a gennaio? Non è questa la soluzione, si intervenga piuttosto su aerazione e si usino le mascherine: discriminare bambini e famiglie non ha nessun senso”. Così fonti della Lega a commento delle ipotesi per arginare i contagi in classe.

E’ previsto  per il 4 gennaio alle 14:30 l’incontro tra tutte le organizzazioni sindacali e il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. All’ordine del giorno le novità decise dalla legge di bilancio ma soprattutto le modalità del rientro a scuola subito dopo la pausa natalizia.

Per quanto riguarda la nostra regione è del 31 la decisione della Regione di fissare al 10 gennaio il rientro in classe di tutte le scuole di ogni ordine e grado specie nell’ottica di agevolare gli screening di massa, decisi dai singoli sindaci, e fissati ai giorni subito dopo l’Epifania, secondo specifici calendari territoriali nella stragrande maggioranza dei casi organizzati per l’8 e il 9 gennaio.

E’ scattato, intanto, anche in Abruzzo il conto alla rovescia per l’obbligatorietà del super green pass su mezzi pubblici, ma anche alberghi e ristoranti all’aperto: una stretta arrivata il 29 dicembre scorso con un nuovo decreto del Cdm, che tuttavia non ha deliberato sul tema dell’estensione al lavoro rimandando la decisione al prossimo Consiglio dei ministri.

Più in dettaglio, Super green pass necessario per utilizzare i mezzi di trasporto pubblico locale e regionale. Dal 10 gennaio il certificato verde rafforzato sarà esteso ad alberghi e ristoranti all’aperto. Fino alla cessazione dello stato di emergenza, spiegano fonti governative, si amplia l’uso ad un serie di altre attività: alberghi e strutture ricettive; feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose; sagre e fiere; centri congressi; servizi di ristorazione all’aperto; impianti di risalita con finalità turistico-commerciale anche se ubicati in comprensori sciistici; piscine, centri natatori, sport di squadra e centri benessere anche all’aperto. Il Super green pass verrà applicato anche a centri culturali, centri sociali e ricreativi per le attività all’aperto.

Inoltre, e sempre a partire dal 10 gennaio, il decreto prevede che le capienze saranno consentite al massimo al 50% per gli impianti all’aperto, compresi gli stadi, e al 35% per gli impianti al chiuso.

Potrebbe approdare in Cdm il 5 gennaio il decreto che prevede l’obbligo del super green pass per tutti i lavoratori, dopo l’obbligo vaccinale già previsto per sanitari, forze dell’ordine e insegnanti. Alcune forze politiche, in particolare Lega e M5s (anche se con motivi diversi), sono però contrarie a nuovi provvedimenti su questo fronte e si potrebbe arrivare ad una mediazione, partendo con l’obbligo del certificato verde rafforzato inizialmente solo per i dipendenti pubblici che fanno lavoro di front office, poi gradualmente con altre categorie. Il tema resta aperto e se anche i primi nodi si scioglieranno il 5, qualsiasi provvedimento di questo tipo entrerà in vigore non prima di febbraio. 

Il commissario per l’emergenza, Francesco Figliuolo, d’intesa con il ministro della Salute, siglerà nel mese di gennaio un protocollo con farmacie e rivenditori autorizzati per calmierare il prezzo delle mascherine Ffp2 fino al 31 marzo (come già accade per le mascherine chirurgiche, che hanno un prezzo fissato a 50 centesimi). Il governo monitorerà l’andamento dei prezzi, che potrebbero aggirarsi tra i 50 centesimi e un euro.