8 marzo: da falso storico a Giornata mondiale della donna

8 marzo: da falso storico a Giornata mondiale della Donna. Tutto quello che dovremmo sapere per celebrarla degnamente

Qualcuna ringrazierà con un sorriso sincero, qualcun altra lo farà a denti stretti, o magari commenterà il gesto con un laconico e ombroso: “C’è poco da festeggiare”. Regalare mimose in questa giornata particolare non sempre sortisce l’effetto sperato, ma le reazioni sono personali e naturalmente vanno rispettate. Anche perché, l’8 marzo, più che una festa, è a tutti gli effetti un anniversario della fatica, del dolore e dell’ingiustizia.

Per arrivare alla Giornata Mondiale della Donna ci sono voluti voluto tempo, sacrificio e battaglie. Ovviamente, nonostante le conquiste sociali, economiche e politiche raggiunte dalle donne, il lavoro non è ancora finito, anzi in alcuni luoghi del pianeta sembra non essere mai iniziato.

Per il raggiungimento della vera parità di genere, obiettivo indicato dell’Agenda 2030, c’è ancora molta strada da percorrere. E che la data di oggi sia legata ad un falso storico poco importa, è un punto di partenza che si rinnova. Certo, ricordarsene una volta l’anno non basta, ma dopotutto è meglio di niente.

L’origine della Giornata della donna dunque si fonda su una specie di equivoco: per molti anni, infatti, la si è attribuita ad un presunto incendio divampato in una fabbrica tessile di New York in cui erano occupate soprattutto delle lavoratrici. Tuttavia questo incendio non risulta affatto documentato, mentre esistono prove di un rogo, avvenuto il 25 marzo 1911, in cui morirono 146 donne, sempre in una fabbrica newyorkese.

Dunque la nascita di questa celebrazione non ha una data precisa, ma di certo proviene da un’ispirazione socialista. Nel 1907, durante il congresso dell’Internazionale socialista, venne affermato l’impegno a lottare per il suffragio femminile.

Il 3 maggio del 1908 la conferenza del Partito socialista a Chicago, in cui si discuteva dei diritti delle donne, venne ribattezzata ‘Woman’s day’. Nel 1910, a Copenaghen, si tenne la Conferenza internazionale delle donne socialiste in cui si decise di istituire una giornata per rivendicare i diritti delle donne. L’8 marzo del 1914, in Germania, si tenne la prima grande manifestazione per il diritto di voto alle donne. E sempre l’8 marzo, ma del 1917, le donne di San Pietroburgo scesero in piazza accendendo la miccia della rivoluzione russa che mise fine al potere zarista.

In Italia la prima giornata per i diritti delle donne si tenne nel 1922, su iniziativa del movimento socialista, ma il 12 marzo e non l’8. Abolita durante gli anni del fascismo, fu ristabilita solo nel 1945 dall’UDI (Unione Donne Italiane).

Dunque la festa della donna nasce in realtà come occasione di rivendicazione e di lotta per i diritti, per richiedere il suffragio femminile, denunciare lo sfruttamento della manodopera femminile e la discriminazione sessuale subita dalle donne.

Nel 1946 l’8 marzo diviene festa nazionale, si cominciano a vedere mimose in giro per le città, scelte come simbolo perché di stagione e poco costose.

Gli anni ’70 sono stati forieri di significati politici e conquiste. Le donne hanno lottato per la parità salariale (e qui c’è ancora molto da fare), per il divorzio e per l’aborto. Il 1975 è stato definito dalle Nazioni Unite come l’Anno Internazionale delle Donne e l’8 marzo di quell’anno i movimenti femministi di tutto il mondo hanno manifestato per ricordare l’importanza dell’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne.

Nel 2017 la festa della donna ha ritrovato energia con il movimento ‘Non una di meno’, nato
in Argentina e diffuso nel mondo con l’obiettivo di denunciare la violenza di genere, i femminicidi e le disuguaglianze.

Riassumendo: la Festa della donna ha origine dai movimenti femminili politici di rivendicazione dei diritti delle donne nati all’inizio del Novecento. La Giornata delle donne è stata celebrata in giorni diversi in vari Paesi del mondo, ma l’8 marzo è diventata la data più diffusa dopo la seconda conferenza internazionale delle donne comuniste del 1921 e alla decisione, presa in quella sede, di istituire la Giornata internazionale dell’operaia.

Infine andrebbe sempre ricordato che la nostra Costituzione dedica spazio e considerazione al riconoscimento dei principi di uguaglianza e pari opportunità tra uomo e donna.

(Foto in bianco e nero di Giancarlo Micaroni)