Roma: al vertice ministeriale Stellantis i sindacati allertano sulle “incertezze produttivo occupazionali di Atessa”

“Dietro l’apparenza dell’aumento della produzione complessiva si nascondono le incertezze sul futuro produttivo e occupazionale di Atessa”. Così i vertici nazionale e provinciali della Fiom-Cgil dopo l’incontro al Mimit sullo stabilimento di Atessa dove Stellantis produce veicoli commerciali. Per la Uilm occorrono “investimenti per preservare l’eccellenza del distretto automotive abruzzese”. Il Presidente Marsilio: “Da Stellantis rassicurazioni su futuro produzione elettrica in stabilimento di Atessa

Ribadita “la necessità di un confronto con l’amministratore delegato Carlos Tavares a Palazzo Chigi, per chiarire le reali intenzioni del gruppo in Italia”. “Stellantis ha dichiarato la centralità del sito produttivo di veicoli commerciali leggeri di Atessa che è la realtà più solida e leader nel settore con una quota di mercato del 30%. L’azienda ha comunque rinnovato la richiesta al governo di
sostegni economici, adducendo criticità peculiari del territorio in termini infrastrutturali di strade, autostrade e porti” spiega la Fiom che dice di ritenere “non sufficienti le rassicurazioni aziendali per quanto concerne il futuro”.
“Le linee produttive – spiega la Fiom – sono obsolete, servirebbero ingenti investimenti anche riguardo il futuro modello elettrico, oggi assemblato con modalità pressoché artigianali e non industrializzato. Un nuovo modello non c’è, sono tutti continui restyling. Anche qui come negli altri stabilimenti, le aziende dell’indotto soffrono le scelte strategiche di Stellantis, basta ricordare le difficoltà della Marelli di Sulmona e la situazione molto critica della Denso, che grazie alle nostre pressioni sarà affrontata con il Mimit il 18 aprile.

“Investimenti per preservare l’eccellenza del distretto automotive abruzzese”. E’ quanto sostengono Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore automotive, e Nicola Manzi, segretario generale della Uilm di Chieti-Pescara, al termine dell’incontro tenutosi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per analizzare la situazione in Stellantis
“Per preservare l’eccellenza della fabbrica Stellantis di Atessa, nonché del vasto distretto industriale che da essa dipende, occorrono investimenti da parte aziendale sulle nuove motorizzazioni e da parte delle istituzioni sul miglioramento delle infrastrutture – aggiungono Ficco e Manzi. Più in generale è necessaria una forte sinergia fra privato e pubblico per supportare la vocazione all’esportazione dei veicoli commerciali e difendere le imprese dell’indotto più vulnerabili”.

Quanto alle criticità Ficco e Manzi precisano: “I problemi più delicati li avvertiamo, purtroppo, in importanti imprese dell’indotto che dipendono in tutto o in parte dalla fabbrica abruzzese di Stellantis, come la Marelli di Sulmona, la Denso di San Salvo o la Baomarc di Atessa. Chiediamo di impiegare le risorse già stanziate nell’automotive per supportare le imprese della componentistica negli investimenti necessari al loro rilancio, nonché di rafforzare il sistema di ammortizzatori sociali indispensabile per scongiurare il rischio di chiusure e di licenziamenti, che ha già colpito il territorio pochi anni or sono con il drammatico caso della Honeywell”.

 

Nelle foto che vedete il presidente Marsilio con la delegazione sindacale e politica abruzzese e al tavolo col Ministro. Nelle parole di Marsilio, a fine vertice, “le rassicurazioni che Stellantis ha fornito”. “L’Abruzzo fa la sua parte, il 10 maggio l’evento nella nostra regione proprio sul futuro dell’automotive e di certo il ruolo di Stellantis”.

“Nel corso dell’incontro – ha aggiunto Marsilio – abbiamo ribadito che non basta investire sulla produzione della fabbrica Stellantis, ma è necessario creare una rete con tutto il territorio, perché l’indotto coinvolge un numero di addetti quasi tre volte superiore a quello dello stabilimento di Atessa”.
Per Marsilio “il tavolo di oggi ha rappresentato un lavoro importante e costruttivo, che fa seguito a mesi di impegno del governo Meloni e del ministro Urso. Mai si era visto un lavoro così dettagliato, svolto stabilimento per stabilimento, per costruire il futuro dell’automotive e rilanciare la produzione di veicoli e l’industria metalmeccanica in Italia”.

Il commento di Landini 

“Siamo di fronte a un rischio molto concreto. La capacità produttiva degli impianti italiani di Stellantis arriva fino a un milione e mezzo di auto, oggi se ne fabbricano meno di 500mila. È evidente che se questa prospettiva non viene cambiata, i rischi sono molto concreti per tutto il sistema dell’automotive nazionale”. Il leader della Cgil Maurizio Landini, che domani pomeriggio sarà a Terami, da Cassino rinnova al governo la richiesta di  convocare l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, per avviare “una trattativa vera con i sindacati, nella quale prendere impegni precisi”.

Condivide le preoccupazioni dei sindacati il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

“Io mi auguro che Stellantis non lasci l’Italia: c’è una tradizione nell’industria dell’auto – osserva – che non può essere abbandonata e trovo giusto che questa azienda continui ad investire nel nostro Paese, perché ci sono anche dei vincoli di coscienza. Siamo in un sistema di libero mercato, nessuno può obbligare nessuno, il mio è un richiamo al senso di responsabilità. Ma siamo un Paese attrattivo e al momento opportuno vedremo con chi aprire trattative”.

Al ministero delle Imprese e del Made in Italy proseguono intanto i tavoli sugli stabilimenti di Stellantis. Dopo Melfi e Mirafiori, al centro del confronto la fabbrica di Atessa in Abruzzo dove si producono i furgoni Fiat. E’ quello che gode di migliore salute, ma – secondo la Fiom – restano le incertezze anche su questo stabilimento.