TAR: l’Abruzzo è tornato zona rossa (solo per un giorno)

Il Tar dell’Aquila ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata dal Governo dell’ordinanza del presidente della Regione Abruzzo Marsilio. Il decreto dei giudici amministrativi è già in vigore. Da domenica con una nuova ordinanza di Speranza si torna in arancione.

 

La Regione torna con effetto immediato in zona rossa. Nella serata di venerdì firmata anche l’ordinanza del Ministro Speranza, che ha traslato in ogni caso l’Abruzzo in arancione, ma con effetto a partire da domenica.

QUESTA L’ORDINANZA DI SPERANZA- ABRUZZO IN ZONA ARANCIONE DA DOMENICA 13

L’Abruzzo pertanto sta trascorrendo la sola giornata di sabato in zona rossa. Negozi chiusi e lezioni a distanza per seconde e terze medie. Chiusi i centri estetici. Vietati gli spostamenti anche all’interno dello stesso comune, se non per necessità-

 

Il decreto del TAR ha sospeso l’Ordinanza di Marsilio fissando la trattazione collegiale per il merito il prossimo 13 gennaio.

LE MOTIVAZIONI DEL TAR:

Si deve (…) concordare con la prospettazione delle Amministrazioni ricorrenti per cui l’articolo 1, comma 16, del
decreto-legge n. 33 del 2020 (come modificato dall’articolo 1, comma 2, lettera a), del decreto-legge n. 125 del 2020) stabilisce:
— la competenza esclusiva del Ministro della salute a provvedere alla classificazione delle Regioni e Province autonome sulla base di scenari differenti e diversi livelli di rischio previsti dal D.P.C.M. 3 dicembre 2020 che sono basati su un complesso sistema di ben 21 indicatori che misurano non solo l’indice Rt, ma anche, ad esempio, la capacità di risposta del sistema sanitario regionale.

— che “nelle more dell’adozione dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri di cui all’articolo 2 del decreto-legge n. 19 del 2020, la Regione, informando contestualmente il Ministro della salute, può introdurre misure derogatorie restrittive rispetto a quelle disposte ai sensi del medesimo articolo 2, ovvero, nei soli casi e nel rispetto dei criteri previsti dai citati decreti e d’intesa con il Ministro della salute, anche ampliative”.:

In sostanza, in presenza di specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario, le Regioni possono
autonomamente adottare provvedimenti derogatori solo in senso più restrittivo mentre gli eventuali ampliamenti migliorativi avrebbero presupposto il formale atto d’intesa con il Ministero della Salute. Nel caso in esame, in assenza dei presupposti di legge, è stato adottato un provvedimento ampliativo delle possibilità di interazioni fisiche tra le persone senza che fosse conseguito il prescritto atto d’intesa con il Ministero della Salute.

In linea di principio il giudice amministrativo deve garantite i diversi livelli di governo quando vengono in rilievo lesioni dirette delle rispettive prerogative, ossia della sfera di autonomia istituzionale che, nello Stato pluricentrico, viene specificamente riconosciuto dall’ordinamento a ciascun ente ed a ciascun livello.

In definitiva sussiste un preciso interesse giuridicamente tutelato delle Amministrazioni statali ricorrenti alla sospensione di un provvedimento che lede direttamente una prerogativa esclusivamente spettanti alle Amministrazioni statali in base a inequivocabili norme di legge. Conclusivamente deve dunque disporsi la sospensione del provvedimento impugnato ai sensi dell’art. 56 c.p.a.

QUI IL DECRETO DEL TAR

 

IL COMMENTO DI MARSILIO– “La pervicace azione del governo produce come risultato l’insensato e schizofrenico ritorno in zona rossa, per un giorno, di una regione che da due settimane mostra valori stabilmente arancioni, ormai persino tendenti al giallo. Dopo che il Tar ha negato per due giorni l’esistenza di un “pericolo” così grave da giustificare un provvedimento d’urgenza, era chiaro che oggi il governo avrebbe potuto provocare solo il risultato di vedere una regione cambiare colore tre volte in tre giorni. Incuranti delle conseguenze pratiche nella vita delle persone, pur di poter esibire lo scalpo del reprobo Abruzzo. Mi sento con la coscienza a posto: ho tutelato la salute dei cittadini adottando senza indugio le misure restrittive necessarie, e ho agito di conseguenza quando i dati mostrano un numero di guariti doppio o triplo dei nuovi contagiati da una settimana, tenendo conto della tenuta economica del territorio. A un atteggiamento pragmatico e aderente alla realtà dei fatti, il governo preferisce una rigida e tetragona applicazione burocratica delle norme. Rifiutandosi, come ha fatto sin dal 2 dicembre scorso, di applicare un potere di deroga che è previsto dalle norme stesse, senza dare nessuna spiegazione di questo rifiuto”. Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che ha poi aggiunto:

“Pochi minuti dopo la pubblicazione della sentenza del Tar, ho ricevuto la telefonata del ministro Speranza che mi trasmette il testo dell’ordinanza, alla sua firma questa sera, che riconosce l’Abruzzo in zona arancione. A partire da domenica. Si consuma così uno di quei capolavori di burocrazia amministrativa che rende le istituzioni incomprensibili ai cittadini”.

BOCCIA A MARSILIO: BASTA SCONTRI, SI TORNI A COLLABORARE – “Con la sentenza del Tar Abruzzo che ha sospeso l’ordinanza del Presidente Marsilio, che aveva autonomamente portato la Regione da zona rossa ad arancione, è stato rispristinato il principio della tutela prioritaria della salute”. Lo afferma il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, che invita il governatore Marsilio a lavorare insieme. “Non è tempo delle polemiche. È necessario sempre – afferma Boccia – lavorare insieme, soprattutto quando si devono prendere decisioni che impattano sulla tutela della salute dei cittadini; è necessario sempre rispettare le regole comuni che insieme ci siamo dati, praticando il principio costituzionale di leale collaborazione tra livelli istituzionali”. “Il governo – prosegue il ministro – è sempre stato, e continuerà ad essere, al fianco dei cittadini abruzzesi per rafforzare le reti sanitarie e ristorare tutti i comparti economici costretti a fare duri, ma necessari, sacrifici per proteggere la vita difendendo la salute di tutti. Non è tempo di polemiche ma di riprendere con il Presidente Marsilio un lavoro comune”.

 

Il report dell’Istituto superiore di Sanità rivela che la situazione Covid nel Paese è in evidente miglioramento con il netto calo del Rt a 0,82 in tutte le regioni tranne il Molise.

Tra due giorni potrebbero essere circa 50 milioni gli italiani in zona gialla, cioè tutti coloro che vivono in Emilia, Friuli, Marche, Puglia, Umbria, Liguria, Molise, Provincia di Trento, Sardegna, Sicilia, Veneto e appunto Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte. Restano arancioni ancora per sette giorni Campania, Toscana, Val d’Aosta e Provincia di Bolzano. L’Abruzzo dovrebbe aspettarne invece altri 7 e, quindi, essere giallo dopo Natale.

INDICE RT – «Nel periodo 18 novembre – 1 dicembre 2020, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,82 (range 0,76 – 0,91)», si legge nel report. «Si riscontrano valori di Rt puntuale inferiore a 1 in 20 tra Regioni e Province autonome. Di queste, 19 hanno un Rt puntuale inferiore a uno anche nel suo intervallo di credibilità maggiore, indicando una diminuzione significativa nella trasmissibilità».

L’Rt nazionale, calcolato su 14 giorni, è di 0,82. Nel dettaglio, ecco quelli delle Regioni: Abruzzo 0,8, Basilicata 0,65, Calabria 0,64, Campania 0,71, Emilia-Romagna 0,81, Friuli 0,97, Lazio 0,67, Liguria 0,63, Lombardia 0,82, Marche 0,8, Molise 1,45, Piemonte 0,64, Provincia di Bolzano 0,67, Provincia di Trento 0,91, Puglia 0,8, Sardegna 0,7, Sicilia 0,68, Toscana 0,76, Umbria 0,66, Val d’Aosta 0,6, Veneto 0,91. Il Molise è la Regione con il dato più alto ma comunque non va verso un passaggio in arancione, perché ha un rischio di crescita dell’epidemia basso.

In 16 Regioni si evidenzia un “impatto alto” sui servizi sanitari per sovraccarico di terapie intensive e area medica, per evidenza di nuovi focolai (in Rsa, case di riposo, ospedali o luoghi con popolazione vulnerabile) e per nuovi casi segnalati. Si tratta di Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna., Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, PA Bolzano, PA Trento, Puglia, Sardegna , Toscana, Umbria e Veneto.

LE REGIONI A RISCHIO ALTO – Secondo il report, se pure «si continua ad osservare una riduzione generale del rischio», 14 Regioni sono classificate a rischio moderato, due a rischio basso (Basilicata e Molise) e 5 a rischio alto (Emilia Romagna, Provincia di Trento, Puglia, Sardegna e Veneto). Due delle cinque Regioni classificate a rischio alto (Puglia e Sardegna) sono state classificate a rischio alto per 3 o più settimane consecutive, e «questo prevede specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale».

INCIDENZA “ANCORA MOLTO ELEVATA” – Secondo il report, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 3.663 (al 1 dicembre) a 3.345 (all’8 dicembre), e anche il numero di persone ricoverate in aree mediche è diminuito, passando da 32.811 (al 1 dicembre) a 30.081 (all’8 dicembre). Il tasso di occupazione dei posti letto, però, supera ancora le soglie critica di occupazione a livello nazionale e in 16 tra Regioni e Province autonome. E l’incidenza rimane ancora «troppo elevata per permettere una gestione sostenibile, pertanto è necessario mantenere» le attuali restrizioni per tenere «i livelli di trasmissibilità significativamente inferiori a 1 su tutto il territorio nazionale».

“L’epidemia in Italia – scrivono gli esperti della Cabina di regia – seppur mantenendosi grave a causa di un impatto elevato sui servizi assistenziali, continua a mostrare una riduzione nella trasmissibilità rispetto alla settimana precedente e questo è un segnale di efficacia delle misure di mitigazione introdotte”.

Il direttore della Prevenzione del ministero alla Salute, Gianni Rezza, spiega che “questa settimana si osserva una leggera discesa dell’incidenza di casi di Covid 19 ma resta comunque alta, circa 450 casi ogni 100mila abitanti e in alcuni aree del paese viaggia in controtendenza. Rimane al di sopra della soglia critica l’occupazione dei posti letto sia in area medica che in terapia intensiva. Quindi nonostante la leggera flessione dell’indice Rt che si colloca a 0,82 bisogna continuare a mantenere comportamenti estremamente prudenti evitando le aggregazioni”.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.