Revisione PNRR: per l’Ance Abruzzo “sbagliato cancellare le piccole opere”

“Revisione PNRR in Abruzzo: sbagliato cancellare le piccole opere del PNRR, aiutano i territori e suddividono il rischio di ritardi”: inizia così un comunicato a firma del presidente Ance Abruzzo Antonio D’Intino

“La proposta di revisione del PNRR, presentata dal Governo alla Commissione Europea il 7 agosto 2023, prevede il definanziamento di circa 16 miliardi di euro di investimenti, con 14 miliardi di interesse per il settore delle costruzioni. L’80% dei definanziamenti complessivi riguardano investimenti di competenza degli enti territoriali, in molto casi già in corso di realizzazione con molti interventi urgenti e non più procrastinabili, visti anche i continui eventi calamitosi. In Abruzzo risultano a rischio definanziamento 1.639 interventi per un totale di 510 milioni di cui 435 milioni di fondi PNRR. Il 95% degli interventi riguardano gli investimenti per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni. La ripartizione dei progetti a rischio definanziamento per provincia, evidenzia che la maggior parte si trovano nel territorio della provincia di Chieti e dell’Aquila. Le stesse province spiccano anche in termini di importo, troviamo Chieti con 179 milioni di euro di investimenti a rischio, seguita dalla provincia dell’Aquila con 123,8 milioni”.

“Gli investimenti uscirebbero dal PNRR per essere finanziati con altre risorse, tra le quali Fondi strutturali, Fondo Sviluppo e Coesione e Piano Nazionale Complementare, ma le rassicurazioni del Governo in merito alla copertura di tali interventi non sono sufficienti a sventare il rischio di un rallentamento nella realizzazione delle opere, perché uno spostamento di fonti di finanziamento per un’opera non è affatto immediato. Assistiamo, inoltre, già a gravi ritardi per il pagamento dei lavori del Fondo Complementare con imprese che non vengono pagate, nonostante gli sforzi profusi per avviare i cantieri in tempi record e portare avanti i lavori. In questi casi, i soggetti attuatori, tra comuni ed ATER, non riescono ad ottenere i fondi dal Ministero delle Infrastrutture, tramite la Regione, per lungaggini burocratiche che danno il segno di una distanza siderale tra le realtà produttive e lo Stato. Peraltro il monitoraggio della spesa sta premiando finora proprio i Comuni e gli interventi diffusi sui quali, come ANCE, abbiamo sempre posto grande attenzione ritenendoli fondamentali anche in termini di suddivisione del rischio. Mentre il Governo intende evitare il rischio polverizzazione, a nostro avviso, è preferibile mandare avanti tante piccole opere che implicano tempistiche più facili da recuperare oltre incidere su rigenerazione urbana e dissesto idrogeologico in un arco temporale, con scadenza al 2026, che è possibile rispettare per i comuni che vantano uno stato di avanzamento migliore degli altri nel PNRR”.