Legambiente, Renexia sale a bordo di Goletta Verde 2022

Renexia sale a bordo di Goletta Verde 2022. Quest’anno la campagna itinerante di Legambiente avrà un focus particolare sull’eolico offshore, una vera alternativa al combustibile fossile per la produzione di energia pulita

Per questo motivo Renexia, la società del Gruppo Toto attiva nelle rinnovabili, ha deciso di aderire a questa iniziativa.

“Il presente e il futuro di Renexia è rappresentato dal mare ed è per questo che aderiamo alla campagna di Goletta Verde dedicata all’eolico offshore che, in particolare con la tecnologia floating, garantirà una grande produzione sostenibile di energia pulita – commenta Riccardo Toto, Direttore Generale di Renexia – Solo con progetti che si basano su inclusività e rispetto dell’ambiente potremo raggiungere traguardi importanti nel complicato percorso di transizione energetica”.

Abusivismo edilizio, deficit di depurazione e inquinamento, assalto al patrimonio ittico e alla biodiversità. Dagli illeciti penali a quelli amministrativi, quest’anno, per la prima volta, Legambiente presenta un quadro completo delle violazioni alle leggi che tutelano mari e coste: 55.020 mila i reati contestati nel 2021 alla media di 7,5 ogni chilometro di costa, ossia un illecito ogni 133,3 metri. 24.900 le sanzioni, 20.485 le persone arrestate o denunciate, 7.021 i sequestri, 392 le società denunciate e 270 quelle sanzionate. Tra sequestri e sanzioni, il business del mare violato è di oltre 626 milioni di euro, in flessione rispetto al 2020: la maggior parte delle misure riguarda l’inquinamento e i rifiuti, con oltre 577 milioni di euro.

A guidare la classifica delle aggressioni all’ecosistema marino su base regionale è, anche nel 2021, la Campania, seguita da Sicilia, Puglia, Toscana, Calabria e Lazio. Prima regione del Nord è il Veneto, mentre nelle quattro regioni a “tradizionale presenza mafiosa” – Calabria, Campania, Puglia e Sicilia – si concentra il 46,1% di tutti i reati e gli illeciti amministrativi accertati nel nostro Paese.

Analizzando, invece, i reati per chilometri di costa, la classifica cambia radicalmente: qui il primo posto è della Basilicata, seguita da Abruzzo, Molise, Emilia-Romagna, Veneto e Campania.

Il fattore di pressione di gran lunga prevalente rimane quello del ciclo illegale del cemento, dalle villette abusive all’occupazione illegale delle spiagge, che da solo rappresenta il 50,3% del totale degli illeciti accertati, seguito dall’illegalità connessa ai fenomeni d’inquinamento e alla gestione dei rifiuti (25,3%) e dalla pesca di frodo (20,8%). Chiudono questa classifica, con il 4%, le violazioni relative al Codice della navigazione anche nelle aree marine protette. Questo, in sintesi, il quadro che emerge dalla 23esima edizione del rapporto Mare Monstrum, elaborato dall’Osservatorio nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente su dati di forze dell’ordine e Capitanerie di porto.

“Mare Monstrum, in maniera ancora più completa quest’anno, accende i riflettori sulle pressioni illegali che danneggiano il nostro ecosistema marino: dall’abusivismo edilizio al deficit di depurazione, dagli sversamenti di liquami inquinanti d’ogni tipo fino all’assalto al patrimonio ittico e alla biodiversità, con l’incubo della pesca di frodo – spiega Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente – Vale la pena ricordare come solo grazie all’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel Codice penale nel 2015 sia stato possibile sviluppare inchieste adeguate alla gravità dei reati e come, ancora, anche i delitti contro la fauna attendano di esservi inseriti. Solo potenziando le attività di controllo e rafforzando gli interventi normativi, in primis quelli contro l’abusivismo, con l’affidamento ai prefetti delle demolizioni quando i Comuni non le eseguono, e quelli contro la pesca illegale, si può fronteggiare l’assalto degli ecocriminali e dei predoni del mare. Ma, a fronte di chi puntualmente saccheggia, deturpa, inquina il nostro patrimonio marino e costiero, ci sono anche le storie di chi s’impegna a tutelarne le straordinarie risorse e a valorizzarne le potenzialità per affrontare sfide che ci riguardano tutti come quella climatica, ad esempio attraverso la produzione di energia pulita, possibile anche con un eolico off-shore ben progettato e realizzato”.

E proprio l’eolico off-shore è uno dei temi portanti della 36esima edizione di Goletta Verde che riprende il largo e riparte insieme a Goletta dei Laghi, al suo 17esimo anno di attività: a bordo delle due campagne estive di Legambiente, salpano temi, iniziative e progetti che puntano a non abbassare la guardia sulla qualità delle acque marine e lacustri e sugli abusi che ne deturpano coste e rive. Anche quest’anno, fondamentale il coinvolgimento di centinaia di volontarie e volontari in tutta Italia, impegnati in prima persona sui territori nel campionamento delle acque, poi oggetto di analisi microbiologiche: una grandissima operazione di citizen science che trova pochi eguali per capillarità ed estensione.

A bordo di Goletta Verde 2022, che toccherà tutte e 15 le regioni costiere della Penisola, viaggiano i temi della lotta alla crisi climatica, della depurazione, del beach e marine litter, della salvaguardia della biodiversità, della promozione delle rinnovabili e, su tutti, dello sviluppo dell’eolico off-shore cui Legambiente dedicherà uno speciale focus durante alcune tappe della campagna.

Sono 1.054, nel complesso, i Comuni dell’eolico in Italia, quelli che possiedono cioè almeno un impianto tra grande, mini e micro eolico, su cui sono distribuiti circa 5 mila impianti per una potenza complessiva di 11,2 GW. Un solo impianto eolico off-shore è attivo nel nostro Paese, a Taranto, il primo inaugurato nel Mar Mediterraneo ad aprile 2022, dopo ben 14 anni di ritardi dalla presentazione del progetto e realizzato proprio da Renexia.

Per raggiungere l’obiettivo di sviluppo delle fonti rinnovabili al 2030, secondo stime Elemens, occorrerebbe venissero però installati almeno 12,3 nuovi GW, tra onshore e off-shore, raddoppiando quindi l’attuale potenza installata, cui dovrebbe corrispondere un trend pari a 1,5 GW installati ogni anno per i prossimi otto anni. Ma, attestandoci sulla media delle installazioni effettuate degli ultimi 3 anni – 308 MW – arriveremmo all’obiettivo soltanto tra 40 anni.

Circa 40, a maggio 2022, sono invece i progetti di eolico off-shore per i quali è stata fatta richiesta di connessione a Terna per complessivi 17 GW di potenza. Numeri in continua evoluzione. Con la gran parte delle richieste che si concentrano in Sardegna, Sicilia, Puglia, Molise, Basilicata e Calabria. Progetti che possono dare un importante contributo per far raggiungere all’Italia gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, contribuendo alla lotta contro l’emergenza climatica e alla riduzione dei costi in bolletta per famiglie e imprese.