Dayco: timore delocalizzazione, sciopero prosegue

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Prosegue lo sciopero alla Dayco di Chieti, Manoppello e Colonnella dopo la fumata nera dell’incontro al Mise di Roma. Gli oltre 600 lavoratori temono la delocalizzazione da parte della multinazionale.

Ancora quattro giorni di sciopero alla Dayco, azienda leader in ricerca, progettazione, produzione e distribuzione di componenti essenziali del motore, sistemi di trazione e servizi per veicoli. I lavoratori degli stabilimento di Chieti e Manoppello hanno incrociato le braccia a partire da stamattina e si asterranno dal lavoro fino alla mezzanotte di sabato.  Lo sciopero è stato proclamato dalla mezzanotte fino al prossimo 7 ottobre dalle Rsu e dalle segreterie regionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil nei siti abruzzesi della Dayco.
La decisione, spiegano i sindacati in una nota, arriva al termine di un incontro avuto con l’Azienda presso il Ministero dello Sviluppo economico, incontro le cui conclusioni, sempre secondo i rappresentanti sindacali, sono insoddisfacenti. I lavoratori dei siti produttivi di Chieti, Manoppello e Colonnella vogliono chiarezza da parte dell’azienda sia sul piano degli investimenti che non è stato ancora firmato, sia sul futuro dei lavoratori. L’ultimo sciopero ala Dayco risale allo scorso 23 agosto: in quella occasione la Rsu aveva evidenziato il depotenziamento delle strutture abruzzesi. Dall’incontro odierno, nella sede di Confindustria Chieti Pescara, le organizzazioni sindacali hanno chiesto certezze dalla multinazionale che in Abruzzo produce cinghie di trasmissione e ausiliarie. Spiragli sono emersi dalla riunione anche se i sindacati non sono pienamente soddisfatti e confermano lo sciopero fino al sabato prossimo nei due stabilimenti di Chieti e Manoppello.

“L’azienda è in salute, precisano i sindacati, per questo non capiamo la mancanza di chiarezza da parte dell’azienda e soprattutto vogliamo sapere se intendano chiudere, a questo punto, gli stabilimenti abruzzesi”.

Il servizio del Tg8