San Valentino: Di Venanzio, una vita per la fotografia

Tonino Di Venanzio, una vita per la fotografia: storia e tradizioni d’Abruzzo, 160 scatti esposti dal 12 giugno a San Valentino.

L’Abruzzo degli anni Trenta, con le tradizioni contadine e le manifestazioni celebrative del regime fascista fino alla speranza e al riscatto della democrazia, con un occhio all’ emigrazione: i temi della mostra storico-fotografica “Tonino Di Venanzio, una vita per la fotografia“. La mostra è alla sua terza edizione, 160 scatti d’epoca, raccolti e digitalizzati ad arte grazie a figli e nipoti del fotografo Tonino, artigiano e artista, nato a San Valentino in Abruzzo Citeriore nel 1909 e scomparso nel 1982. L’inaugurazione,  domenica 12 giugno a San Valentino, nel salone di Palazzo Delfina Olivieri. L’iniziativa ha il patrocinio della Presidenza del Consiglio, della Presidenza della Giunta della Regione Abruzzo e del Comune di San Valentino e andrà avanti fino al 16 ottobre.

Con l’occasione saranno assegnati premi speciali per la valorizzazione della natura e dei paesaggi della Majella: “Premio Speciale” all’artista abruzzese per la particolare produzione in campo fotografico, altri premi al miglior fotografo per la valorizzazione naturalistica dell’area della Majella e al miglior giornalista per servizi di valorizzazione turistica dell’area della Majella. I premi saranno realizzati dalla Bottega della Ceramica Simonetti di Castelli.

Tra gli appuntamenti collaterali: domenica 19 giugno presentazione del libro di Gabriella Di Venanzio “Con la luce del giorno” (San Valentino, sala Ammirati, ore 18); domenica 10 luglio convegno “Dagli anni ’30 del consenso al regime fascista, agli anni ’50 del riscatto per la democrazia” (San Valentino, Palazzo Delfina Olivieri, ore 18); concorso fotografico per gli alunni della scuola media “B. Croce”.

“Con la fotografia si può raccontare una storia – confessa Carlo Di Venanzio – e così ho voluto raccontare la storia della mia famiglia, del mio paese, attraverso il lavoro di mio padre fotografo”.

Questa l’origine della terza edizione della mostra, dopo l’edizione del 2015 dedicata agli sposi e alla famiglia. Immagini che testimoniano il clima degli anni del ventennio fascista, con i raduni e le cerimonie paramilitari, le “feste dell’uva”, le famiglie ritratte con gli immancabili “balilla”, il lavoro e le tradizioni della campagna. Superata la tragedia della guerra, ecco gli anni della libertà, della gioventù festaiola, del cinema e del teatro. La mostra resterà aperta nei giorni mercoledì, venerdì, sabato, domenica, dalle 17 alle 20, fino al 16 ottobre.

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Antonella Micolitti: