Natale: la tradizione a tavola

Natale: la tradizione a tavola. Il dibattito è sempre aperto, Natale all’insegna della tradizione o dell’innovazione? In Abruzzo la tradizione sembra resistere ancora senza alcun problema. Le ricette della nonna possono variare a seconda delle zone, ma sono ancora rigorosamente rispettate. Per il cenone della vigilia, rigorosamente a base di pesce, tante le ricette ed i menù.

In Abruzzo la cucina è così ricca e varia che ogni luogo ha le sue specialità. E per Natale  le ricette variano addirittura di famiglia in famiglia. C’è chi preferisce festeggiarlo alla vigilia con un sontuoso cenone a base di pesce, come impone oltretutto la tradizione cristiana, e chi invece non rinuncia al classico pranzo di Natale del 25. In Abruzzo a fare da protagonista è il baccalà, che nel cenone compare in varie ricette: fritto in pastella, al sugo con i peperoni e le olive, al forno con le patate. Una costante della tavola della vigilia sono poi le verze con i fagioli e la pasta con il tonno al pomodoro, il classico brodetto e la tradizionale frittura.  Oltre a questi piatti, della tradizione abruzzese, che ancora oggi restano protagonisti delle tavole natalizie, negli anni sono comparsi anche piatti più elaborati come la coda di rospo o la rana pescatrice, un secondo che si trova abbastanza di frequente nei menù abruzzesi di Natale, o i totani e i calamari  conditi con fantasia , sono un tipico antipasto diffuso soprattutto nelle aree più vicine al mare. Per i menù più raffinati ci sono poi i pesci pregiati. Gran lavoro per i commercianti del settore con le pescherie prese letteralmente d’assalto dai consumatori. Lunghe file di auto sulle strade di accesso agli ipermercato e centinaia di persone ad acquistare sopratutto i prodotti ittici. In molti hanno preferito non correre rischi, prenotando per tempo i prodotti da portare in tavola per la cena della vigilia. La grande distribuzione si è organizzata aumentando sensibilmente il numero degli addetti al banco del pesce per soddisfare in poco tempo le richieste degli acquirenti. Pesce in bella esposizione con tantissime offerte a prezzi decisamente più contenuti rispetto ai singoli punti vendita. Scampi di mezza taglia a 25 euro al Kg. si scende a 18 euro al Kg per quelli più piccoli, orate di allevamenti altamente selezionati a partire da 5,90 euro al Kg e  filetti di salmone a 17,90 euro al Kg. C’è però chi si lamenta ugualmente dei prezzi, decisamente più alti rispetto ai mesi passati, anche se i commercianti assicurano che sono stati applicati soltanto dei leggeri rialzi dovuti soprattutto allo scarso pescato e alle richieste elevate. Per i prezzi al mercato ittico si varia dai 50 euro al kg per gli scamponi, 25/30 euro per orate e calamari e 6 euro, infine, per le alici e gli sgombri. Prezzi che negli Iper mercati scendono sensibilmente, ci sono offerte per tutte le tasch. Pesce, comunque, assolutamente fresco e sicuro, visti anche i numerosi controlli e sequestri fatti in questi giorni dalle forze dell’ordine.  Differente la tradizione natalizia nelle zone interne e in quelle dell’Abruzzo montano. Nell’Aquilano, per il cenone del 24, la tradizione vuole che compaiano sulla tavola sette diverse portate che prendono il nome di “sette minestre”: ceci, lenticchie, cavoli fritti, baccalà, pasta con il tonno, capitone, riso in bianco. Ancora piatti poveri, per una regione dalla storia contadina e pastorale. Un caleidoscopio di gusti e di sapori che fanno dell’Abruzzo la regina dei menu natalizi. Non è facile infatti identificarne uno che possa rappresentare tutta la regione. Impossibile, data la varietà del territorio, delle tradizioni e dei piatti, fare una selezione. Sui dolci, infine, si potrebbe aprire un capitolo a parte, dato il grande numero delle ricette di Natale. Nel Pescarese immancabile è il Parrozzo, alla cui bontà D’Annunzio dedicò dei versi poetici. Ma ogni luogo ha le sue prelibatezze che andrebbero tutte assaggiate. Per i meno fantasiosi ci sono poi il classico Panettone o il Pandoro con  i gustosissimi torroni. Prelibati quelli al cioccolato dell’aquilano.

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Fabio Lussoso: