Ud’A- Il dg Del Vecchio diventa caso da Senato

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Il dg della d’Annunzio diventa ‘caso da Senato’: con un’interrogazione, 8 senatori grillini ( nessun abruzzese) chiedono al ministro Giannini le dimissioni di Del Vecchio.

 

Depositata il 27 luglio scorso, l’interrogazione chiede al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca “se sia a conoscenza dei gravi fatti che stanno facendo tristemente balzare anche alla cronaca nazionale, dopo quella locale, la d’Annunzio di Chieti-Pescara a causa di un direttore generale indagato per abuso d’ufficio e truffa nonché protagonista di scelte e atti che hanno fatto piombare l’ateneo abruzzese in condizioni precarie come mai prima”. Incalzano la Giannini i senatori pentastellati firmatari dell’interrogazione ‘contro’ Filippo Del Vecchio ( sempre citato con le sole iniziali esattamente come accade in due passaggi del documento per la segretaria dei “trenta incarichi M.M.) sollecitando il ministro ad “adottare misure, in base al proprio potere di vigilanza e nelle sedi opportune, affinché l’attuale direttore generale venga rimosso dall’incarico restituendo lustro all’ateneo “. Tre pagine di interrogazione destinate a ripercorrere alcuni passaggi chiave degli ultimi due anni di inchieste, denunce e contestazioni alla d’Annunzio. Tre pagine che prendono le mosse dall’inchiesta madre, quella per il noto ‘contratto alla scolorina’ di cui si rese protagonista il dg appena giunto in via dei Vestini, passando per l’Ima tagliata dall’oggi al domani a 330 amministrativi “bypassando ogni forma di concertazione e dialogo sindacale”, quindi ricordando al Ministro i soffitti crollati in viale Pindaro a Pescara, gli esperti linguistici assiepati tra topi e scatoloni, la privacy dei 103 querelanti violata come, infatti, dichiarato dal Garante appena venti giorni fa fino ad arrivare alle “opacità sul bilancio di ateneo e all’imbarazzante vicenda del Cus”. Un’interrogazione dai toni durissimi all’indirizzo di Del Vecchio scelto come simbolo di “una classe dirigente chiamata a gestire la cultura e che, invece, finisce per esser solo portatrice di interessi personali, lontani dal lustro del luogo che li ospita, dalla storia e dall’onore di un’università”. “Troppo spesso – chiudono l’interrogazione gli 8 senatori grillini- personaggi di questo genere spazzano via anni di storia e lustro con egoismi e malaffare, cancri davvero difficili da estirpare in Italia”.

Barbara Orsini: