Tour in Abruzzo per il segretario del Sindacato di Polizia Penitenziaria

Oggi a Pescara davanti al San Donato il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo parla della situazione delle carceri abruzzesi

Quella di Pescara è stata una delle tappe del tour che dal 2 aprile sta portando Di Giacomo in giro per l’Italia, in sciopero della fame a oltranza; l’obiettivo è sensibilizzare la politica ad intervenire.

Davanti al carcere San Donato di Pescara oggi il segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria (Spp) Aldo Di Giacomo ha avvertito un improvviso malore e si è reso necessario l’intervento dei sanitari e il trasporto in ospedale. A riferirlo è stato il vice-segretario generale  Spp Gina Rescigno.
Prima del malore Di Giacomo aveva fatto il punto dell’iniziativa di protesta, che comunque intende continuare:

“Negli ultimi giorni l’annuncio del Ministro Nordio di nuove strutture e padiglioni nelle carceri esistenti, per un totale di 2.262 posti extra – ha detto Di Giacomo – denota la grande confusione perché è semplicemente impensabile programmare la detenzione di altre migliaia di persone senza contestualmente programmare l’assunzione di nuovi agenti. Secondo un calcolo immediato, con circa 2.300 detenuti in più servirebbero almeno altri 2.000 agenti, oltre a sopperire alle carenze di organico già note. A questo si aggiunga la vicenda del carcere in Albania per il quale è iniziato il reclutamento di personale penitenziario con salari sino a 4 mila euro al mese (oltre a vitto e alloggio gratuiti) e due agenti penitenziari per ogni detenuto e la recente operazione della Polizia di Stato a Castellammare di Stabia che ha accertato che le estorsioni ai commercianti della città venivano guidate da boss e affiliati a clan camorristi attraverso ordini impartiti agli uomini dei quartieri comodamente con il telefonino in cella. Siamo di fronte al totale fallimento della gestione dell’Amministrazione Penitenziaria perché a comandare sono sempre loro”.

La situazione nelle carceri italiane non è facile. Le difficoltà non riguardano solo chi dietro le sbarre ci vive, detenuto per un periodo breve o lungo, ma anche chi ci lavora giorno dopo giorno, da anni, spesso in condizioni al limite. Per gli uni e per gli altri la vita può diventare scomoda e pesante, o addirittura insostenibile. Esattamente un mese fa se ne era occupato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: ricevendo la Polizia Penitenziaria aveva sottolineato la necessità di interventi urgenti per contrastare i suicidi in carcere.

Il monito del presidente è stato raccolto dai garanti territoriali delle persone private della libertà personale  ed è stato trasformato in appello al Parlamento e al ministro di Giustizia.

“La maggior parte dei detenuti vive, per oltre 20 ore al giorno, in celle sovraffollate dalle quali esce solo nelle ore d’aria. Questa è una violazione dei principi della Carta costituzionale e dell’Ordinamento penitenziario. Ma questo non è insuperabile. Bisogna riempire di senso il tempo della detenzione, offrendo più attività culturali, lavorative, sportive e ricreative. Le relazioni familiari e col volontariato devono essere potenziate anche più colloqui, telefonate, videochiamate. È necessario personale specializzato (psicologi, educatori, psichiatri, pedagogisti, assistenti sociali, mediatori linguistici) che dia ascolto ai detenuti e ne riesca a cogliere le ragioni di intollerabile sofferenza. Servono anche più misure alternative alla detenzione. Sono diverse migliaia i detenuti con una condanna definitiva inferiore o pari a tre anni di reclusione. Chiediamo a tutti i Parlamentari norme specifiche e urgenti e al Ministro di Giustizia provvedimenti concreti in tempi rapidi, in aderenza con le parole del Presidente della Repubblica”.

Tra i tanti temi sollevati c’è il sovraffollamento: un problema speculare che pesa sia sui reclusi che sulle guardie penitenziarie, già alle prese con la carenza di organico, turni spesso massacranti e detenuti con problemi di droga o di salute, sia fisica che mentale.

Temi ripresi oggi a Pescara, davanti alla Casa Circondariale di San Donato, dal segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria SPP, Aldo Di Giacomo, nella conferenza stampa convocata per illustrare la situazione del carcere pescarese e l’andamento delle carceri abruzzesi.

IL SERVIZIO DEL TG8