A Pescara incremento della disinfestazione antilarvale per contrastare il virus West Nile. Nessun caso in Abruzzo
Nei giorni scorsi c’era stato un caso sospetto nell’area peligna, a Sulmona, tuttavia le analisi hanno confermato che non si trattava del virus West Nile.
In Italia intanto, in sette giorni, i casi confermati sono più che raddoppiati: da 32 a 89. L’ultimo bollettino della sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato ieri, ha aggiornato ad otto il numero complessivo delle vittime, più un ulteriore decesso nel casertano non ancora notificato.
La situazione non impone segnali di allarme secondo gli infettivologi e l’Iss che tuttavia invitano la popolazione ad adottare tutte le misure di prevenzione per evitare la puntura delle zanzare, portatrici del virus, e contattare il proprio medico in presenza di uno stato febbrile superiore ai 38 gradi.
Intanto salgono a 31 le province italiane con dimostrata circolazione del virus in diverse regioni. Tra queste c’è anche l’Abruzzo, insieme a Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Sardegna.
A Pescara l’amministrazione comunale ha disposto l’incremento delle attività di disinfestazione, l’obiettivo è contrastare la diffusione della febbre West Nile. Al momento in città non si registrano casi.
L’assessore Cristian Orta ha convocato un incontro sul tema con i rappresentanti della Asl e di Ambiente spa. Nell’incontro, che si terrà mercoledì, verranno valutati i possibili ulteriori interventi da effettuare in città partendo dall’analisi della situazione esistente.
L’assessore sottolinea che “a Pescara non ci sono stati segnalati in alcun modo episodi legati alla zanzara portatrice di West Nile, tuttavia a scopo cautelativo e preventivo il Comune e la società Ambiente spa hanno già attivato procedure dedicate di prevenzione”.
“Nel frattempo – annuncia l’assessore – stiamo predisponendo un incremento straordinario delle attività di disinfestazione antilarvale e di posizionamento di pasticche larvicide in diversi punti della città, interventi che vanno ad aggiungersi a quelli ordinari di disinfestazione che Ambiente spa svolge a cadenza regolare. C’è attenzione su questo tema, particolarmente sentito nel nostro Paese a seguito dei contagi e dei decessi, e il dialogo con la Asl è costante per promuovere misure mirate ed efficaci”.
Il ricordo del Covid evidentemente è ancora ben presente in tutti noi, ma va sottolineato che per il virus West Nile il contagio non avviene da persona a persona, non a caso dal dipartimento di malattie infettive dell’Iss arriva un messaggio tranquillizzante:
“Oggi non siamo in una situazione di allarme per il West Nile – spiega la direttrice Anna Teresa Palamara – Ricordiamo che l’infezione non si trasmette da persona a persona ma solo attraverso le punture di zanzare. Per questo è importante che la popolazione utilizzi tutte le misure di prevenzione, da quelle per evitare la proliferazione delle zanzare a quelle personali per proteggersi dalle punture. Ricordiamo di rivolgersi al proprio medico in caso di febbre superiore a 38° per effettuare la diagnosi. Tutte le misure sono in campo, comprese quelle a protezione dei trapianti e delle trasfusioni”.
Secondo la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva i casi di West Nile emersi nelle ultime settimane “potrebbero essere solo la punta dell’iceberg”, per questo si stanno promuovendo corsi di formazione per permettere la rapida identificazione delle infezioni.
La Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), attraverso la Società Scientifica dei Medici di Medicina Generale (Metis), ha realizzato un’infografica divulgativa che sarà inviata ai medici di famiglia per fornire in maniera semplice e chiara tutte le principali informazioni sulla febbre West Nile.
Qui il pdf da scaricare: Infografica-Febbre-West-Nile
Il presidente della Società Italiana d’Igiene Enrico Di Rosa sottolinea che “la diffusione del West Nile virus e il numero di casi umani registrati in queste settimane estive del 2025 è in linea con gli anni precedenti, per cui non vi è nessun segnale di allarme”.
De Rosa, in una nota diffusa dall’Ansa, afferma:
“In Italia la circolazione del virus West Nile, e i conseguenti casi in ambito veterinario e umano, non sono una novità. Il Piano Nazionale Arbovirosi 2020-2025, elaborato dal ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, prevede infatti una sorveglianza specifica per la patologia, in particolare nel periodo di massima presenza del vettore, tra maggio e novembre, con un approccio integrato tra Sanità umana e veterinaria ‘One Health’. Come noto, nella maggior parte dei casi, l’infezione è asintomatica (80%) o paucisintomatica (20%), mentre nell’1% dei casi può insorgere
una sintomatologia neurologica e, in circa 1 caso su 1000, un’encefalite, con forme neuroinvasive, dove i soggetti anziani e immunodepressi o con comorbidità sono i più colpiti”.
Attualmente non esiste né una terapia specifica né un vaccino preventivo. È essenziale, pertanto, proteggere i soggetti più vulnerabili raccomandando l’utilizzo di repellenti e vestiti il più possibile coprenti quando si trascorrono ore all’aperto, dotarsi di zanzariere a livello domestico e, per coloro che hanno piante e giardini, evitare ristagni d’acqua e l’eventuale utilizzo di prodotti larvicidi.
L’esperto ricorda che in Italia, storicamente, “la maggior parte dei casi si riscontra nel Nord, in particolare nell’area del Delta del Po. Tuttavia, come si evince dal Bollettino Nazionale Sorveglianza Integrata del West Nile e Usutu virus del 31 luglio 2025, in queste settimane sono stati registrati alcuni casi, anche severi, tra Lazio e Campania che hanno portato ad una rapida attivazione delle Regioni, ASL e Amministrazioni comunali per interventi straordinari di disinfestazione e per
assicurare la sicurezza di donazioni di sangue, organi e tessuti attraverso test NAT molecolari”.
