L’Aquila: anche il Comune impugna la “sentenza choc” per motivazioni diverse dai familiari delle vittime

Anche il Comune dell’Aquila impugna la sentenza del giudice Monica Croci e, dunque, il ricorso in appello non sarà solo dei familiari delle vittime ma anche del Comune per un altro motivo però

E’ stata pubblicata una delibera di giunta che da mandato al legale dell’ente, l’avvocato Domenico De Nardis, di preparare il ricorso. Questo perché il Comune è stato condannato a pagare circa 13 mila euro di spese legali. A spiegare il tutto è appunto la delibera stessa. Per il Comune il Tribunale è incorso in un errore addebitando a lui le spese di difesa degli eredi del progettista dell’edificio crollato con una sentenza che al tempo stesso ha escluso il Comune da ogni responsabilità.

Il Comune era stato chiamato in causa dai familiari delle vittime per il certificato di agibilità rilasciato nel 1964 per l’edificio poi crollato. Ma l’ente ne è uscito vincendo la causa senza dover risarcire i familiari. Per questo oggi non ritiene giusto pagare perché anche lui aveva chiamato in causa gli eredi osservando che i suoi controlli erano stati di natura urbanistica e igienico sanitaria e non sull’idoneità del costruito.

Intanto in tribunale continuano altre udienze di cui si sta occupando un altro giudice: Baldovino De Sensi perché la Croci è passata al penale.

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