Tanta commozione, il picchetto d’onore e soprattutto molte persone semplici oltre a familiari, colleghi e amici a Chieti per l’ultimo saluto terreno a Nico Civitella ed Emanuele Capone i due vigili del fuoco, entrambi 42enni, morti nella tragedia di Pennapiedimonte. I feretri arrivano a bordo di due mezzi d’intervento: a portarli in spalla fin dentro la cattedrale una staffetta di colleghi in divisa
Su piazza San Giustino anche le nubi lì a velare un cielo silenzioso che sembra partecipare anch’esso al dolore per questi due figli della terra d’Abruzzo. La commozione per i feretri dei due vigili morti nella tragedia di Pennapiedimonte oggi non è, infatti, solo quella dei familiari, dei colleghi e degli amici di Nico ed Emanuele ma è il dolore di intera comunità. Di un Abruzzo che per ore ha atteso con speranza che i 4 vigili dati per dispersi fossero vivi e venissero ritrovati: feriti ma vivi. A Chieti è lutto cittadino, ma in molti altri angoli della nostra regione oggi pomeriggio ci sono momenti di preghiera e raccoglimento.
I feretri di Nico Civitella ed Emanuele Capone arrivano sopra i mezzi di chissà quanti interventi, avventure, salvataggi. Accanto alle bare, per tenerle in sicurezza ma soprattutto con occhi lucidi e mani che tremano, i colleghi di reparto. Le bare sono state accolte da applausi all’ingresso e all’uscita, con volo di palloncini bianchi, mentre il gruppo musicale di cui Capone faceva parte ha cantato i suoi due brani preferiti. Poco prima della conclusione del rito religioso ha preso la parola il comandante provinciale dei Vigili del fuoco di Chieti, Luca
Verna.
A Chieti c’è il capo dei Vigili del Fuoco nazionale Eros Mannino: il suo posto è in prima fila nel banco delle autorità, ma con le lacrime agli occhi attende sul sagrato i feretri dopo aver lungamente abbracciato le famiglie di Nico ed Emanuele. “Siamo vicini alla famiglia da grande famiglia quale siamo. Faremo di tutto per rendere meno doloroso questo momento drammatico per mogli, madri, fratelli e figli”.
“Oggi persino più di quando svolgiamo il nostro quotidiano lavoro di supporto e aiuto sentiamo forte il bene, il calore, la vicinanza della gente semplice!”.
C’è anche il sottosegretario Prisco a Chieti per rendere omaggio ai due vigili.

La città ha salutato il passaggio dei feretri a bordo dei due camion in silenzio, qualcuno si è lasciato andare ad un applauso composto mentre la piazza si riempiva di amici, familiari e colleghi anche di comandi e distretti di altre città e regioni.

In cattedrale a sinistra dell’altare in prima fila il presidente Marsilio, con i vertici dei vigili del fuoco, Lorenzo Sospiri, il prefetto, il questore, il capo della Procura di Chieti Di Florio e il sindaco di Chieti Ferrara con la fascia tricolore.

Dall’altro lato dei feretri, a destra dell’altare dal quale è l’arcivescovo Bruno Forte a spendere parole di commossa partecipazione, ci sono le due famiglie distrutte dal dolore e subito dietro tanti vigili del fuoco in divisa.
Nell’omelia Forte parla di speranza, di vita che non può finire con la morte: ” Che Nico ed Emanuele, che una vita l’hanno spesa per aiutare gli altri, veglino su chi oggi e sempre ne piangerà l’assenza fisica, il ricordo, il dolore della perdita. Una ferita, tante domande ma soprattutto la fede. Invochiamo la misericordia di Dio su tutti e su ciascuno”.

Ieri i feretri sono stati portati al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di via Masci, a Chieti, dove è continuo il flusso di persone arrivate per rendere omaggio ai due vigili del fuoco morti durante un’escursione.

Nello stesso comando provinciale teatino prestano servizio anche i due vigili salvati, Giulio De Panfilis e Gabriele Buzzelli. I quattro colleghi si erano recati in escursione, nel giorno libero dal servizio, nella forra del fiume Avello, a Balzolo di Pennapiedimonte .
Ieri l’esame autoptico sul corpo di Emanuele Capone, condotto dal medico legale Pietro Falco al policlinico di Chieti, ha evidenziato la morte per annegamento. Annegamento e assideramento sono state le cause del decesso dell’altro vigile del fuoco e compagno di escursione, Nico Civitella. Capone era di Chieti, Civitella di Guardiagrele: entrambi avevano 42 anni e appartenevano ai vigli del fuoco di Chieti. Sulla vicenda il sostituto procuratore della Repubblica di Chieti, Giancarlo Ciani, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti.

