Teramo: deleghe in Provincia, malumori della Lega

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Le deleghe assegnate, dopo due mesi, dal presidente della Provincia di Teramo Diego D Bonaventura ai consiglieri eletti lo scorso 18 dicembre non sono assolutamente piaciute alla Lega.

Una questione che ha suscitato dissapori nel centrodestra teramano, in particolare tra i due principali partiti della coalizione (Lega e Fratelli d’Italia). Dopo le due note di domenica, inviate una dal coordinatore regionale Luigi D’Eramo per contestare le deleghe assegnate da Di Bonaventura e accusarlo di «vuoto politico e amministrativo», l’altra dal coordinatore regionale della Lega Giovani Francesco De Santis attaccando Fratelli d’Italia, ieri tre esponenti teramani del Carroccio hanno inviato altrettante prese di posizione.

Luigi D’Eramo coordinatore regionale “Lega”: Nel ringraziare il presidente di Bonaventura per le deleghe conferite, che però sono frutto di una sua personale determinazione e non tengono conto in alcun modo delle varie proposte avanzate dalla Lega, ricordiamo a tutti gli amministratori della Provincia di Teramo che mancano 240 giorni alla scadenza del mandato e alla rielezione del presidente stesso. Sarà inevitabile confrontarci con valutazioni più attente riguardo i consiglieri delegati, premiando merito, territorialità e competenza. Auspichiamo che nei 240 giorni rimanenti di amministrazione si riesca ad accelerare sul lavoro programmato e non portato a termine in questi anni, colmando un grave vuoto politico e amministrativo nell’ente. Ci sono 221 milioni in cassa ancora da investire sul territorio, e per ora ne abbiamo visti annunciati solo 10, peraltro in lavori pronti per la primavera 2022 e ad oggi solo dichiarati dal presidente Di Bonaventura”.

LA REPLICA DEI CONSIGLIERI PROVINCIALI DELEGATI

In una nota a firma dei Consiglieri provinciali delegati, Luca Frangioni, Gennarino Di Lorenzo e Lanfranco Cardinale si sottolinea che:

“Con grande rispetto crediamo che ogni forza politica e ciascun eletto abbia il diritto di esprimere dissenso sulla linea scelta dal presidente nella distribuzione delle deleghe: una linea, però va detto, che è stata più volte richiamata dallo stesso Presidente subito dopo il risultato elettorale che ha confermato, con un discreto successo il lavoro svolto dai consiglieri uscenti. Rompiano il silenzio, doverosamente, invece sconcertati dalle accuse di immobilismo rispetto alle opere pubbliche da parte della Lega. Nel pieno di una pandemia mondiale questa Amministrazione, hanno raccolto e fatto finanziare oltre 180 milioni di euro e solo nel 2021, speso oltre 40 milioni in strade e scuole. Soldi veri, che sono stati immessi nell’economia teramana e hanno risolto, con le decine di cantieri aperti annosi problemi sulla rete stradale e degli Istituti teramani. Questi non sono dati della politica ma atti formali e testimoniabili dalle determine, dagli impegni di spesi: insomma documentabili al di là delle chiacchiere. Le grandi opere infrastrutturali sbloccate: e non si erano bloccate per colpa nostra. Il Ponte di Castelnuovo, il Ponte ciclopedonale sul Vomano e il porto di Roseto hanno richiesto mesi e mesi di ricucitura progettuale e amministrativa perché la precedente amministrazione ci ha lasciato in dote contenziosi giudiziari ed errori. Anche questi certificabili. Da buoni amministratori ci siamo messi a lavorare senza troppi clamori sugli errori passati perché abbiamo pensato al bene del territorio. Forse, abbiamo sbagliato, ma l’aggressività non è nella nostra natura: noi abbiamo cultura di Governo.

Tutto questo nel pieno di una pandemia mondiale, due lockdown e i cantieri fermi prima per questioni sanitarie e poi, oggi, con problemi di operatività denunciati a gran voce da tutte le associazioni di categoria e dai parlamentari (gli stessi che firmano comunicati sull’immobilismo delle opere pubbliche della Provincia come ci fosse una dissociazione di pensiero) per: carenza di materiali e brusco rialzo delle materie prime: elementi che hanno fermato i cantieri. Sono fatti stranoti su tutte le prime pagine dei giornali nazionali e locali tutti i giorni oltre agli echi della guerra che già sta avendo riflessi, anche questa, su prezzi e rifornimenti. Chiediamo ai colleghi della Lega: cosa è cambiato da ottobre quando vi siete candidati nella lista “la Forza del Territorio per Di Bonaventura Presidente”? Nessuna di questa riflessioni è mai emersa in nessuna delle riunioni che pure abbiamo fatto né nelle dichiarazioni rilasciate sempre dalla Lega subito dopo le elezioni: di tutt’altro tenore bisogna dire.  Questioni aperte? Tante, ma nessuna da giustificare un attacco ai vostri colleghi di maggioranza, quelli con i quali avete scelto di fare un percorso”.