Tagliacozzo, spaccio di sostanze stupefacenti nella piazzaforte del centro storico

Ordinanze di custodia cautelare in carcere per tre albanesi, tra i 24 e i 28 anni, accusati di spaccio di sostanze stupefacenti nel centro di Tagliacozzo. Avrebbero messo in piedi un traffico di droga nella loro abitazione, considerata dagli inquirenti “una vera e propria piazza di spaccio”.

Le misure sono state emesse questa mattina dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avezzano e sono state notificate dai carabinieri della Compagnia di Tagliacozzo al termine di un’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Avezzano, avviata nella primavera del 2020. Coinvolti A.N. di 28 anni, O.N. di 24 anni e A.G. di 28 anni, tutti di nazionalità albanese, mentre un quarto uomo, P.L. di 55 anni, italiano, è stato raggiunto dalla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria in quanto “sebbene avesse predisposto un’attività di spaccio per proprio conto – si legge in una nota dei carabinieri – ha indubbiamente favorito la condotta dei principali indagati, dai quali era solito acquistare la cocaina”. Inoltre sono stati individuati come assuntori 15 persone, sebbene gli investigatori abbiano riscontrato dall’attività info-investigativa “la frequenza di centinaia di acquirenti che non hanno smesso di rifornirsi nemmeno durante i mesi di maggiori restrizioni a causa dell’emergenza sanitaria”.

Sono state le segnalazioni su un presunto traffico di sostanze stupefacenti in pieno centro, arrivate ai militari della Compagnia di Tagliacozzo, a far scattare le indagini. Le perquisizioni hanno coinvolto alcuni giovani del posto e hanno portato prima al sequestro di cocaina e poi ad individuare la base operativa dello spaccio, ossia la casa occupata dai tre albanesi e considerata dagli inquirenti il “punto di riferimento dei giovani della zona per il rifornimento di sostanza stupefacente”. L’edificio, data la sua posizione isolata rispetto al centro storico, veniva raggiunto direttamente dagli acquirenti con le loro auto. Per acquistare la droga bastava recarsi sotto casa dei tre e suonare il clacson. Dopo aver concordato il quantitativo delle dosi da acquistare, le forze dell’ordine riferiscono che lo stupefacente veniva ceduto da uno di loro dietro un corrispettivo variabile dai 30 ai 40 euro a dose. Il modus operandi degli indagati, come ribadito dal Gip di Avezzano, era consolidato da anni, così come la forte disponibilità di cocaina “tanto che gli acquirenti – scrivono i carabinieri in una nota – senza previ contatti, avendo la certezza di trovare lo spacciatore e la sostanza desiderata, si recavano direttamente presso l’abitazione degli indagati, certi che in qualsiasi momento gli stessi sarebbero stati in grado di soddisfare le loro richieste”.