Sindacati su Banca Popolare di Bari: “E’ iniziato lo scacco al territorio”

I rappresentanti sindacali di FISAC CGIL ABRUZZO MOLISE, FIRST CISL ABRUZZO MOLISE e UIL.CA ABRUZZO, intervengono in una nota sulla delicata vicenda della Banca Popolare di Bari. Le OO.SS. sono pronte ad aprire un tavolo di confronto con tutti i portatori di interessi presenti sul territorio.

Si compie, in questa primavera, la programmata eutanasia del credito bancario in Abruzzo, a cominciare da quei territori (Pescara e zone dell’interno) un tempo radicamento massimo della ex Cassa di Risparmio di Pescara (poi Banca di Lodi, poi Banco Popolare, poi Tercas-Caripe ed infine Gruppo Banca Popolare Bari), con decine di sportelli, a volte i soli presenti in aree a c.d. rischio di bancabilità per la presenza nel comune di un solo presidio del credito. Molte di queste Filiali operano al servizio di vaste comunità, anche aziendali, e da decenni con reciproco interesse economico e di relazione.

In Abruzzo, si legge sempre nella nota, sono in chiusura 34 filiali. A fine aprile, nella provincia di Pescara, saranno interessati due sportelli su Pescara Porta-Nuova e la Filiale di Bussi, cui seguiranno, entro il prossimo ottobre, le altre, non ancora oggetto di comunicazione da parte aziendale.

“La ex-Caripe e la Ex-Tercas hanno svolto e continuano a svolgere un fondamentale ruolo di tutela degli interessi di credito e di risparmio di tanti cittadini (molti in età anagrafica avanzata e bisognosi di un servizio di assistenza/consulenza di prossimità e non certo con canali remoti a massima spersonalizzazione e poco confacenti per clientela a basso tasso di alfabetizzazione digitale) e tante imprese storicamente insediate nel territorio (basti pensare all’ex polo chimico di Bussi)”.

In era “Covid” è accettabile pensare di chiudere presidi locali, senza alcuna interlocuzione sul territorio e senza un’attenta valutazione sulle ricadute economiche e sociali, in termini di facilità di accesso al credito a tante medie e piccole aziende?

“Le stesse organizzazioni regionali e provinciali confederali del credito, ancora si chiedono: ma nella nostra provincia l’attuale Fondazione PescaraAbruzzo non ha nulla da proporre, nulla da mettere in campo per evitare il realizzarsi dell’estremo tassello di desertificazione del credito in una provincia già ampiamente piegata dalle vicissitudini economiche e sociali del momento? Solo un assordante silenzio”.