Sepoltura feti: durissima presa di posizione, della Cgil e non solo, contro la proposta di legge regionale di Fd’I

“Imporre la sepoltura del feto, senza la richiesta e il consenso della madre, oltre a rappresentare una palese violazione della sua libertà personale, contrasta con i diritti riconosciuti dall’ordinamento giuridico italiano nonché dal diritto comunitario e internazionale”. La denuncia è della Cgil, per voce di Rita Innocenzi, ed è contro una proposta di legge regionale targata Fratelli d’Italia

“La scorsa estate, nel pieno di una emergenza pandemica trasformatasi per tante e tanti in emergenza di carattere sociale, tra le cose assolutamente fondamentali da portare a compimento in seno al Consiglio Regionale, il Gruppo Consiliare di Fratelli d’Italia ha pensato bene di inserire la Proposta di Legge per la “Disciplina in materia funeraria e di polizia mortuaria”. Le prime battute della relazione illustrativa parlano del ‘riconoscimento del diritto alla sepoltura dei bambini mai nati di età gestionale inferiore alle ventotto settimane’ : una falsità, fake news come si direbbe di questi tempi. Il diritto a richiedere la sepoltura dei ‘prodotti abortivi’, infatti, esiste già ed è esercitabile dai genitori. In altri termini, su richiesta di questi ultimi e, quindi, giustamente, solo ed esclusivamente con il loro consenso espresso ed in presenza di certificato medico che riporti tutte le indicazioni del caso è possibile procedere con l’eventuale seppellimento del prodotto abortivo”. Il comunicato di denuncia è firmato da Rita Innocenzi e Loredana Piselli, rispettivamente della Segreteria CGIL Regionale e del Coordinamento Donne SPI CGIL Regionale.

“In pratica, i genitori, secondo la disciplina dello Stato, sono gli unici soggetti abilitati a chiedere la sepoltura del feto. La normativa vigente rende sempre possibile, quindi, la sepoltura, garantendo alle famiglie una libertà di scelta. E allora quale novità vuole introdurre questa ‘straordinaria’ Proposta di Legge? La risposta è terribile e risiede nel voler introdurre l’obbligo, una volta captata la notizia di un aborto – ‘ad ogni aborto’ recita la macabra proposta – di disporre da parte della ASL la sepoltura, dei prodotti del concepimento, anche in assenza di una richiesta da parte della madre ed in generale dei genitori, e quindi all’insaputa della donna. Terribile se si pensa che possano essere arbitrariamente fornite a soggetti terzi notizie sull’intervenuta interruzione di gravidanza, in evidente contrapposizione con qualsivoglia principio di tutela”.

“Come si può pensare ad una tale inciviltà? La circostanza, infatti, che al fuori dalle procedure previste dalla legge vigente, soggetti terzi estranei ai fatti, vengano a conoscenza dell’interruzione di una gravidanza, al fine di predisporre gli atti amministrativi aventi ad oggetto l’inumazione del feto in una area indicata quale ‘campo di sepoltura dei bambini del territorio comunale’ è lesiva della  privacy  espressamente tutelata dalla Legge 22 maggio 1978 n. 194 – Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza. Più precisamente l’art. 5 comma 2 della L.194/1978 “.

Una presa di posizione durissima quella del sindacato il cui comunicato termina così:” Seppellire il feto senza aver acquisito alcun consenso vuol dire violare la volontà della donna, rappresenta una grave forma di violenza idonea a determinare una sofferenza. La Proposta di Legge è approdata nella V Commissione Consiliare del Consiglio Regionale che si riunirà già a partire da domani. La CGIL Regionale con il Coordinamento Donne SPI, accanto alle Associazioni delle Donne presenti nel territorio abruzzese, ha  avanzato richiesta di audizione ed anticipa che porrà in essere ogni azione di contrasto riservandosi di agire anche legalmente a tutela dei diritti delle Donne abruzzesi alle quali va detta la verità”.

Alla voce della Cgil sulla vicenda si aggiunge quella del M5S: “Con il progetto di legge regionale sui bambini mai nati, Fratelli d’Italia utilizza la politica per entrare a gamba tesa nella vita privata degli abruzzesi con imposizioni vergognose. Il modus operandi del centrodestra continua a portare l’Abruzzo indietro, a navigare in direzione contraria rispetto alla storia e alle conquiste civili degli ultimi decenni. Bene fanno le numerose associazioni a scendere in piazza contro questo progetto di legge inaccettabile”. E’ la posizione del Movimento riassunta nelle parole della capogruppo M5s in Consiglio regionale d’Abruzzo, Sara Marcozzi. 

Mentre Le Donne di Articolo UNO oggi, insieme con le donne della rete 8 Marzo, hanno manifestato contro la proposta di modifica della legge, presentata dai consiglieri di FdI, che obbliga alla sepoltura dei feti abortivi, anche senza il consenso dei genitori.

“Riteniamo questa legge l’ennesimo subdolo tentativo da parte del centro-destra di depotenziare la legge 194 che regolamenta l’interruzione volontaria di gravidenza nel rispetto della dignità e della libertà di scelta delle donne. Dai consiglieri regionali, affermano, ci aspetteremmo, piuttosto, un impegno per rendere accessibile una legge dello Stato che in Abruzzo rimane spesso inapplicata, a causa dell’abbandono in cui versano i Consultori Familiari ed il gran numero di obiettori di coscienza operanti nelle strutture pubbliche. Se la proposta di legge non verrà ritirata, affermano infine, continueremo la mobilitazione ed useremo ogni strumento possibile per contrastarla”.