Scontro L’Aquila-Pescara sui pazienti Covid, Verì convoca una riunione

Questione di saggezza, di sanità o di campanile? Risponde l’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì alla querelle tra L’Aquila e Pescara sulla possibilità di riunire tutti i pazienti Covid nell’hub della città adriatica.

La diatriba tra L’Aquila e Pescara, a proposito di tutti i pazienti Covid a Pescara, non è la prima e non sarà l’ultima. Ma siccome il coronavirus non rispetta i confini, nemmeno quelli comunali, ai campanili bisogna volarci sopra, superando i propri e gli altrui limiti. Dunque la questione non è ammassare tutti i malati al Covid hospital perché altrove hanno altro da fare, quanto piuttosto scegliere la soluzione migliore rimettendo al centro il confronto. Sarà questo il tema della riunione convocata dall’assessorato alla Sanità della Regione Abruzzo per lunedì 23 agosto.

“In quella occasione – ha detto l’assessore Nicoletta Verì al microfono del Tg8 – valuteremo, insieme alle quattro Asl, se adottare la strategia del concentramento nel Covid hospital pescarese, liberando così le altre strutture affinché tornino ad occuparsi di cure e prevenzione delle altre patologie”.

Intanto il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, il cui ruolo è anche quello di presidente del comitato ristretto dei sindaci della Asl della provincia aquilana, precisa la propria posizione parlando di circa 50 pazienti oncologici in attesa, provenienti anche da fuori regione.

“Circa cinquanta pazienti oncologici , già pre-ospedalizzati, di cui molti provenienti da fuori regione, attendono di sottoporsi a un intervento che necessariamente dovrà svolgersi entro il mese di settembre. Non è più possibile prolungare una sospensione di attività determinanti per la qualità della vita dei cittadini, congelate a causa della crisi pandemica. Anche per questo motivo ho fatto appello affinché tutti i malati covid in terapia intensiva siano concentrati presso il Covid hospital di Pescara, centro di riferimento abruzzese, così come, in colpevole ritardo, auspicato dal Pd stamattina. Sempre più spesso, infatti, accade che gli sia data la sveglia su quanto accade nel mondo reale, per di più su un tema delicatissimo e prioritario come quello della salute pubblica. Destati dal loro torpore, Stefania Pezzopane e Massimo Cialente, si sono finalmente accorti di una necessità non più rinviabile”.
“Aprire un modulo, come il G8, per soli sei utenti – prosegue Biondi – richiede la presenza di cinque anestesisti, almeno dieci infermieri e quattro operatori socio-sanitari. Impegnare questo personale con ospedalizzati Covid implica la distrazione da altre incombenze con conseguente differimento di attività determinanti per la salvaguardia dei livelli assistenziali. Anche l’assunzione di nuove unità lavorative è complessa: anestesisti e infermieri sono molto ricercati e neanche con bandi di concorso e avvisi si riesce a reperirli”.

Immediata la replica del capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale Roberto Renzetti che rimarca come la gestione dei “pazienti Covid, oncologici o affetti da qualunque altra patologia” non possa finire “nella bagarre del campanilismo”, ma “deve rispondere al principio della solidarietà”.

“Durante la fase acuta della pandemia – spiega Renzetti – il Covid Hospital di Pescara ha solidalmente accolto malati provenienti da ogni parte d’Abruzzo e anche da fuori regione, un’attività straordinaria che comunque non ha bloccato l’erogazione di tutte le altre prestazioni ospedaliere, dagli interventi in sala operatoria, che hanno camminato a pieno ritmo, alle attività ambulatoriali ai ricoveri, sia programmati che d’urgenza. Semmai l’emergenza Covid dovesse tornare ad aggravarsi sono certo la nostra struttura tornerà a garantire la propria disponibilità nei confronti di tutte le altre Asl, ma è altrettanto evidente che oggi la situazione Covid è ancora gestibile e tutte le aziende sanitarie sono chiamate a organizzare i propri servizi per svolgere la propria attività ordinaria, sia nel fronteggiare i nuovi casi Covid sia nel portare avanti le attività ordinarie. Per questa ragione invito il sindaco de L’Aquila Biondi a recuperare la propria serenità perché la Asl aquilana ha le risorse, le professionalità, i mezzi e gli strumenti necessari per svolgere tranquillamente la propria attività, senza necessariamente riversare su Pescara pazienti che peraltro hanno il diritto di essere curati innanzitutto a casa propria e nella propria città, ed è quanto verrà sicuramente ribadito nel corso della riunione convocata sul tema dall’assessore regionale Verì”.