Luigi Savina: “Mafia in Abruzzo già dal 1993”

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Dal vice capo della polizia Luigi Savina la conferma al quadro di Roberti sulla permeabilità dell’Abruzzo alle mafie: “A Pescara facemmo arresti per 41-bis già nel 1993. Mai esistita l’isola felice”.

Anche il vice capo della polizia, l’abruzzese Luigi Savina, a margine dell’incontro di ieri all’Aurum di Pescara sui rapporti tra procure, economia e informazione, nel rispondere alle domande dei giornalisti, ha delineato un quadro ben preciso sulle infiltrazioni della criminalità organizzata in regione, suffragando con un ricordo personale le dichiarazioni del procuratore nazionale antimafia Franco Roberti che aveva parlato di “mafie presenti in Abruzzo, anche se non di formazione endogena”.

Savina ha ricordato un episodio specifico, risalente al 1993, quando era dirigente della Squadra Mobile di Pescara ed eseguì 24 ordini di custodia cautelare: “Fu il primo caso in cui venne contestata l’associazione a delinquere di stampo mafioso nel nostro territorio, e quell’ipotesi di reato resse fino alla Cassazione. L’isola felice abruzzese non è mai esistita: ne siamo sempre stati consapevoli”.

A sottolineare invece lo spirito del convegno di Pescara, con il quale le procure hanno voluto confrontarsi con il mondo dell’impresa e quello della stampa, è stato il presidente dell’ANM Eugenio Albamonte:

“Aprirsi alla comunicazione, e incontrare oggi rappresentanti dell’impresa è della stampa è un’occasione per capire le loro ragioni ma anche per farsi capire meglio. Uno dei problemi della magistratura è proprio quello della difficoltà a spiegare bene le ragioni del proprio operare”. Il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati ha anche evidenziato che molte difficoltà che si ripercuotono sulla funzionalità del lavoro dei magistrati sono legate alla “arretratezza delle nostre dotazioni. Soltanto il ministro Orlando ha avviato di recente iniziative in controtendenza rispetto a un disinvestimento che perdura ormai da 20 anni. E il non avere supporti all’altezza provoca difficoltà che influiscono più di quanto si possa immaginare sui ritardi della Giustizia”.

Il servizio del Tg8

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.