Sanità: chiude il Centro Diurno a Pescara, esplode la polemica

La Fp Cgil Pescara denuncia il “grave comportamento assunto dalla Asl di Pescara, poiché, in spregio a tutti gli affidamenti e accordi presi e sottoscritti in sede istituzionale ha sentenziato la chiusura del Centro Diurno Integrato con il gravissimo rischio di lasciare i lavoratori e le loro famiglie senza lavoro e reddito”.

La vicenda è quella relativa alla chiusura del Centro diurno di via Vespucci. La Fp Cgil parla di un atteggiamento “lesivo della dignità dei lavoratori impegnati nel servizio, dei pazienti psichiatrici
ed in spregio a tutti gli affidamenti e accordi sottoscritti nelle sedi Istituzionali deputate”. Un atteggiamento che “denota una grave irresponsabilità della Asl di Pescara, anche nei confronti delle Istituzioni”.

L’avvocato dei 27 lavoratori, Lola Aristone, si definisce “sorpresa dell’atteggiamento della Asl, che ha sconfessato i suoi rappresentanti e che non ha avuto rispetto dei tavoli istituzionali e delle parti sociali, il tutto sulla pelle dei lavoratori e dei pazienti psichiatrici. Se non vengono salvati tutti i 27 posti di lavoro – aggiunge – ci sono gli estremi per adire alla magistratura del lavoro. Ci sono dei principi che sono stati violati, a partire dalla buona fede e dalla correttezza”, conclude il legale.

LE PRECISAZIONI DELLA ASL DI PESCARA

In merito agli articoli di stampa apparsi oggi, 23 settembre 2021, sul Centro diurno di Via Vespucci, la Direzione della ASL di Pescara ritiene nuovamente di dover intervenire per stabilire la verità dei fatti, precisando quanto segue.

Come già riferito in precedenti comunicati stampa diramati dalla ASL di Pescara, il Centro Diurno Integrato collocato in un immobile di via Vespucci a Pescara, non di proprietà della ASL, ma acquisito con contratto di locazione dalla cooperativa La Rondine, in via sperimentale, non ha i requisiti strutturali per svolgere attività sanitarie di una struttura con assistenza h 24.

La tipologia di struttura realizzata, inoltre, non è prevista dall’attuale normativa nazionale e regionale, secondo cui sono stabilite quattro tipologie di strutture residenziali psichiatriche ben definite nei contenuti riabilitativi e nei requisiti strutturali e di personale.

La ASL, dovendo garantire assistenza ai pazienti presi in carico, ha bandito nuova gara nel rispetto della normativa attuale ed ha proceduto alla individuazione di strutture e servizi residenziali e semiresidenziali più appropriati per consentire un’assistenza di qualità in favore della popolazione psichiatrica dell’area urbana pescarese e non solo.

Con riferimento alla conferenza stampa indetta dalla CGIL, per oggi ore 10.30, riguardo al centro diurno integrato, si precisa inoltre che:

  1. Non è stato arrecato alcun danno o pregiudizio ai due pazienti psichiatrici per la chiusura della struttura poiché gli stessi dopo aver rifiutato ripetutamente setting più idonei alle loro condizioni sono stati dimessi e la stessa dimissione è  stata comunicata con largo anticipo per eventuali ripensamenti ai pazienti, agli amministratori di sostegno oltre che alle istituzioni competenti ( Giudice tutelare del Tribunale di Pescara ), in modo che gli stessi potessero trovare una idonea collocazione ( l’iter è iniziato per un paziente a maggio, per l’altro a giugno 2021.
  2. Riguardo alla situazione dei lavoratori, la ASL di Pescara ha posto in essere tutte le misure a garanzia dei lavoratori prevista dalla normativa vigente, tuttavia rimane nella facoltà dell’appaltatore entrante, riorganizzare il servizio secondo le proprie strategie imprenditoriali, nel rispetto delle esigenze espresse dalla ASL che ha inserito la clausola sociale per tutti i lavoratori della cooperativa, ivi inclusi quelli riferibili al centro diurno integrato. Come noto anche alla cooperativa che è subentrata, il centro diurno integrato non è annoverato tra le tipologie di setting previste dalla normativa regionale e nazionale e non poteva essere inserito nell’ appalto così come non era stato inserito nel precedente, oggetto di recente indagine penale per corruzione.

Ogni accusa circa una presunta lesione dell’affidamento dei lavoratori come delle istituzioni è, pertanto, da escludere categoricamente.

 

 

Fabio Lussoso: