Rifiuti da Roma, Lolli: “In Abruzzo solo con istanza Raggi, trattamento, non smaltimento”

Rifiuti da Roma: Lolli, in Abruzzo sì solo con istanza Raggi. Presidente vicario: “Disposti a trattamento e non a smaltimento.”

“Non sbattiamo la porta in faccia a nessuno, vogliamo essere solidali, ma posso prendere in considerazione di fare la nostra parte solo in presenza di una richiesta dell’organo politico del Comune di Roma, e cioè della sindaca o di un assessore”. Così il presidente vicario della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, sulla vicenda del trasferimento dei rifiuti del Comune di Roma in Abruzzo.

“Sono quattro anni che riceviamo rifiuti da Roma, nell’anno in corso, alla luce dell’emergenza, siamo arrivati a 79mila tonnellate – spiega con decisione Lolli -. Francamente, vorremmo che questa cosa avvenisse nella massima trasparenza e alla luce del sole. Se non me lo chiede ufficialmente e formalmente il Comune di Roma, non attivo nessuna procedura”.

Oltre all’aspetto politico, il governatore abruzzese del Pd pone anche altre condizioni: “Ovviamente, qualora il Comune di Roma me lo chiedesse, abbiamo già valutato tecnicamente come la cosa sia possibile, deve essere chiaro che noi sempre a seguito di una richiesta formale, siamo in grado di farci carico di una quota di trattamento ma non siamo assolutamente in grado di farci carico dello smaltimento – continua Lolli – Le nostre discariche sono capienti per i rifiuti dell’Abruzzo per i prossimi anni, invece, sui nostri impianti di trattamento è possibile ragionare e, ripeto, a seguito una istanza formale, una condizione che è poi l’occasione per aprire una interlocuzione con il Comune di Roma a proposito dell’arrivo dei bus dall’Abruzzo alla stazione Tiburtina e non, come paventato, all’Anagnina”.

IL SERVIZIO DEL TG8:

La nota del capogruppo di Forza Italia in Regione, Lorenzo Sospiri

“Che l’Abruzzo non sarebbe mai dovuto diventare la discarica del Lazio il centrodestra lo ha sempre detto e ribadito. Ma oggi fa francamente sorridere assistere al solito teatrino tra il sottosegretario Mazzocca che ha detto stop alla ‘solidarietà orizzontale’ con Roma, solidarietà difesa a spada tratta quando il suo Presidente D’Alfonso aveva già firmato gli accordi con il sindaco Raggi e con la Regione del Governatore Pd Zingaretti, e il Movimento 5Stelle che, ovviamente, si batte contro gli impianti di moderna tecnologia per il trattamento dei rifiuti, ma non si fa scrupolo di far portare nella nostra terra altre 70mila tonnellate di immondizia del sindaco pentastellato. Pudore vorrebbe veder tacere sinistra e cinque stelle su una vicenda in cui a rimetterci sono stati solo gli abruzzesi”. È il commento del Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri in merito alla querelle esplosa tra l’Abruzzo e il Lazio che, dopo il rogo doloso che ha devastato l’impianto romano di Tmb, ha chiesto una ulteriore proroga di un anno all’accordo in atto per portare appunto in Abruzzo i rifiuti romani, accordo che altrimenti sarebbe scaduto il prossimo 31 dicembre.
“L’Abruzzo continua a essere vittima dello scontro politico-elettorale tra Pd e 5 Stelle – ha sottolineato il Capogruppo Sospiri -: tutti ricordiamo le tappe di una telenovela vergognosa quando il Governatore D’Alfonso firmò il proprio consenso per accogliere le 70mila tonnellate l’anno di rifiuti da Roma, e nell’occasione fu proprio il sottosegretario Mazzocca a scendere in campo per difendere una scelta contestata in modo vigoroso, dicendo che l’Abruzzo avrebbe tratto grossi vantaggi economici da tale operazione che, comunque, si richiamava al senso di solidarietà tra Istituzioni. Poi la solidarietà era finita a inizio anno, quando il Governo Renzi ordinò al Pd di non aiutare più le amministrazioni pentastellate in vista delle elezioni nazionali e infatti D’Alfonso tenne per alcuni giorni sulla graticola la collega Raggi affermando che, per portare avanti l’accordo, la Raggi avrebbe dovuto dichiarare lo stato di emergenza, ammettendo il proprio fallimento nella gestione del settore. Ovviamente quell’ammissione non è mai arrivata perché fu sufficiente una telefonata del Governatore del Lazio Zingaretti per far rientrare nei ranghi il collega D’Alfonso. Ora ci risiamo: Roma, come ampiamente previsto, non ha risolto la propria emergenza, anzi peggiorata, e di nuovo intende scaricare in Abruzzo la propria immondizia, difesa dai 5stelle abruzzesi. Mazzocca, dal canto suo, si riveste d’autorità e annuncia di voler chiudere le frontiere ai rifiuti romani, un vero teatrino che temiamo, anche questa volta, si concluderà con la telefonata tra Zingaretti e il facente funzioni Lolli che, alla fine, dovrà riaprire i confini abruzzesi. E a farne le spese continueranno a essere solo gli abruzzesi: a oggi continuiamo a non sapere quando quella quantità enorme di pattume verrà smaltita, e con quali modalità. Non solo: mentre proseguiamo a imbarcare immondizia dal Lazio, il Governo regionale continua a non risolvere il problema dei 28 siti per discariche esaurite, già oggetto di infrazione europea, che ci sono già costate 20milioni di euro di sanzioni. Da una precedente indagine, in cinque anni di gestione D’Alfonso, abbiamo tirato fuori 14 discariche che sono avviate a soluzione parziale della bonifica, mentre ne restano 12 che a oggi sono discariche dismesse non risanate e per questo in Abruzzo siamo quasi uno scandalo italiano. Dalle cartine emerge che dopo la Basilicata, per inadempienza, c’è l’Abruzzo, tanto che il Governo ci ha commissariati nominando un Generale dell’Arma dei Carabinieri per le operazioni di bonifica. Senza dimenticare che, ancora oggi, abbiamo un Piano regionale dei rifiuti, approvato in Consiglio col voto contrario del centro-destra, e impugnato lo scorso maggio dal Governo, rendendo peraltro impossibile portare sul nostro territorio impianti di alta tecnologia a basso impatto ambientale. A porre fine all’assurdo teatrino Pd-5Stelle ci penserà il centrodestra a partire dal prossimo 11 febbraio, ringraziando il Pd e D’Alfonso per il disastro ereditato”.

Il punto dell’ANSA 

Continua a Roma la corsa contro il tempo per scongiurare, dopo il maxi rogo che ha messo fuori uso il Tmb Salario, una nuova emergenza rifiuti. Mentre è già sul piatto una soluzione tampone per smistare nell’immediato l’immondizia smaltita nel Tmb all’interno di diversi impianti della Capitale e del Lazio, già si pensa a soluzioni più strutturate dall’inizio del prossimo anno, per evitare il temuto caos sacchetti per strada. Così se Virginia Raggi rinnova l’appello a Comuni e Regioni d’Italia a farsi avanti per dare una mano alla Capitale nel momento del bisogno, dall’Abruzzo arriva un sì ‘condizionato’. Dalla notte dell’incendio sulla via Salaria, in Campidoglio tutte le energie sono concentrate sulle soluzioni da mettere in campo per fronteggiare la crisi sul fronte dei rifiuti. E l’atteso rimpasto di giunta potrebbe slittare a inizi 2019, con l’uscita di scena di alcuni assessori e l’ingresso di new entry per rafforzare l’esecutivo. Palazzo Senatorio oggi fa sapere che il delicato dossier rifiuti ha messo in secondo piano qualsiasi ragionamento sull’esecutivo. Ma stando ai rumors emersi subito dopo l’assoluzione della sindaca, l’inaugurazione della cosiddetta ‘fase due’ del Campidoglio, in bilico ci sono tre donne: Rosalba Castiglione, assessore al Patrimonio, Pinuccia Montanari, all’Ambiente e Rifiuti, Margherita Gatta ai Lavori Pubblici. Voci di corridoio danno in arrivo anche il nuovo capo di gabinetto, figura mancante in Campidoglio dalle dimissioni di Carla Romana Raineri: il successore potrebbe essere il magistrato Stefano Castiglione. Il nodo dell’immondizia della Capitale vede impegnati da giorni al fianco del Comune, anche la Regione Lazio e il ministro Sergio Costa che – dopo essere intervenuto con un appello al resto d’Italia per accogliere le circa 700 tonnellate quotidiane di rifiuti che finivano al Salario – sta seguendo da vicino e di persona l’evolversi della vicenda. Un’apertura a supportare la Capitale, seppure condizionata, arriva dall’Abruzzo, cui l’Ama ha chiesto la proroga dell’accordo in scadenza a fine mese per portarvi alcuni quantitativi di rifiuti. “Non sbattiamo la porta in faccia a nessuno, vogliamo essere solidali, ma posso prendere in considerazione di fare la nostra parte solo in presenza di una richiesta dell’organo politico del Comune di Roma, e cioè della sindaca o di un assessore”, fa sapere il presidente vicario della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli. “Sconcerto e anche un po’ di irritazione” trapela dal ministero all’Ambiente “per l’atteggiamento di chi potrebbe aiutare i cittadini della capitale e ne fa campagna elettorale”. Intanto, a macchia di leopardo in città ricominciano a fare capolino cumuli di rifiuti in strada, cui l’Ama sta cercando di far fronte con interventi supplementari nei casi di necessità. Per il segretario della Fp Cgil Natale Di Cola ora “serve un atto di realismo della sindaca Raggi perché quanto avvenuto martedì ha creato una situazione eccezionale che merita risposte straordinarie. Proclami lo stato di emergenza per i rifiuti, lo strumento migliore per trovare soluzioni temporanee per aiutare azienda. Il tempo scorre e più passano i giorni più si avvicina la crisi”.