Popolare Bari: l’Ad a Teramo conferma “la chiusura in Abruzzo delle filiali inefficienti”

“Il futuro di Teramo e del territorio abruzzese ha le sue radici nella vocazione di questo gruppo, esclusivamente territoriale e locale. Chiuderemo delle filiali, quelle più inefficienti e che a fronte di un’analisi piuttosto approfondita che abbiamo fatto sono destinate a non contribuire in nessun modo alla redditività della banca”. Così l’amministratore delegato della Popolare di Bari Giampiero Bergami, oggi a Teramo.

Bergami era a Teramo per l’incontro interistituzionale convocato dal sindaco Gianguido D’Alberto per discutere della salvaguardia della permanenza dell’Istituto di credito sul territorio provinciale e regionale. Bergami ha comunque assicurato che la razionalizzazione del numero di filiali non comporterà un taglio occupazionale. “Il personale sarà mantenuto e riutilizzato nelle filiali cosiddette; superstiti – ha detto Bergami – la sostanza del piano di riorganizzazione è che ci specializziamo. Vogliamo dare risposte alle domande in maniera molto professionale ed efficiente. Questo è il modo che riteniamo più efficace per recuperare la fiducia delle famiglie e delle imprese”.

“L’obiettivo di questo incontro è quello di ridefinire e ricucire, attraverso un patto istituzionale, il rapporto tra la banca, il territorio e le sue istituzuioni, con l’obiettivo di costruire una prospettiva per il nuovo corso della banca ma anche e soprattutto per la tutela del nostro territorio”. Così il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto prima dell’avvio del tavolo interistituzuionale con i vertici della Popolare di Bari, alla quale partecipano, alcuni in presenza e altri collegati on line, i rappresentanti istituzionali ed economici del territorio comunale, provinciale e regionale, i presidenti delle commissioni finanze dei due rami del Parlamento, il rappresentante territoriale di Banca d’Italia e la struttura commissariale. “Sicuramente ci sarà una fase di razionalizzazione – ha continuato il sindaco – che non può però solo essere affrontata in un’ottica meramente numerica e sul piano economico e finanziario ma che deve avere una prospettiva che guardi ai prossimi anni”. Una prospettiva in cui l’Abruzzo, per il primo cittadino, deve giocare un ruolo fondamentale. “In questo momento storico abbiamo tantissime opportunità per il territorio e quindi anche per la banca – ha continuato D’Alberto – pensiamo alla ricostruzione, che finalmente dopo il grande lavoro del commissario Legnini è partita, al contratto istitizionale di sviluppo per il cratere, al contratto di sviluppo per l’Abruzzo. Ci sono tante occasioni e opportunità rispetto alle quali un banca che continua ad avere oggi, grazie allo spirito Tercas-Caripe, alla fidelizzazione e al numero di filiali, il 24 per cento della quota di mercato all’interno del nostro territorio non può pensare di indebolire la sua presenza. Chiederemo che, laddove dovesse esserci l’uscita da alcuni territori, non si chiudano i presidi ma si metta in modo un’azione che favorisca la successione perchè oltre alla tutela occupazionale è fondamentale avere degli interlocutori bancari e creditizi”.

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