Piano antirumore, associazioni sul piede di guerra: “Così Pescara perde di attrattività”

Associazioni degli esercenti di nuovo sul piede di guerra sul piano antirumore di Pescara. Ben 10 le osservazioni inviate all’amministrazione comunale da Confartigianato imprese, Cna, Confcommercio e Confesercenti

Il piano di risanamento acustico approvato dal Comune di Pescara lo scorso mese di maggio continua a non piacere. Le regole per combattere i rumori della movida nella zona di piazza Muzii vengono giudicate come fortemente lesive per la categoria degli esercenti. Ben 10 le osservazioni inviate all’amministrazione comunale da Confartigianato imprese, Cna, Confcommercio e Confesercenti.

“Abbiamo combattuto per non fare approvare questo piano”, dice Fabrizio Vianale, direttore Confartigianato Pescara, “avevamo chiesto di azzerarlo, senza successo, perché anacronistico. Non demordiamo. Abbiamo inviato 10 osservazioni. Sintetizzando, vorremmo che le attività avessero la possibilità di creare quei micro-eventi culturali e musicali nei periodi estivi e nel periodo natalizio. Richiesta disattesa. Eppure questo tipo di attività rappresenta un biglietto da visita per la città, un’eccellenza. Crea un’attrazione per chi viene da fuori. Abbiamo, altresì, precisato che eventuali misure sui limiti dimensionali delle attività non devono assolutamente riguardare quelle già esistenti, perché a queste deve essere data, eventualmente, la possibilità di vendere l’azienda o il ramo d’azienda. Abbiamo anche chiesto l’abrogazione di alcune misure cervellotiche che prevedono il munirsi di addetti al controllo delle procedure anti-rumore. Sono mansioni non previste dal contratto collettivo di turismo. Purtroppo, Pescara sta perdendo la vocazione di città accogliente e divertente. La nostra città deve tornare al centro di tutto perchè siamo sotto attacco dei territori vicini. Bisognerebbe contemperare le esigenze di tutti. Serve buon senso. Anche i residenti dovrebbero fare un passo indietro“.